22-11-2023

Barolo Docg Riserva Cannubi 1752, la massima espressione del terroir della famiglia Damilano

È il millesimo 2016 l'ultima novità presentata nel corso di una verticale esclusiva al ristorante DaV in Torre Allianz a Milano. In degustazione anche le annate 2008, 2010, 2013 e 2015: un viaggio nel tempo che promette, in futuro, calici memorabili

Barolo è il quartier generale della famiglia Damilano, storica cantina di Langa. Già nel 1890 Giuseppe Borgogno, bisnonno degli attuali proprietari, si dedica alla coltivazione e vinificazione delle uve di proprietà.

Sarà Giacomo Damilano, con la generazione successiva a progredire il lavoro con nuove acquisizioni e ammodernamenti. Dal 1997 ci sono i nipoti: Guido, Mario e Paolo che fondano la propria professione con una visione all’unisono, vocata alla ricerca costante della qualità, passando dalla valorizzazione del Nebbiolo e concentrandosi in primis sulla menzione geografica più vocata, il Cannubi. Questa iconica collina di Barolo produce per Damilano due etichette: Barolo Docg Cannubi e Barolo Docg Riserva Cannubi “1752”. Con il primo vino si fonde l’approccio familiare verso questa denominazione puntando sull’esaltazione del terroir, mentre per la Riserva si è deciso di sfidare l’unicità Cannubi con risultati sublimi. Il Ceo Paolo Damilano dichiara: «La nostra azienda sta crescendo con numeri del fatturato 2023 in leggero aumento e ci aspettiamo di mantenere una divisione di risultato economico in tre parti distinte: Italia, Stati Uniti e resto del mondo. Abbiamo un nuovo progetto 2024 ancora in lavorazione che riguarda la zona del Timorasso».

Da sinistra, Guido Damillano, Paolo Damilano e Alessandro Bonelli

Da sinistra, Guido Damillano, Paolo Damilano e Alessandro Bonelli

L’occasione milanese al ristorsnte DaV in Torre Allianz pone l’accento sulla nuova annata, il millesimo 2016 di Barolo Docg Riserva Cannubi “1752” che esprime nel calice una complessità in continua evoluzione. Come ci spiega l’enologo Alessandro Bonelli: «Questo Barolo nasce quando l’azienda decide di valorizzare “Tumela”, il nucleo storico della sua menzione geografica Cannubi, situata nella parte più alta e centrale della collina, a circa 300 metri sul livello del mare. Un’area esposta a sud, sud-est con caratteristiche di eccellenza per la coltivazione della vite e per la perfetta maturazione dei grappoli. Qui il suolo rappresenta l’unica zona, nell’intero comprensorio della produzione del Barolo, dove sono compresenti terreni caratterizzati da marne di S. Agata, fossili con residui di arenarie di Diano, appartenenti a ere geologiche diverse. La presenza di sabbia fine, l’alcalinità e il calcio, il limo e l’argilla conferiscono all’unisono eleganza, colore intenso e concentrazioni polifenoliche elevate».

Il nome Cannubi 1752 è un omaggio all’anno a cui risale la più antica bottiglia delle Langhe, tuttora custodita nella città di Bra, contraddistinta appunto da tale denominazione in etichetta.

In degustazione, cinque annate: 2008, 2010, 2013, 2015 e la novità 2016.

Il 2008 è stata la prima vendemmia con condizioni regolari, il vino oggi si presenta con tipiche note di violetta e prugna secca ancora fresco e complesso. Su questo millesimo chiosa Guido Damilano: «In quell’anno ci siamo resi conto che l’età di quelle vigne era adatta per ricavarne una Riserva. Questo elemento ci ha convinto a prendere altre vigne in affitto per produrre il nostro Cannubi classico e dedicare i nostri vecchi vigneti all’esclusività di questa etichetta emblematica».

Il 2010 è frutto di un ottimo andamento vendemmiale, considerata in Langa una delle migliori annate del decennio. Un vino che esprime note di sottobosco e tocchi di polvere di cacao, tannini avvolgenti, freschezza disarmante, grande eleganza. Il 2013 è figlio di una vendemmia difficile, ma le note balsamiche lo identificano con un sorso garbato e convincente. C’è un evidente cambio di stile dovuto all’uso del legno. Il 2015 colpisce per l’austerità e la grande potenzialità di evoluzione. Florealità e frutto in perfetto equilibrio, sia al naso sia all’assaggio. Il tannino delicato è un grande indicatore di come questo vino potrà evolvere nel tempo. La novità 2016 si allinea a una grande annata in Barolo, che dona al calice complessità. Un vino che subisce una lunga fermentazione con una macerazione a cappello sommerso, seguita da un invecchiamento di 60 mesi in botti grandi e 24 mesi in bottiglia. Un vino che si esprimerà al meglio nel tempo. Damilano ha individuato altri appezzamenti in Barolo ideali per produrre un Nebbiolo identitario, tra cui nascono: Brunate, Cerequio, Liste, Raviole e, per l’appunto Cannubi. Baroli che trasudano di un terroir proprio di quella porzione di Piemonte e trovano nell’ interpretazione enologica vini più immediati, pur sempre rispondenti alle diverse menzioni geografiche, creando un mosaico gusto-olfattivo di grande versatilità e individualità netta di terroir. 

La cucina dei fratelli Cerea con abbinamenti dal tocco sabaudo ha reso indimenticabile questo incontro dei Barolo di casa Damilano. Complessità assoluta nel Cerequio e Cannubi 2019 con un’eleganza senza tempo, un viaggio virtuale che ti proietta nel  futuro.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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