Ha aperto a dicembre a Piacenza, una zona che non brilla per grandi novità nel campo della ristorazione riscuotendo da subito un meritato successo, l’Osteria Santo Stefano. Si tratta di un gruppo di giovani sotto gli anta che, alla faccia della crisi e di tutte le altre scuse che adottano i pelandroni, hanno deciso di cominciare questa avventura imprenditoriale, condita di voglia e competenza.
Camillo e Giacomo Pavesi, chef e maître del ristorante che porta il nome della via in cui sta, arrivano da due scuole di eccellenza del settore: Alma e Pollenzo. Ci volevano poi anche i soldi – quei maledetti – che in parte avevano e in parte hanno trovato attraverso i loro lungimiranti soci che hanno co-finanziato il progetto credendo nelle loro potenzialità. A questo punto il gioco era fatto e ora i numeri stanno dando loro ragione. Il locale è accogliente e luminoso. All’ingresso spicca un bel bancone con la lavagna dei piatti del giorno, mentre sul retro si nasconde un bel giardino fiorito in cui poter cenare d’estate, in tranquillità. L’atmosfera conviviale e il servizio easy, senza tovaglie, fanno il resto.

Alla parete, la classica lavagna con le proposte
La cucina è prevalentemente quella tradizionale del territorio: salumi e paste fresche fatte in casa in primis. Ad esempio noi abbiamo assaggiato un fantastico prosciutto crudo di S.Ilario stagionato 36 mesi, accompagnato da una magnifica giardiniera di verdure e i classici
Pisarei e fasò. Abbiamo poi proseguito con una succulenta
Guancia di maiale con polenta. Tutto molto buono. Ma lo chef non disdegna di affiancare a questi piatti, sempre presenti in carta, altri più osati come i
Maccheroni con sugo di baccalà, olive taggiasche e capperi o il
Salmone al saké per esempio.
Due binari che procedono paralleli, dando all’ospite la possibilità di scegliere e di variare saltando di qua e di là sul menù. Ad esempio uno dei piatti sempre presente in carta ha radici antiche nella storia gastronomica locale ma non si trova poi così facilmente: stiamo parlando della Testa di maiale cotto al forno per dodici ore con vino bianco, verdure e senape. Fra i dolci spadroneggia la Crema di zabaione con frutti di bosco accompagnata dalla torta sbrisolona. E la carta dei vini prediliei le cantine del territorio ma poi spazia anche oltre, mantenendo sempre ricarichi più che corretti.
Tra i loro segreti, c’è quello di aver saputo gestire sapientemente il
food cost: si mangia infatti tranquillamente con 30 euro a persona – vini esclusi. Una politica che, seppur con sfaccettature diverse, sta pagando un po' dovunque (col caso limite eccellente della bistronomia parigina). Formule felici, capaci di attirare un discreto pubblico, il più delle volte giovane, ha voglia di avvicinarsi a un certo tipo di cucina di qualità, senza dimenticare per questo svuotare il portafoglio. Ricordatevi però di prenotare in anticipo perché la
Santo Stefano è spesso sold-out.
Osteria Santo Stefano
via Santo Stefano, 22
Piacenza
+39.0523.327802
Chiuso: domenica sera e l’intero lunedì