Adua Villa è sommelier, scrittrice, animo social e globetrotter. Ha saputo interpretare il linguaggio del vino con un approccio pop misurando il suo talento in televisione, alla radio, attraverso i podcast, fino all’intelligenza artificiale. Comunicatrice 2024 per la guida Bollicine del Mondo, ci ha svelato quando e come si è avvicinata al mondo del vino.
«La molla che mi ha spinta a entrare in questo mondo è stata la grande curiosità - spiega Adua -. I miei fratelli avevano fatto dei corsi sul vino e mio padre è sempre stato un grande appassionato di Champagne e bollicine. Insolito è stato il mio approccio perché quando mi sono iscritta al primo corso Ais, alla voce "livello di conoscenza" io scrissi: Astemia. E lo ero! Non avevo mai bevuto del vino al di là del brindisi. Un apparente ostacolo che, in verità, è stata la mia tela bianca. Ho iniziato un percorso mossa dalla curiosità e dalla passione che respiravo dagli altri intorno a me. Non avendo preferenze, retaggi o influenze guardandomi indietro mi rendo conto di aver scritto il mio diario, passo dopo passo, soprattutto lasciandomi sorprendere. Ed è proprio la sorpresa che cerco spesso nell’esperienza, quel fattore wow che mi porta poi ad approfondire - nel caso del vino - verso un territorio, un produttore, un progetto, una storia».

Adua Villa sul palco di Identità Milano 2024, dove è stata premiata durante la presentazione dell'edizione 2024 della Guida alle Bollicine del Mondo
Un percorso formativo ed esperienziale che è frutto di studio continuo. Dalla dizione per perfezionare l’accento venezuolano dove
Adua è nata e cresciuta, per la necessità di parlare un italiano senza inflessioni. «Questo insegnamento è stato utile per rendere il palato fluido - afferma - mi ha permesso di capire come si parla in cuffia sia per lavorare in radio, nella produzione dei podcast e, non in ultimo, come va modulata la voce in presenza. Poi ho dovuto superare la timidezza e uscire fuori dalla mia comfort zone e gestire gli imprevisti. Questo sommato a una lunga formazione professionale ha sicuramente contribuito a quella che sono oggi. Insomma, hard e soft skill = abbinamento perfetto».
Una donna che colpisce per l’empatia che riesce a stabilire con il suo pubblico. I suoi modelli d’ispirazione sono i registi cinematografici e gli ideatori di campagne pubblicitarie. Una ricerca incessante di vecchi modelli di narrazione che restano contemporanei. «Nell’ultimo periodo mi stuzzicano i Marketers e attingo, a piene mani, da diverse community italiane e internazionali che affrontano altri mercati con originalità e che hanno un pubblico multi-generazionale. Quasi mai uso modelli del vino per raccontare il vino».
Tra i tanti progetti di
Adua ci piace raccontare
Best Wine Stars, giunto alla quinta edizione, che si svolge a Milano. Un progetto ideato e creato da Prodes, società che opera a Milano con un porfolio di grandi eventi tra cui spiccano attività del
Fuori Salone del Mobile oltre alla
Milano Jewelry Week.
Villa sviluppa contenuti e Masterclass, Talk a tema vino e conferma i valori portanti della sua attività per
Best Wine Stars: «Il mio lavoro si fonda sulla
condivisione, sugli
strumenti a disposizione e deve essere
accessibile a tutti.
Condivisione: tutte le Masterclass sono tenute a due voci da me e altri giornalisti, blogger, speaker, scrittori, podcaster, tecnici del settore o creators. Questo per avere un punto di vista sempre diverso per ogni argomento trattato, rendendolo un lavoro collettivo dove ognuno mette le proprie competenze a servizio del consumatore. Poniamo le nostre domande al produttore o al consorzio presente così da avvicinare il più possibile i consumatori al mondo del vino, costruendo così una narrazione collettiva e condivisa.
Strumenti: il tutto è finalizzato per poter creare e dare al consumatore gli strumenti che saranno realmente utili per essere in grado di riuscire a decifrare, capire, ordinare al tavolo di un ristorante o acquistare una bottiglia di vino allo scaffale. Il focus è riportare il vino nelle mani del consumatore: "Oggi lo degusti con noi, cosi domani lo sceglierai per condividerlo con chi vuoi".
Accessibile a tutti: con questa manifestazione diamo un’occasione a piccole aziende di potersi raccontare, persino con una sola etichetta, così da essere protagonisti insieme ad altre realtà in un viaggio immaginario. E infine i costi di partecipazione si abbattono di molto perché si dividono. Infine Milano. È davvero molto importante per le aziende, non solo per il valore commerciale ma anche per una questione culturale. Città camaleontica e in continuo cambiamento, a oggi unica vera porta europea della nostra bellissima Italia dal respiro internazionale».
E con le bollicine che evoluzione ci dobbiamo aspettare? «A oggi il comparto delle bollicine è davvero la voce che traina tutto il resto della produzione vinicola italiana nell’export. Il Prosecco Doc è sicuramente la denominazione che ne detiene i numeri più importanti. Ma in generale gli spumanti fanno sempre da apripista all’estero per il nostro mercato. Sia perché il pubblico ne sa riconoscere meglio la beva, ma anche perché viene apprezzato da estimatori e semplici consumatori. Cambia il riconoscimento della tipologia quando poi parliamo di Metodo Classico, dove si necessita di un consumatore maggiormente attento. La tendenza sempre più diffusa in Italia è di produrre bollicine regionali o zonali, come la nuova Abruzzo DOC Trabocco, che sono ottimi biglietti da visita all’estero per far conoscere i nostri territori ed una qualità che ci contraddistingue».
Adua ha scritto un libro con l’intelligenza artificiale e ha dichiarato che sicuramente l’AI divide in due i gruppi di pensiero, le visioni: «L’AI ci sostituirà tutti – oppure che figata l’AI. Come in tutto quello che porto avanti, credo che la verità sia nel mezzo. L’AI è uno scossone incredibile. Forse è paragonabile all’avvento di internet e della stampa. Agisce sul fattore tempo in modo impressionante. Io non sono un ingegnere quindi non riesco a percepire fino in fondo lo strumento, ma se vedo la mia esperienza nella scrittura del libro, i nuovi PC di Lenovo e Samsung, i vari ChatGPT, Sora nei video, sono strumenti che ammetto fanno paura. Ma non ho paura perché mi possano sostituire, ma perché hanno un’evoluzione così rapida che non so quanto io sia in grado di stargli dietro. Alcuni mestieri saranno inevitabilmente spazzati via. Ma quanti ne verranno creati di nuovi? Io in questi 30 anni di esperienza sono passata dalla docenza alla TV, poi alla radio e alla carta stampata, passando per i social e il blog, infine ai podcast. Una modalità di comunicazione non è mai mancata ed è sempre stata costante in questi 30 anni: la masterclass di persona. Quello che avviene nell’incontro con il pubblico per me è insostituibile, anche dall’AI».