01-12-2020

Asa Johansson, penna del vino innamorata dell'Italia

Intervista all'organizzatrice della Festa del Chianti Classico a Stoccolma. Una donna appassionata di enogastronomia, olio e cultura

Asa Johansson nel ritratto di Francesca Fumagalli

Asa Johansson nel ritratto di Francesca Fumagalli

Freelance e collaboratrice per riviste e quotidiani, Asa Johansson scrive di enogastronomia, viaggi e cultura italiana per testate in Svezia e in Norvegia. Organizzatrice di viaggi enogastronomici in Italia. Una penna del vino che ha saputo trasformare il suo sapere con grande etica professionale, da sempre, la bussola più importante per scrivere di questo settore. Una passione che si è trasformata in professione.

Dal 2001 vive con la famiglia in Toscana, nel Chianti. Madre di due figli e, complice l’expertise tecnica del marito Stefano, che costruisce frantoi, è produttrice di olio extravergine d’oliva, La Collina Blu, ottenuto dagli alberi che circondano la casa. L’abbiamo incontrata.

Com’è approdata al mondo del vino?
Per caso. Studiavo Scienze politiche a Firenze. Trovai lavoro in enoteca. Non sapevo niente di quello che vendevo - tra l’altro con scarso successo - così ho iniziato un corso di sommelier. Capii che il mondo del vino mi emozionava. Tra corsi in Italia e all’estero, non ho mai smesso di studiare, e mi manca un esame per prendere il diploma Wset. Dopo essermi laureata, ho mandato un’e-mail a un tour operator svedese, BKWine, che organizza viaggi enogastronomici in tutto il mondo, chiedendo se avessero bisogno di una mano in Italia. A sorpresa hanno risposto di sì e, insieme, abbiamo sviluppato il mercato italiano. Per tanti anni ho girato le regioni vinicole con i miei connazionali, imparando tantissimo dalle persone che abbiamo incontrato.

La passione per la scrittura.
Il mio sogno è sempre stato scrivere. Avevo una grandissima voglia di condividere quello che vedevo durante i viaggi. Ho iniziato a mandare proposte a riviste e quotidiani svedesi. Se mi guardate da vicino vedrete che ho il naso un po’ piatto per via di tutte le porte che ho preso in faccia anche se, a un certo momento storico, ho avuto la mia possibilità. Ora lavoro con le più importanti riviste del settore in Svezia e Norvegia. La strategia del logoramento ha funzionato. Sono felice di essere circondata da persone migliori di me che mi stimolano a fare sempre meglio.

Cosa ricorda del primo lockdown?
Sono tornata in Italia, il 6 marzo, dopo aver organizzato, a Stoccolma, la seconda edizione della Festa del Chianti Classico, insieme alla mia collega Sofia Ruhne. Pochi giorni dopo siamo andati in lockdown. La prima settimana ho pianto, sentivo il mio mondo cadere a pezzi. Poi mi sono guardata allo specchio, pensando che in momenti come questi devi far vedere quanto vali. Ho deciso di essere flessibile, reattiva e positiva. Ho contattato le riviste con cui collaboro che mi hanno convertito i lavori che richiedevano di viaggiare in cose che potevo fare da casa. Vista la situazione, tanti hanno deciso di pagare di più del solito il mio compenso, e, mi sono commossa, più di una volta.

Come ha trascorso la quarantena?
Sono stata in Toscana, con la mia famiglia. Siamo stati fortunati ad avere un giardino e non essere soli. Ogni giorno, dopo colazione, guardavo il video della magica rimonta della sciatrice di fondo svedese, Charlotte Kalla, dall’ultimo posto al primo, durante le olimpiadi a Sochi del 2014. Questo per darmi la carica di lavorare meglio, e, per ricordarmi che quando pensi di perdere, dovresti lavorare più duramente. Stare ferma a casa non è stato facile, sono abituata a viaggiare oltre cento giorni all’anno. Forse è stato ancora più difficile per la mia famiglia avermi a casa così tanto. Poi è arrivata l’estate e nel secondo periodo di fermo è stato più difficile accettare questo nuovo scenario. Ma capisco la necessità. Non voglio abituarmi al fatto che qualcun altro decida sulla mia libertà. Mi preoccupa molto il dopo, la situazione politica e socio-economica. Vedo tante persone in difficoltà e credo che da parte della politica dovremo essere svegli a non accettare compromessi pericolosi.

Dal suo punto di vista come sta cambiando il mondo del vino?
Siamo diventati più creativi, capendo che ci possano essere modi diversi per comunicare e vendere il vino. Abbiamo capito il potenziale del digitale, anche se c’è ancora tanto da fare. Se vogliamo essere positivi, credo che il mondo tradizionale del vino abbia avuto una scossa che farà bene a lungo termine. Si è compreso, all’unisono, l’importanza di diversificare e lavorare sui canali variegati, di non limitarsi a un settore unico ma essere contaminati da mondi diversi. Annullando la maggior parte delle principali manifestazioni del vino ho continuato, come tutti, intensificando la modalità di lavoro digitale.

ESEMPIO. Charlotte Kalla, campionessa olimpica di sci di fondo

ESEMPIO. Charlotte Kalla, campionessa olimpica di sci di fondo

Questo tempo sospeso le ha fatto sviluppare nuovi progetti?
Ho sempre tanti progetti su cui lavoro in contemporanea. Li ho portati avanti. La calma di questo periodo mi ha permesso di usare il tempo per ragionare e pensare su cosa sia importante per me. Ho anche costruito un pollaio e ingrandito il nostro orto.

Lei produce anche un olio, La Collina Blu.
Un piccolo progetto iniziato l’anno scorso. Insieme a mio marito Stefano abbiamo deciso di iniziare una piccola produzione di olio extra vergine di qualità. Facciamo poche bottiglie; tuttavia il progetto ci sta dando grandi soddisfazioni. Più che altro sono felice di trasmettere la conoscenza di un prodotto di eccellenza italiano in Svezia. Il nome è un omaggio al quartiere complicato Blue Hill, in periferia al nord di Stoccolma, il luogo dove sono cresciuta. Lì i bambini iniziano con poco ma arricchendosi di attenzioni e amore riescono a restituire molto di più di quanto si possa immaginare. Esattamente come gli alberi di ulivo.

Qual’è la prima cosa che farà non appena ci sarà la possibilità di muoversi senza restrizioni?
Mi metterò un vestito con paillettes e andrò a ballare, a piedi nudi, in spiaggia, fino all’alba con tantissime persone sorridenti e musica altissima.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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