Il futuro della distillazione? Sapersi differenziare e aprire le porte alle visite.
Ne è convinto Jacopo Poli, che sta proseguendo sulla strada della promozione delle Distillerie Poli non solo per quanto riguarda la qualità del prodotto, ma anche per la possibilità di scoprire di persona la storia della grappa e le tecniche attuali di produzione, attraverso proprio le visite in distilleria.

Una fase della produzione
Dopo tanti anni, la
Poli si è anche presentata con uno stand al
Vinitaly: «In questo lungo periodo l’azienda è cambiata tanto – esordisce
Jacopo Poli - non tanto nella qualità di prodotto, ma nella differenziazione. Sono cambiate tante cose, ma è rimasta in integra e intatta l'identità dell'azienda, vocata alla distillazione, e che dal 1985 ha aperto le porte a chi vuole esplorare e conoscere questo mondo. Tanto è vero che è l'unica realtà italiana che è stata scelta dalla famosa guida di viaggi
Lonely Planet fra le 10 distillerie del mondo che meritano di essere visitate».
«Visitarne una distilleria – spiega Jacopo Poli – vuol dire scoprire cosa c'è dietro un'etichetta di un distillato, la cultura di questo prodotto, la tecnologia, il sapere e il sapore che connotano non solo la grappa ma anche gli altri distillati».

Le tre tipologie di gin della Poli
Innovazione anche nel prodotto: «Siamo l'unica distilleria nella quale convivono tre metodi di distillazione diversi: distilliamo con il sistema storico a vapore fluente, ma anche a bagnomaria e con l'innovativo sistema a bagnomaria sotto vuoto. Questi tre tipi di alambicchi ci permettono di fare distillati diversi. La grappa resta sempre il nostro distillato del cuore, ma questi alambicchi ci permettono anche di produrre il gin, che piace moltissimo e che sta avendo grande riscontro nel mercato da diversi anni. e che ci permette di entrare in contatto con un tipo di pubblico diverso rispetto a quelli degli amanti della grappa».
«E poi distilliamo anche il whisky – spiega Jacopo Poli – Ne facciamo due: il primo è nato nel 2019, si chiama Segretario di Stato, in onore del nostro più illustre concittadino di Schiavon, il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Pietro Parolin. Il secondo whisky, ha visto luce paio d'anni fa, si chiama Conclave». Un termine, questo, divenuto recentemente di stratta attualità, in quanto rappresenta quel momento in cui si riuniscono i cardinali della Chiesa Cattolica quando devono leggere il nuovo Papa. «L'abbiamo chiamato così perché le botti in cui invecchia il nostro whisky sono chiuse sotto chiave in una cella sotto vigilanza doganale fino al momento dell’imbottigliamento».

L'ultimo whisky nato: il Conclave
Il futuro della
Poli, quindi, è quello di continuare a mantenere le diverse anime della distillazione. «La nostra azienda rimane artigianale – continua - ma si avvale anche delle più moderne tecniche di gestione degli alambicchi». Con la realizzazione quindi di prodotti ideali anche per la miscelazione, che aiutano anche ad avvicinare a un bere consapevole anche i giovani.
«Il mondo della miscelazione è molto intrigante, nel senso che è estremamente creativo e dialettico, in quanto si comunica molto con un pubblico fatto di bartender competenti, creativi e appassionati. E con un pubblico molto giovane, che non conosce ancora la grappa in tutte le sue sfaccettature, in tutta la sua complessità, in tutta la sua espressività».

L'ingresso del museo nel centro di Bassano del Grappa
Insomma, una sorta di apripista: «Il mondo della mixology ci ha permesso di aprire queste porte, di aprire un dialogo e di far conoscere a un pubblico molto più ampio un distillato ricco di storia e ricco anche di intensità e colori aromatici come la grappa. Quindi è un sistema per dialogare, ci permette di aprire queste porte».
Obiettivo raggiunto? «Funziona. Tanto che per la prima volta nella storia, un paio di anni fa, è stato inserito nella lista ufficiale dell'IBA, cioè l'International Bartender Association, un cocktail a base di grappa. È un piccolo grande passo per il mondo della grappa, perché sta a significare che anche la grappa si può utilizzare nella mixology, con il dovuto riguardo e creatività».