20-07-2024
Bar Leone a Hong Kong ha conquistato il primo posto nell’Asia’s 50 Best Bars, promossa da Perrier, e il premio Disaronno Highest New Entry Award. Al timone del progetto, l'italiano Lorenzo Antinori
È il giugno 2023 quando un angolo di Trastevere, il Bar Leone, apre nel cuore di Hong Kong con una formula insolita per il pubblico asiatico: un bar popolare tappezzato da vecchie foto dell’allenatore Carlo Mazzone, con l’iconografia italiana degli anni ’70-80 - sia negli allestimenti sia nella musica - a costituirne il corpo, mentre un’ospitalità perfetta e l’alta miscelazione ne sono l’anima.
Sì, perché a dirigere il bancone e a pensare di abbinare cocktail a pizza bianca e mortadella è Lorenzo Antinori, bartender pluripremiato, che è stato alla direzione di importantissimi cocktail bar di stampo internazionale, l’ultimo dei quali ARGO al Four Seasons di Hong Kong.
Il bartender Lorenzo Antinori
Lo scorso 16 luglio Bar Leone, insegna di cui Antinori è socio, si è aggiudicato il primo posto nell’Asia’s 50 Best Bars, promossa da Perrier, e il premio Disaronno Highest New Entry Award. Un risultato in qualche maniera atteso, soprattutto tra chi ha avuto modo di vivere l’ospitalità e l’atmosfera di Bar Leone contestualizzata in una piazza pari a quella dell’ex colonia inglese e, in generale, all’offerta di cui si gode in tutta l’Asia in termini di cocktail bar.
Si tratta di un luogo di rottura, un angolo d’Italia, in cui la vivacità e il saper vivere italiano con le abitudini nostrane e quell’immancabile ironia non tardano a conquistare una clientela avvezza a locali che strizzano l’occhio al vicino Giappone e all’estremo lusso di catene alberghiere, con strutture di rara bellezza e puro design.
Antinori, invece, ha voluto ricreare attraverso un bar popolare nel quartiere di Soho di Honk Kong, il sapore di casa, di quella Roma che gli ha dato i natali, senza mai dimenticare la carriera che ha alle spalle e che entra notevolmente nella drinklist e nella rivisitazione dei grandi classici della miscelazione.
Come ci ha raccontato egli stesso nel corso della nostra visita, «qui c’è un ritorno alle origini per non andare verso l’innovazione, bensì per lavorare con semplicità, con spirits di alta qualità e materie prime d’eccellenza». Non solo, il locale è anche frutto di collaborazioni importanti direttamente dall’Italia: i bicchieri utilizzati sono quelli mandati direttamente dal Camparino, cocktail bar a Milano, la pizza bianca è realizzata da un panificatore locale in grado di replicare l’originale romana e, ovviamente, non può mancare la mortadella per la farcitura, che manda in visibilio il pubblico asiatico.
Il linguaggio utilizzato è immediato, diretto, frutto di un salto spazio-tempole in cui il quartiere di Trastevere, simboleggiato dal leone, sembra aver trovato un nuovo territorio di appartenenza.
I "cocktail popolari" di Bar Leone
Leone è un bar che celebra l’essere parte di una comunità, di un quartiere - esattamente come succede a Roma -, ma anche un immenso amore per i grandi classici, che Antinori stesso introduce a chi non è italiano con il termine “cocktail popolari”, non tanto riferendosi al loro ruolo nella cultura pop, quanto al fatto che siano una dimostrazione di bellezza della semplicità. Nessuna traccia di nostalgia, ma un amarcord per cui non viene mai meno il desiderio di divertirsi e far divertire.
I drink proposti a partire dalle 17 del pomeriggio fino a tarda notte, sono quindi improntati sulla classicità, ma con un piccolo tocco del maestro, cercando di esaltare prodotti artigianali, gli ingredienti e la stagionalità. Nessun distillatore o forma di tecnologia, la miscelazione di Bar Leone si discosta dalle tendenze del momento proprio per mantenere quell’immediatezza che permette ai clienti di entrare in sintonia con la drinklist e comprendere appieno gli ingredienti che compongono ciascuna proposta.
Un esempio è il Leone Martini - la quintessenza del cocktail secondo Antinori - a base di Gin Ginepraio, Marsala secco, fiori d’arancio e oliva; oppure il Cynar Sour con limone, olio d’oliva, albume e noce moscata. Per gli appassionati non mancano degustazioni di amari italiani, oltre a piattini e spuntini che esaltano la bellezza di una cultura popolare la quale, secondo Antinori, può trovare casa in qualsiasi luogo e tempo a dispetto delle regole di omologazione e globalizzazione.
ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.
di
sceneggiatrice e scrittrice, dalla scuola di giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso è approdata a Identità Golose
Shake and shock è la voce della rivoluzione miscelata: consigli, spirits, storie, abbinamenti e degustazioni memorabili, con una marea di indirizzi da non perdere e da bere responsabilmente