08-07-2024
Adua Villa, scrittrice, narratrice e imprenditrice digitale
Adua Villa è sommelier, scrittrice, animo social e globetrotter. Ha saputo interpretare il linguaggio del vino con un approccio pop misurando il suo talento in televisione, alla radio, attraverso i podcast, fino all’intelligenza artificiale. Comunicatrice 2024 per la guida Bollicine del Mondo, ci ha svelato quando e come si è avvicinata al mondo del vino.
«La molla che mi ha spinta a entrare in questo mondo è stata la grande curiosità - spiega Adua -. I miei fratelli avevano fatto dei corsi sul vino e mio padre è sempre stato un grande appassionato di Champagne e bollicine. Insolito è stato il mio approccio perché quando mi sono iscritta al primo corso Ais, alla voce "livello di conoscenza" io scrissi: Astemia. E lo ero! Non avevo mai bevuto del vino al di là del brindisi. Un apparente ostacolo che, in verità, è stata la mia tela bianca. Ho iniziato un percorso mossa dalla curiosità e dalla passione che respiravo dagli altri intorno a me. Non avendo preferenze, retaggi o influenze guardandomi indietro mi rendo conto di aver scritto il mio diario, passo dopo passo, soprattutto lasciandomi sorprendere. Ed è proprio la sorpresa che cerco spesso nell’esperienza, quel fattore wow che mi porta poi ad approfondire - nel caso del vino - verso un territorio, un produttore, un progetto, una storia».
Adua Villa sul palco di Identità Milano 2024, dove è stata premiata durante la presentazione dell'edizione 2024 della Guida alle Bollicine del Mondo
Una donna che colpisce per l’empatia che riesce a stabilire con il suo pubblico. I suoi modelli d’ispirazione sono i registi cinematografici e gli ideatori di campagne pubblicitarie. Una ricerca incessante di vecchi modelli di narrazione che restano contemporanei. «Nell’ultimo periodo mi stuzzicano i Marketers e attingo, a piene mani, da diverse community italiane e internazionali che affrontano altri mercati con originalità e che hanno un pubblico multi-generazionale. Quasi mai uso modelli del vino per raccontare il vino».
E con le bollicine che evoluzione ci dobbiamo aspettare? «A oggi il comparto delle bollicine è davvero la voce che traina tutto il resto della produzione vinicola italiana nell’export. Il Prosecco Doc è sicuramente la denominazione che ne detiene i numeri più importanti. Ma in generale gli spumanti fanno sempre da apripista all’estero per il nostro mercato. Sia perché il pubblico ne sa riconoscere meglio la beva, ma anche perché viene apprezzato da estimatori e semplici consumatori. Cambia il riconoscimento della tipologia quando poi parliamo di Metodo Classico, dove si necessita di un consumatore maggiormente attento. La tendenza sempre più diffusa in Italia è di produrre bollicine regionali o zonali, come la nuova Abruzzo DOC Trabocco, che sono ottimi biglietti da visita all’estero per far conoscere i nostri territori ed una qualità che ci contraddistingue».
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di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
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