20-11-2021

Montiano 2018, la rivelazione di un Merlot, made in Lazio, iconico dell’enologia italiana

E' il "vino di famiglia" di casa Cotarella, prodotto dal 1993. In una degustazione alla cieca, il nuovo millesimo ha stupito tutti per la sua identità

In autunno 2019 a Identità Golose Milano venne svelata la nuova identità del Montiano 2016 con il restyling dell’etichetta dal carattere più vicino alle nuove generazioni di casa Cotarella. Potremmo chiamarlo il vino di famiglia, visto che i fratelli Riccardo e Renzo Cotarella producono questa etichetta dal 1993, e, anno dopo anno, ad esclusione del millesimo 2003, hanno dimostrato con i calici la maestosità di questo Merlot.

«Nel 1988, a Bordeaux, in occasione di un mio viaggio – chiosa Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi e winemaker conosciuto in tutto il mondo - andai a visitare i più grandi Châteaux di Saint-Emilion e Pomerol grazie alle raccomandazioni del critico Robert Parker. Un momento fondamentale per la nascita di Montiano, perché vedendo quelle distese di vigneti razionalizzai di vivere in un altro mondo. A Pomerol riuscii ad avere delle gemme del vino più iconico e lo innestai a casa. Una vera rivoluzione».

Riccardo Cotarella

Riccardo Cotarella

Cotarella non si arrende, e, con l’appoggio del fratello Renzo, sfida tradizioni e maledizioni ancestrali per far nascere il primo Merlot del Lazio con Montiano. Il presente vede Dominga, figlia di Riccardo, agronoma vocata al commerciale, con le figlie di Renzo, Enrica e Marta, portare avanti la tradizione di famiglia Cotarella. Un legame intrecciato di tre donne tenaci e caparbie che, con l’ausilio di Pierpaolo Chiasso, enologo e marito di Dominga, continuano a perfezionare l’ evoluzione del Montiano.

L’annata 2018 è stata presentata in azienda con un incontro singolare con signore del vino sommelier, comunicatrici, enotecare chiamate a degustare, alla cieca, 8 Merlot. Cinque Merlot del millesimo 2018, due 2014 e un 2017. Un evento chiamato alla francese “Montiano à l’aveugle” ossia alla cieca.

Pierpaolo Chiasso

Pierpaolo Chiasso

Dominga spiega: «Vogliamo condividere questo nuovo millesimo in un modo meno convenzionale e con un pubblico femminile di addette ai lavori. Ognuna nel proprio ruolo e con la personale esperienza contribuisce ad arricchire un confronto, senza filtri di quello che c’è nei calici».

Emozioni, dubbi, certezze, rivelazioni: tutto questo è la sintesi di una giornata in Famiglia Cotarella con Montiano. Un esercizio complesso che ci ha portato a fare delle riflessioni su quanto siamo condizionati dalle etichette che racchiudono il nettare di Bacco piuttosto che concentrare i nostri giudizi sul vino medesimo.

Dominga, Enrica e Marta Cotarella

Dominga, Enrica e Marta Cotarella

Noi di Identità abbiamo compreso chi fosse Montiano e colto lo stile contemporaneo che questo vino continua ad assumere. Allo stesso tempo siamo impalliditi quando, dopo aver stilato una personale classica di piacevolezza (tutti i Merlot erano straordinari, ndr), sul podio ci fossero, in questo ordine Montiano 2018 (anteprima), Montiano 2014 e Petrus 2017.

Sì, avete letto bene. Un giudizio condiviso con la maggior parte degli ospiti. Una giornata formativa ed emozionante che permette di dialogare e riconoscere un’indelebile identità di un luogo, di uno stile e di un Merlot messo sul mercato a un prezzo accessibile.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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