22-04-2023

SanBarnaba: Francesco Ricasoli presenta il suo Trebbiano

Un vino bianco che fa ritrovare la forza della tradizione eppure che sa aprire una porta sul futuro. La presentazione e l'assaggio da Chic Nonna a Firenze

Vito Mollica e Francesco Ricasoli 

Vito MollicaFrancesco Ricasoli 

SanBarnaba, tutto attaccato: come quando mormori una formula magica, ma delle magie quelle vere. fatte di territorio, storia, di una mano tesa a chi ci protegge.

Francesco Ricasoli presenta il suo Trebbiano e tutta la sua potenza  durante un pranzo a Chic Nonna di Vito Mollica a Firenze. 

Un vino bianco, che facesse ritrovare la forza della tradizione eppure fosse spalancato sul futuro. Con una reputazione scolpita in un nome, Castello di Brolio, che abbraccia tutto per Ricasoli 1141. E una protezione speciale, appunto, quella di San Barnaba, compresso senza spazio come a trasmetterne il potere.

Francesco Ricasoli presenta il suo Trebbiano da Chic Nonna

Francesco Ricasoli presenta il suo Trebbiano da Chic Nonna

L’origine è in quella terra che celebra il vino e gli reclama un posto a fianco. «Nella convinzione che le uve frutto di una selezione di antico Trebbiano di Brolio avessero un potenziale straordinario, dopo quasi dieci anni di ricerche si è deciso di dare un’interpretazione contemporanea  dedicandogli nel 2018 una piccola particella (1,18 ettari) nel podere di Tarci» sottolinea. È stato attento, Ricasoli, gioiosamente avido di ogni dettaglio: anche del vetro che cercava il più simile possibile a come si agiva prima a partire dal colore. Tra i 470 e i 480 metri di altezza, i terreni che prevalgono sono costituiti da arenaria, ricca di sabbia e pietre. Le sostanze organiche scarseggiano e promettono un’essenzialità che è ricchezza. Diciannove suoli differenti, da queste parti.

Ripercorriamo allora la strada di queste uve di vendemmia 2020,  raccolte il 25 settembre e, una volta diraspate e lievemente pigiate, sottoposte alla vinificazione in anfore di cocciopesto prodotte in Toscana. Questo per gridare ulteriormente le loro radici. La macerazione sulle bucce si è presa il suo tempo, almeno tre mesi, poi il vino è rimasto in affinamento per un anno in anfora per il 40%, acciaio per il 30%, tonneaux di secondo e terzo passaggio per il 30%. San Barnaba è il protettore degli agricoltori, preserva dalla grandine e lo racconta anche un piccolo tabernacolo da queste parti. 

Ma protegge anche dalle facili conclusioni. Ecco un vino che non aggredisce il naso, bensì offre una sua morbidezza senza sobbalzi. L’acidità è marcata per affermare la freschezza e prolungarne il piacere.  Sanbarnaba 2020 è stato imbottigliato il 20 novembre 2021 in 5.600 bordolesi e 50 magnum. 

Ma soprattutto il progetto Castello di Brolio Sanbarnaba non è, per così dire, solo. Si inserisce con armonia nel lavoro certosino evocato da Francesco Ricasoli e dalla sua azienda, attenta alla gestione sostenibile dei vigneti, immersa nello studio sui suoli tanto da volerne fotografare il Dna. Rigore scientifico che è grande eredità di Bettino Ricasoli, colui che fece nascere il mito del Chianti Classico.

Perché sostenibilità è un mondo non intrappolabile in etichette, uno sforzo costante.

Ci confrontiamo mentre dal Chianti Classico Gran Selezione 2016 si è passati alle primissime sensazioni dell’annata 2020. E mentre ci accostiamo ai formaggi affinati, richiamiamo quel Castello di Brolio Vin Santo Chianti Classico 2012, che ci aveva introdotti qui prima in una giornata fiorentina di sole e spensieratezza respirata.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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