07-05-2022
Uno scatto che racconta la produzione di spaghetti di alta qualità al nuovissimo stabilimento Felicetti a Molina di Fiemme (Trento)
Riccardo Felicetti ha la tentazione di sintetizzare tutto con una parola, coerenza, invero strana per l’occasione: si tratta infatti di varare ufficialmente un impianto produttivo, grande e moderno; è il taglio del nastro del nuovo stabilimento Felicetti in Val di Fiemme previsto per questa mattina, dietro cela un investimento di oltre 40 milioni di euro per potenziare la capacità produttiva e continuare a crescere nella fascia alta del mercato della pasta, in Italia e all’estero (obiettivo: superare il tetto dei 60 milioni di ricavi nel 2024). Eppure, la parola chiave per l’occasione è proprio questa: coerenza.
La pronuncia, Riccardo, davanti ai convenuti; e poi indirettamente me la fa capire meglio quando, off the records e chiacchierando di tutt’altro, mi invita a visitare, lì a Cavalese, il palazzo che è sede storica della Magnifica Comunità di Fiemme («Riccardo, impossibile, troppe cose da fare. Ma la prossima volta mi organizzo meglio, giuro»), una Vicinia secolare le cui prime tracce documentali risalgono al 1111. È sempre stata, la Magnifica Comunità di Fiemme, il cuore pulsante dell’autogoverno locale: radicata nel tempo e nelle coscienze di ciascuno, orgoglio identitario e d’appartenenza, «ai principi-vescovi e agli imperatori erano dovute le tasse e affidata l’amministrazione della giustizia. Per il resto – fin dai tempi in cui tagliavamo il legname grazie al quale sarebbe sorta Venezia - abbiamo sempre difeso il nostro status di autogoverno repubblicano», torniamo qui al concetto primigenio di res publica, ossia amministrazione comune (e comunitaria, appunto) del patrimonio collettivo soggetto a uso civico, «non importa quale sia il ruolo d’ognuno. Se c’è da spegnere un incendio: chi porta il manicotto, chi sale sulla scala, chi assicura il flusso dell’acqua... È fondamentale però che ognuno sia consapevole della propria importanza come singolo, e di essere parte di un sistema».
Il nuovo stabilimento Felicetti a Molina di Fiemme. Porta la firma dello studionRwa (Ruffo Wolf Associati di Rovereto), che ha risposto alle sollecitazioni della proprietà dando fisionomia, sostanza e funzionalità a una visione che la famiglia Felicetti ha maturato generazione dopo generazione. Il risultato è un complesso industriale dai prospetti ispirati alla falesia che domina il sito: una sequenza di monoliti dalla superficie sfaccettata e prismatica come i porfidi della valle, soggetta a una continua variabilità dovuta alle diverse condizioni di luce e di inclinazione del sole
Riccardo Felicetti, ad del gruppo
L'insediamento a Molina di Fiemme è il risultato di un percorso iniziato nel 2015, «quando ci siamo resi conto che, nonostante gli ampliamenti intercorsi, a Predazzo avevamo raggiunto i nostri limiti di capacità produttiva». S’inaugura ora, nel bel mezzo di una tempesta perfetta, «in una congiuntura particolarmente difficile, nella quale stiamo assistendo a continue impennate dei prezzi delle materie, dell’energia, del packaging, dei trasporti – spiega Riccardo Felicetti – Eppure stiamo cercando di allargare ulteriormente il varco che abbiamo aperto insieme alla nostra filiera biologica 100% italiana, puntando all’estero e in Italia sui segmenti di alta qualità. Una strategia che fino ad oggi ci ha premiato. Il nuovo stabilimento ci consente di potenziare la capacità produttiva, che passa dalle 20mila alle 35-40mila annue, anche se la struttura è progettata per sostenere, in prospettiva, ulteriori ampliamenti», perché si guarda al futuro, ci sono gli spazi e le predisposizioni per un ulteriore raddoppio, due linee produttive rimarranno “in sonno” fintantoché non sarà arrivato il momento di attivarle.
Lo stabilimento di Molina di Fiemme, altamente automatizzato
L’investimento sul sito produttivo è decisamente importante: oltre 40 milioni di euro, stanziati per una parte consistente, superiore ai 2/3, grazie a un’operazione organizzata da Sparkasse, che ha portato all’ingresso nel capitale dell’azienda familiare di un nuovo socio di minoranza – Isa, Istituto Atesino di Sviluppo – e in parte con risorse generate dalla crescita per linee interne. L’area su cui sorge il complesso industriale è stata messa a disposizione grazie a un accordo di cessione siglato con Trentino Sviluppo, la Provincia autonoma di Trento e il Comune di Castello Molina di Fiemme. Il cantiere, aperto nel marzo 2019, si è chiuso nel gennaio 2022 a conclusione dei test di produzione.
Fortemente improntato alla sostenibilità energetica – perché alimentato da un impianto di trigenerazione progettato per coprire l’intero fabbisogno dello stabilimento – il complesso industriale porta la firma dello studio Rwa (Ruffo Wolf Associati di Rovereto), che ha risposto alle sollecitazioni della proprietà dando fisionomia, sostanza e funzionalità a una visione che la famiglia Felicetti ha maturato generazione dopo generazione: realizzare un pastificio tanto evoluto da impiegare il massimo delle tecnologie disponibili per preservare la qualità originaria delle materie prime, senza mai tradire il territorio. In sostanza, innovazione spinta e know how centenario messi al servizio di una produzione che, per sua natura, deve dialogare costantemente con l’ambiente circostante, impiegando rispettosamente le risorse naturali, a cominciare dall’acqua sorgiva per gli impasti e l’aria delle Dolomiti per l’essiccazione.
Uno stabilimento immerso nell’ambiente, con numeri importanti: l’area su cui sorge il complesso industriale occupa una superficie di 16.500 mq, di cui 8.700 coperti; di questi, 1.250 mq sono destinati alla produzione, 2.500 mq al confezionamento e altri 1.500 mq a uffici e servizi; lo spazio maggiore è riservato alla movimentazione: oltre 3.000 i mq occupati dal magazzino automatico interno, cui si aggiungono 6.000 mq per le aree esterne di manovra.
Il sito di Molina, che attualmente dà lavoro a 30 persone, ha portato l’organico complessivo di Felicetti a 117 unità.
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
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Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.