30-10-2020
Alessandro Masnaghetti mostra il suo progetto
Valorizzare il legame tra vino e territorio: questo è una sorta di “slogan”, diventato quasi uno stereotipo del mondo enologico. Riuscire a tradurre questa espressione in realtà, invece, è molto più complesso: fare capire un territorio, le sue espressioni, le due diversità, anche solo a parole diventa difficoltoso e, talvolta, puramente didattico.
Il progetto del Consorzio del Chianti Classico, invece, è ambizioso: perché mentre si assaggia un vino è possibile immergersi a 360 gradi nella campagna toscana, nel territorio, in un abbinamento virtuale con il paesaggio.
I partecipanti all'incontro al Circolo Filologico di Milano
Proprio “A colpo d’occhio” era il tema della degustazione che si è svolta al Circolo Filologico di Milano, organizzata dal Consorzio del Chianti Classico, per presentare lo studio e il lavoro effettuato dal “cartografo delle vigne” Alessandro Masnaghetti per poter comprendere ancora meglio il legame tra vino e territorio, a partire dal paesaggio.
Il presidente del Consorzio del Chianti Classico Giovanni Manetti
Ma per fare questo, serve un elemento fondamentale: la conoscenza del territorio. «Da lì siamo partiti con Alessandro Masnaghetti che studia da 10 anni il territorio del Chianti Classico, ha realizzato anche delle mappe meravigliose. In cantiere tutta una serie di progetti di studio che sono utili sia al produttore, sia al consumatore. Sempre di più si fanno domande sul territorio e sempre di meno sulle tecniche di vinificazione. Quanti mesi di barriques fa questo vino, non lo chiede più nessuno. Ma vogliono sapere le caratteristiche del luogo da dove arriva quel prodotto».
Le differenze tra i vari territori
Ma quella che presenta Masnaghetti non è una “semplice” mappa del territorio, come quelle già realizzate dal 2006 a oggi, ma è un viaggio virtuale nel Chianti Classico.
Giovanni Manetti e Alessandro Masnaghetti
Durante l’incontro è stato quindi possibile degustare 10 vini che provenivano dalle diverse zone del Chianti Classico, prima percorrendo la “dorsale est”, lungo i rilievi che delimitano l’area della Docg, tra terreni di macigno (sabbiosi) e alberese (calcarei), per poi andare nelle aree più a ovest, tra zone di origini alluvionali o lacustri. Un viaggio anche nei microclimi, non solo teorico, ma anche “visivo” grazie alle immagini a 360 gradi delle singole zone di produzione. In pratica, si poteva assaggiare i vini direttamente dalle vigne, circondati dalle colline del Chianti Classico.
I 10 vini in degustazione
In chiusura, invece, alcuni dati sul Consorzio e sull’ultima vendemmia. «Da una parte ci troviamo con un mercato che ha tenuto – spiega il presidente Giovanni Manetti – In questo momento abbiamo solo un -6%, mentre nel periodo di lockdown eravamo a -20%. Abbiamo avuto un ottimo rimbalzo. La vendemmia è stata eccellente e ci fa ben sperare per il futuro». Piccoli segnali di ottimismo che, di questi tempi, non fanno male.
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a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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