Mondo pizza

25-04-2025

Nella pizzeria del Basso Lazio che è un ponte tra passato e futuro

Pizzeria della Passeggiata a Priverno (Latina): Antonio Visentin e Giammarco Ambrifi hanno dato impulso all'insegna di famiglia scommettendo sulla tonda. E senza tralasciare la teglia

Lo Sciuscello della Pizzeria della Passeggiata da

Lo Sciuscello della Pizzeria della Passeggiata dal 1985 di Priverno, Latina (foto del servizio di Alberto Blasetti)

Priverno è un comune del basso Lazio sui monti Lepini, in provincia di Latina. Un borgo come tanti altri, con un centro storico pieno di scale e vicoletti in pendenza, con la piazza grande, il palazzo comunale, il Duomo e poi c'è la passeggiata, quella lunga strada panoramica che costeggia il paese e si affaccia sulle colline. Proprio qui lungo questa via, si trova la Pizzeria della Passeggiata dal 1985, un progetto che mette insieme il vecchio e il nuovo.

La Pizzeria della Passeggiata era in origine un piccolo locale in cui le sorelle Nadia e Pina Scalesse sfornavano ogni giorno pizza al taglio e che dal 2022 si è ampliato e trasformato su impulso di Antonio Visentin e Giammarco Ambrifi, due cugini, figli delle due sorelle. Dopo gli studi, alimentati dalla passione per la pizza, hanno deciso di ridisegnare il format e scommettere sulla tonda, senza tralasciare la teglia. È proprio questa tipologia di prodotto, infatti, che rappresenta il punto di partenza, le radici per Antonio e Gianmarco e che è stata inglobata all'interno del loro nuovo progetto, da vivere come un unico luogo in cui coesistono due esperienze distinte, quella classica della teglia d’asporto a cui i privernesi sono abituati, e quella della tonda contemporanea al tavolo con un menu degustazione, un pairing di vini e un bancone per la mixology.

LA PIZZA. La pizza è in stile contemporaneo con un richiamo alla tradizione napoletana. L'impasto è realizzato con farina tipo 0 macinata a pietra e un'idratazione al 75%, con una maturazione fino a un massimo di 24 ore e cottura finale in forno elettrico, che le conferisce un effetto piacevolmente croccante. Il cornicione risulta ben alveolato senza essere eccessivamente alto, mentre l’intero disco ha una struttura e una consistenza equilibrata: croccante sui bordi e più scioglievole al centro, garantendo una masticabilità perfetta in armonia con i topping. Oltre alla tonda i due pizzaioli realizzano altri quattro diversi impasti: la Falia dolce a lievitazione naturale, il padellino, il croissant e la montanara.

Antonio Visentin e Giammarco Ambrifi (Alberto Blasetti)

Antonio Visentin e Giammarco Ambrifi (Alberto Blasetti)

Gli ingredienti selezionati sono fortemente legati al territorio e alla tradizione contadina. La filosofia di Gianmarco e Antonio è quella di creare sinergie con i produttori locali, valorizzando le eccellenze della zona. Tra gli ingredienti utilizzati spiccano il broccoletto di Priverno, una rara varietà chiamata localmente chiacchietegli, caratterizzata dal colore viola e da un sapore delicato e anche presidio Slow Food, la fonduta di Marzolina (altro presidio Slow Food), gli oli monovarietali di Itrana, le patate viola di Sabaudia dell'azienda Antonio Ruggiero e persino la carne di bufalo, tipica e molto apprezzata nell’area dell’Agro pontino, protagonista della loro pizza Genovese di Bufalo.

La pizza di Gianmarco e Antonio non è solo una celebrazione del territorio: è anche un ponte tra passato e futuro. In questo progetto c'è una forte consapevolezza delle radici, quelle familiari da una parte e quelle culturali dall’altra, che si intrecciano e non si limitano solo a esaltare i prodotti locali, ma li trasformano in strumenti per mantenere viva la memoria storica attraverso la pizza.

La Pizzeria della Passeggiata oggi è l'evoluzione naturale di ciò che le due sorelle Scalesse hanno iniziato nel 1985, trasformandolo in un format moderno dove i due cugini pizzaioli sono riusciti a far coesistere il tempo di ieri e quello di domani in un presente che sa di modernità, ma che rimane profondamente ancorato alle sue origini e all’essenza della tradizione.

Passato e futuro si fondono perfettamente nelle due portate simbolo di questo locale. Il passato si ritrova nella Falia, un’antica specialità, un incrocio tra un pane e una focaccia, preparata con farina, acqua e lievito madre e tipica della tradizione contadina. In origine (ma ancora oggi) si usava mangiarla ripiena di broccoletti, una sorta di street food e sicuramente il pasto ideale nei campi, tanto radicata nel territorio che a Priverno, ogni fine marzo, viene celebrata con la Sagra della Falia e Broccoletti. Qui a La Pizzeria della Passeggiata nel 2025 diventa dolce e viene farcita con ricotta vaccina, cannella e cioccolato artigianale fondente (al 70%), protagonista tra i dessert.

Crocchetta viola (Alberto Blasetti)

Crocchetta viola (Alberto Blasetti)

Margherita scomposta (foto di Roberta Scampone)

Margherita scomposta (foto di Roberta Scampone)

Il futuro, invece, si esprime nel loro innovativo menu degustazione di margherite, chiamata "Evoluzione di Margherita", un percorso in cui ogni spicchio rappresenta un passo avanti nell’interpretazione della pizza più iconica: dalla Margherita classica si passa a versioni sempre più sperimentali, come la Margherita Scomposta, il Pensiero di Margherita e Illusione di Margherita. Pensiero di Margherita è servita con un gelato ottenuto dal latticello di bufala, in un’ottica di riduzione degli sprechi in cucina. Il latticello, infatti, è un sottoprodotto del taglio della mozzarella di bufala, mentre il coulis di basilico viene ricavato dai gambi della pianta. Il tutto in un topping equilibrato tra sapori e consistenze. Mentre possiamo definire l’Illusione di Margherita l’emblema della loro visione creativa: ciò che sembra una margherita in realtà è il risultato di una combinazione inaspettata di salsa di kiwi stufata, kiwi fermentati, che richiamano la dolcezza del datterino giallo, beurre blanc al posto del fior di latte, basilico e olio evo. Un gioco di percezioni che rivela la direzione innovativa intrapresa da Gianmarco e Antonio, unendo tecnica, ricerca e sperimentazione. Inoltre questa pizza è l’unica proposta in teglia inserita nel menu.

Scorrendo il menu troviamo oltre alle pizze classiche, le pizze autentiche come la Margherita scomposta e la Violetta a base di patate viola, fior di latte, guanciale, chips di patate viola, fonduta di Pecorino Romano Dop; le pizze d’autore dove tra tutte spicca la Sciusciello a base di Crema di broccoli, broccoli spadellati, fior di latte, salsiccia, fonduta di Marzolina (Presidio Slow Food), peperone crusco lucano e olio Evo biologico monovarietale. Sempre tra le pizze più creative compare la Callarroste a base di crema di castagne, fior di latte, gel di melograno, prosciutto cotto alla brace, olio al rosmarino. Tra le proposte anche due tipi di padellino, le montanarine, il calzone e una margherita in doppia cottura.

In tema di territorialità nemmeno i fritti deludono, da provare sicuramente la Crocchetta Viola, a base di patate viola, Parmigiano Reggiano Dop, prosciutto cotto, provola affumicata, pepe nero, fior di latte e prezzemolo e Lasagna broccoletti e salsiccia, una lasagnetta a base di pasta fresca ripiena di broccoletti, salsiccia, provola e Parmigiano Reggiano Dop che regala un morso godurioso e allo stesso tempo delicato nei sapori.

Illusione di Margherita (Alberto Blasetti)

Illusione di Margherita (Alberto Blasetti)

Falia dolce (foto Roberta Scampone)

Falia dolce (foto Roberta Scampone)

Un altro punto di forza è il servizio attento e la modernità del locale, che nei suoi dettagli di design rende omaggio alla storia di Priverno e del territorio, attraverso la scelta di materiali evocativi. Particolare attenzione è riservata alla carta dei vini, che include anche la possibilità di pairing con il percorso di degustazione. Una proposta sintetica ma dinamica, pensata per variare stagionalmente e abbinarsi alle pizze presenti in menu. L’offerta spazia tra diverse tipologie di vino e si concentra su due concetti essenziali: territorialità e vitigni autoctoni (senza tralasciare le bollicine d’0ltralpe) come il Capolongo, il Maturano, il Cesanese, Il Greco Moro e il Merlot di Atina, accanto a quelli più rappresentativi della Penisola.


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Giusy Ferraina

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Giusy Ferraina

Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport

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