22-05-2023
Il pass del ristorante Arnolfo, con la magica vista su Colle Val D'Elsa
Quando si va da Arnolfo si ritorna bambini. E’ automatico, non puoi sceglierlo, succede e basta. Se ci pensiamo bene, praticamente solo i bambini sono capaci di vivere pienamente nel “qui ed ora” giocando a qualsiasi costo senza essere afflitti dai pensieri che distraggono dall’unica cosa che è davvero importante: divertirsi, divertirsi, DIVERTIRSI. Da adulti si cambia, inevitabilmente, ma per fortuna non tutti perdono la scintilla del bambino che sono stati: di certo non l’hanno persa i fratelli la , Gaetano e Giovanni, entrambi alla guida del ristorante Arnolfo, anzi, di Oᖷ⅃OИЯA.
Il nome si rifà ad Arnolfo di Cambio, scultore, architetto e urbanista italiano della fine del Duecento, mentre il ristorante nasce nel 1982 a Colle di Val d’Elsa quando lo chef Gaetano decide di aprire un suo ristorante con l’aiuto della mamma; successivamente nel 1990 si aggiunge anche il fratello Giovanni, sommelier, a cui viene dato l’incarico di gestire la sala e la cantina. Quarant’anni fa era un piccolo ristorante, mentre oggi è una delle più interessanti mete gastronomiche possibili, un tempio del gusto in cui, se hai il coraggio di immergerti in profondità, puoi trovare davvero tutto.
Gaetano Trovato
Gaetano e Giovanni
L'esterno del ristorante
A questo punto occorre mettere un paletto e precisare con chiarezza che gli chef non preparano solo da mangiare, quello lo sanno fare anche le persone normali come me. La figura dello chef si allarga, si amalgama e si completa con quella di artista.Gli artisti sono sia amati che rifiutati, non tanto per la forma della loro arte, che in questo caso è la cucina, ma per il messaggio che vogliono trasmettere. Gli chef sono intimamente abili comunicatori che infondono il loro messaggio nelle pietanze che servono e proprio per questo non si può descrivere l’offerta di Arnolfo riducendola a semplice cibo; da Arnolfo viene servita architettura che si consuma e che induce al divertimento.
Ma ora come si dice in Toscana: veniamo alla ciccia. Per descrivere il menu degustazione Territorio e Ricerca una parola sarebbe troppa e due sarebbero troppo poche, ma un piatto su tutti racchiude l’essenza ed il messaggio di Trovato: Piccione di Laura Peri, taccola, piselli.
La purea di piselli è l’emblema della genuina semplicità: ottenuta utilizzando esclusivamente i piselli più dolci e teneri e rinfrescata da una goccia di olio alla menta, porta tutto il piatto ad un piano gustativo molto interessante.
Lo staff di cucina
Uno di quei piatti in cui il confine tra chi si diverte di più nel prepararlo o nel mangiarlo è difficile da individuare, uno dei piatti più distanti dall’essere gastronomicamente noioso; il brillante del verde così equilibrato, così connesso con la natura, così fresco, così generoso. Il piccione con il suo sapore originale da proteggere, i teneri piselli e le taccole con il loro verde acceso da restituire intatto, la semplice e difficile armonia da mantenere che qui viene gestita al massimo del professionismo. Nient’altro, solo applausi.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Gli odori sono emozioni enogastronomiche: annuso tutto, orgogliosamente, dal 1983. Quando non sono seduto a tavola faccio il papà e l'ingegnere
Gaetano Trovato, chef del ristorante Arnolfo, due stelle Michelin a Colle di Val d'Elsa (Siena)
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