30-10-2021
Massimo Bottura sul palco del primo Brain Food forum organizzato da S.Pellegrino Young Chef Academy questa mattina
Cos'è la creatività in cucina? E ancor meglio: cos'è la creatività, applicata al tentativo di pensare a una cucina sempre più no waste? «La creatività è una buccia di banana», risponde Massimo Bottura, ospite d'onore del primo Brain Food forum organizzato da S.Pellegrino Young Chef Academy questa mattina, dunque a poco dalla proclamazione del vincitore della competizione, prevista tra qualche ora alla Megawatt Court di Milano.
Una buccia di banana? Per spiegarlo lo chef modenese fa un passo indietro, a Expo 2015, sempre nel capoluogo lombardo, «tutti mi chiedevano a partecipare a mille eventi, nessuno però era focalizzato sul tema dell'Esposizione, ossia "Feed the planet". Ho preso a riflettere sulla questione e sono giunto alla conclusione che per "nutrire il pianeta" occorresse innanzitutto combattere lo spreco alimentare», si stima che circa un terzo - circa 1,3 miliardi di tonnellate - di tutto il cibo prodotto venga sprecato o perso ogni anno, circa il 14% (del cibo globale e fino al 40% in alcuni mercati) si deteriora prima ancora di raggiungere i rivenditori, il tutto in un pianeta in cui oltre 800 milioni di persone soffrono la fame.
Arriva lì l'illuminazione, come dice lo chef "always keep a door open to the unexpected", ossia «bisogna usare ogni giorno la mente, la conoscenza, la coscienza, la cultura, l'immaginazione e il senso di responsabilità per cucinare quello che abbiamo a disposizione». Bottura deve preparare la Carbonara per 200 persone, il guanciale è appena finito... E allora mette le bucce di banana in acqua salata, poi le tosta nel forno. Taglia il poco guanciale rimasto in fette sottilissime, le adagia sopra le bucce di banana tostate, rimette in forno in modo che il salume si fonda con lo scarto del frutto. Infine affumica quanto ottenuto, lo taglia a cubetti, ed ecco un guanciale-non-guanciale pronto per condire la Carbonara, «nessuno se n'è accorto!».
Bottura con il presentatore Ryan King
Bottura e la sua brigata ridanno vita, in forma nuove, a piatti storici. Tra questi anche la Carbonara, o per meglio dire la Zuppa fredda di Carbonara di Gianfranco Vissani, «volevamo trasformarla in un dessert. Per 22 volte abbiamo provato, ma non eravamo mai soddisfatti. Alla fine mi ricordo di Rio de Janeiro, delle bucce di banana...». Ecco Crema inglese al pepe, guanciale, banana, gelato di pecorino, caviale, "piatto folle, impossibile, straordinario", come l'abbiamo descritto. «Prendiamo le bucce pelate della banana, le tostiamo e diventano un cono croccante. Poi mettiamo una base di crema di banana con gelato al pecorino e crema inglese alla vaniglia e pecorino – a riprendere appunto la carbonara – con cubi di guanciale tostato (pazzeschi!, ndr) che esprimono tutta la loro sapidità. I coni hanno l'aspetto di quelli del ceramista Giorgio Di Palma a Casa Maria Luigia». E infine il tocco vissaniano: una cucchiaiata di caviale in fondo al cono, come fosse il cioccolato che si trova sempre a chiudere i coni gelato industriali. E ovviamente il pepe a condire il tutto.
Crema inglese al pepe, guanciale, banana, gelato di pecorino, caviale di Massimo Bottura
Virgilio Martinez
I membri del Grand Jury
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Il Borlengo dell'Appennino di Jessica Rosval, chef del ristorante Gatto Verde a Casa Maria Luigia, Modena. Foto di Margherita Verini e Stefania Gambella
L'ambientazione "8 e mezzo" di Torno Subito Singapore di Massimo Bottura, aperto con il Gruppo Como a Dempsey Road, nel febbraio 2024
Massimo Bottura tra le botti della sua acetaia: «Il mio approccio è quello dei grandi vigneron italiani, che attraverso i loro vini hanno dato un’espressione autentica del proprio territorio con il coraggio di uscire dal disciplinare», ci racconta