13-04-2022

Il nuovo ristorante Vite: vi raccontiamo la sfida di Simone Selva nell'hub culturale Treviso Arts District

Il giovane chef di Aquileia, dopo aver brillato alla Wisteria di Venezia, ha sposato l'ambizioso progetto "Tad" di Davide Vanin, in un’ex area industriale riconvertita alle porte della città. Vite apre domani, 14 aprile, in sale a-tutto-design...

Il giovane Simone Selva, al centro, con la sua bri

Il giovane Simone Selva, al centro, con la sua brigata. Lo chef di Aquileia firma la multiforme proposta gastronomica al nuovo Treviso Arts District (Tad), hub culturale di 1500 metri quadrati in un’ex area industriale riconvertita alle porte di Treviso. E in particolare vedremo il suo talento all'opera nel ristorante gastronomico Vite, che apre domani, giovedì 14 aprile

L’ultimo – in ordine di tempo – enfant prodige della cucina italiana, si chiama Simone Selva, ha 25 anni, viene da Aquileia (Gorizia), e fino a qualche mese fa pochi lo conoscevano. Poi succede che a novembre – fulmine a ciel sereno – la Michelin lo onora di una stella, improvvisa e inattesa, e doppiamente sorprendente, sia perché cucinava da poco più di due anni a Wisteria, ristorante veneziano nuovo di zecca e piuttosto defilato, ma soprattutto perché fra acqua alta e pandemia, chiusure e riaperture, lockdown totali o parziali, un coprifuoco e l’altro, alla fine sono stati due anni di snervante stop and go, di fermate brusche e ripartenze singhiozzanti, sempre col freno a portata di mano. Insomma, in queste condizioni bisognava avere davvero qualcosa in più per farsi notare e issarsi così in fretta sul podio alle Olimpiadi della gastronomia.

Senonché, altro colpo di scena: quando la Rossa chiama, Simone è già altrove, almeno con la testa. Qualche mese prima, infatti, lo aveva contattato e convinto Davide Vanin, 32 anni, imprenditore trevigiano, anima e mente del progetto Cantiere Gallery, proponendogli di trasferirsi a Treviso, entrare nella squadra e prendere in mano la ristorazione del Treviso Arts District (Tad), hub culturale di 1500 metri quadrati, un’ex area industriale riconvertita alle porte della città.

La proposta di gusto e arte del Tad, alle porte di Treviso

La proposta di gusto e arte del Tad, alle porte di Treviso

Un particolare del ristorante Vite

Un particolare del ristorante Vite

In realtà, quando piomba l’annuncio stellare, e in assenza di contratti e firme, ci sarebbero ancora margini per ripensarci: «A parte che non me l’aspettavo proprio, non nascondo che ho avuto un attimo di sbandamento, mi dispiaceva lasciare il posto che mi aveva dato fiducia e l’occasione di farmi notare. Così ho chiesto a Vanin che mi lasciasse un paio di giorni tranquillo, a meditare».

Vanin teme il peggio («Avevo puntato tutto su di lui») ma Simone non torna sui suoi passi: «Non me la sono sentita di rinunciare a una sfida tanto stimolante«. Il sorprendente Bistrot (dalle 7 del mattino alle 2 di notte, fra colazioni, business lunch e cene conviviali), l’esotico Tiky Bar e il giardino berlinese, e ovviamente il ristorante gourmet, Vite, che apre domani, giovedì 14 aprile. Vite a noi sempliciotti fa venire in mente la vite e le vite, invece nasconde un acronimo piuttosto complicato che evoca visione, emozione, talento.

Ma qui, dentro questo «progetto innovativo che vuole essere luogo di incontro, cultura e arte per i giovani» (Alessandro Benetton, qui in veste di mecenate, dixit) e in più è una società di benefit (il 20 per cento degli utili servirà per sostenere interventi sul territorio, programmi scolastici e di arte urbana pubblica, cause di beneficenza), la banalità non è di casa, fra galleria d’arte e concept store, area coworking, bar, sala da tè, whisky room. E poi eventi, workshop, incontri, musica.

Simone Selva

Simone Selva

Studente di liceo classico, più portato alla pratica che alla teoria, Selva preferisce la gavetta all’alberghiero. E maestri come Lorenzo Cogo e Francesco Brutto. Da quest’ultimo Simone assorbe sfrontatezza, sapori decisi, taglienti, a tratti spiazzanti («Lui ha una capacità di immaginazione straordinaria e un grande palato»), e piatti che non passano inosservati, come l’intera struttura, del resto, un wow a ogni passo e a ogni sguardo: «La mia è una cucina influenzata dal luogo e dalla città, divertente e sorprendente. Punto a realizzare piatti che spaccano ma non spaventano».

Tipo le Pennette alla birra Lambic, ciliegia, anguilla e geranio, il Piccione (di Laura Peri), cannella, tabasco e olivello spinoso (applausi), il Tortello di gallina, curry giallo, nespole e liquirizia, e Animelle, gamberi rossi in saor e cipresso (un bis, grazie), e il dessert Che succede amico (ossia mousse di carote ripiene di composta di carote e mango, cremoso di cioccolato bianco e zafferano, camilla alle carote, agrumi e zenzero, cialda croccante alle carote, gel di carote e yuzu, sorbetto di carote allo zafferano) e così via, idea dopo idea, ingrediente su ingrediente, sorpresa dopo sorpresa, in volo fra territorio e oriente. Il tutto dentro un menu alla carta contenuto in 4 piatti per ciascuna portata (verdure, pesce, carne), e due degustazione da 5 e 8 portate (65 e 95 euro).

E insomma ecco l’innovazione che all’improvviso torna in una città (e provincia) decisamente conservativa, qualche anno dopo l’esperienza di Undicesimo Vineria (e Brutto che ricompare) con l’obiettivo, non dichiarato ma palese, di riconquistare anche qui i favori della guida più prestigiosa, già stregata in Laguna. L’insieme è spettacolare, il respiro internazionale, «uno spettacolo di arte varia» per dirla alla Paolo Conte.

E, comunque, piaccia o non piaccia, con la sensazione di trovarsi al cospetto di un talento spinto dal fuoco sacro della passione e alimentato dalla giovane età, che affronta a viso aperto e senza timori la sfida e anche la tentazione di stupire ad ogni passo e, quindi, il rischio di strafare.

Le sale del Vite: questa è allestita da Edg

Le sale del Vite: questa è allestita da Edg

Questa da Qeebo

Questa da Qeebo

Questa da Abhika

Questa da Abhika

Tavolo e arredi di Vanni Cenedese

Tavolo e arredi di Vanni Cenedese

Vite ha tre sale (più una, al piano inferiore, un solo tavolo rotondo da dieci posti, e una saletta-cantina) una diversa dall’altra, ciascuna dedicata ad un brand, praticamente si cena dentro un design store che al mattino è bottega (ogni oggetto, spiega Mattia Bordin, il responsabile, è acquistabile, anche le piante idroponiche di Venice Green) e la sera ristorante. Si alzi il sipario, allora.


Vite
viale della Repubblica 3-5 - Lancenigo di Villorba (Treviso)
tel. +39 347 5749249
tadtreviso.com
aperto tutti i giorni, solo a cena
menu degustazione a 65 e 95 euro


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Claudio De Min

Giornalista, una vita dedicata allo sport da inviato, cura la pagina di enogastronomia e viaggi del Gazzettino di Venezia

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