11-04-2023
Alcuni dei tanti protagonisti della sesta edizione di Sunrise Mattias, in memoria dello chef livignese Mattias Peri, scomparso prematuramente nell'agosto del 2015
Non esiste miglior modo di perpetuare la memoria di qualcuno che tramandare il suo esempio. Una cosa facilissima quando si parla di Mattias Peri. E non c’è bisogno di aver conosciuto lo chef livignasco (il primo a far brillare il macaron della Michelin nel piccolo Tibet), scomparso nel 2015 a soli 46 anni, per capirlo. Basta ascoltare chi l’ha conosciuto, raccontare della passione per il suo lavoro in cucina, del desiderio costante di migliorarsi e di quel caparbio innamoramento per il suo territorio e dei suoi ingredienti. Un innamoramento non autarchico perché i suoi piatti, solidamente ispirati alla montagna, si facevano forti di accostamenti e tecniche che aveva sempre la bramosia d’imparare. «Non dimenticherò mai la prima volta che entrò al Pont de Ferr, dove allora cucinavo, e l’emozione del primo morso che gli fece cambiare subito umore. Dopo quel giorno continuò a chiamarmi per invitarmi a cucinare con lui nel suo locale. Ci andai perché era entusiasta e molto persuasivo», ha raccontato Matias Perdomo, oggi stellato al Contraste, ospite d’onore della sesta edizione della Sunrise Mattias, l’ormai tradizionale colazione in quota all’alba organizzata dall’Associazione Mattias allo scopo di rendere omaggio alla tradizione gastronomica valtellinese attraverso il ricordo dello chef. Un ricordo che si rinnova annualmente sulla vetta del Mottolino che lo chef conosceva bene per averci preparato dei pasti anche in una cucina allestita dentro un gatto delle nevi.
Mattias Peri (1969-2015)
SC'CÒLA DA COŚGÍNA. A loro si deve anche un nuovo appuntamento, la Sc'còla da cośgína, una giornata di formazione dedicata a 120 studenti delle Scuole alberghiere superiori della Lombardia e del Trentino Alto-Adige. «Se anche solo in uno di questi ragazzi riusciremo a far nascere lo stesso amore di Mattias per la cucina del territorio avremo raggiunto il nostro scopo», dicono dall’associazione. A seminare conoscenza hanno contribuito Alessandro Negrini, valtellinese di Caspoggio in Valmanenco, che ha raccontato della sua “battaglia” per far tornare in auge il borsat, un insaccato di pecora della tradizione i cui segreti sono custoditi dalla signora Menia, arzilla 78enne che li sta tramandando a Francesca Peri, sorella di Mattias. Dopo di lui il pasticciere Gianluca Fusto ha coinvolto i ragazzi in uno slalom tra aromi, sapori e percezioni sensoriali.
Matias Perdomo e Paolo Vizzari
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile
Foto di gruppo per gli chef impegnati per il talk (e poi la cena) di Identità Olimpiche, l'altro giorno al Kosmo di Livigno (Sondrio)
Uno scorcio della sala ristorante
Uovo di selva affumicato al pino, spuma di formaggio di capra - Tutte le foto: Andrea Sgrò
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.