12-06-2016
Fiore e pistilli dell'eccezionale zafferano prodotto a Dumre, nell'Albania interna, da un ragazzo padovano con il suo socio locale. E' solo una delle storie sullo sviluppo del comparto agroalimentare nel Paese balcanico
Pensi all’Albania e non ti viene certo in mente cibo o vino. Eppure anche nel piccolo Stato balcanico, a noi storicamente così legato, il comparto food & wine muove i primi passi in prospettiva di una crescita che comporti anche la valorizzazione delle sue eccellenze. Per questo è stata lodevole l’iniziativa di Gourmeando che, d’intesa con l’ambasciata italiana a Tirana, ha organizzato un incontro per far conoscere i migliori prodotti agroalimentari del Paese delle Aquile.
Diciamo subito che le analogie tra alimenti albanesi e quelli riscontrabili nel resto dell’area adriatica – a mezza via tra influenze mediterranee e balcaniche - sono molte, con evidenti assonanze: dal formaggiaio si trova la rikota e il kackavall, mentre un buon street food è il byrek di pasta sfogliata e burro, ripieno di carne e/o verdure, un cugino prossimo del burek o börek turco, diffuso in tutta l’area d’espansione ottomana.
Un piatto di formaggio, involtini di foglia di vite e turshi, conserve di ortaggi sottaceto fatte in casa
E ancora: agnello con la yogurt, tacchino pershesh (con pane kulaç, ossia non lievitato, menta, aglio e cipolla), fino all’ashura, dessert d’origine turca fatto con grano cotto nel miele, e poi condito con frutta secca (ricorda questo racconto di Corrado Assenza). Noi abbiamo assaggiato questi piatti al ristorante Delano del cuoco Alonso Troka, 28 anni.
E’ però Sokol Prenga, classe 1973, lo chef più famoso del Paese, impegnato in numerose attività – anche con Terra Madre – e popolare per le sue apparizioni televisive come giudice nel Masterchef locale. Ha avuto esperienze in Olanda, Grecia e Italia, ma non si è montato la testa: «Non voglio cambiare le ricette, ma la presentazione. Rispetto la tradizione, solo la alleggerisco un po’, diminuisco grassi e quantità». Si sforza di creare reti di produttori e allevatori di qualità, «a settembre salgo in montagna coi pastori, prima che scendano verso il mare sfuggendo il freddo». Per Prenga il meglio che l’Albania possa dare è proprio nel latte e i suoi derivati, oltre che nelle carni: agnello, pecora, capra, pochi bovini «perché mantenere una vacca costa». E poi erbe e verdure selvatiche, un vero e proprio patrimonio immeso.
Sokol Prenga e Alessandro Giampietro
Non è l’unico italiano a guardare all’Albania del food con favore. Alessandro Giampietro, 46 anni, chef romano (è stato al Lord Byron e al Relais Le Jardin), è sposato con una donna albanese e da 6 anni lavora a Tirana: «Questa è una prateria gastronomica ancora da scoprire, bisogna che si sviluppi una cultura adeguata. Si trovano tanti coltivatori “naturalmente bio” che producono vegetali di gran pregio». Quando è arrivato, ha proposto una cucina mediterranea fusion, ma ora si diverte a valorizzare sempre più le materie prime autoctone, in piatti di puro stampo italo-albanese: «Ci sono mieli grandiosi, specie quello di corbezzolo. Formaggi e agnelli saporitissimi. L’olio è molto migliorato, specie nell’area di Berat. Così come il vino bianco da uve Kallmet. E pesci d’acqua dolce: trote, carpe, cefali».
Uno squisito Agnello caramellato al miele di corbezzolo con purea di patate e zafferano di Dumre, piatto di Giampietro
All’incontro organizzato da Gourmeando a Tirana partecipavano molti esponenti del nuovo comparto agroalimentare di qualità albanese. Oltre a Victus Fed con il suo zafferano, anche la frutta sciroppata di Pro Përmet, gli ottimi aceti di frutta bio Agro Fruit, i frutti rossi di Super Berry, o il sorprendente olio extravergine Musaj, da olive tipologia Kalinjot, premiato anche a Lecce con la medaglia extra gold, al Biol 2016. E ancora: i vini di Kantina Arberi, l'agnello di Qengjat e Jonit, il miele Shoqata e Bletarise Shkodrane.
«Noi albanesi sappiamo produrre, cucinare e mangiare bene. Ci manca ancora il marketing, la capacità di comunicare – conclude Prenga – Vogliamo dialogare con l’Italia: abbiamo tanto in comune!».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Rigels Tepshi e Annalisa Magri: sono le due anime - il primo chef, la seconda restaurant manager - dell'Ottocentodieci, bella realtà golosa all'hotel Eridano di Sannazzaro de' Burgondi, nella Bassa Lomellina, provincia di Pavia (foto Nadia Afragola)