15-05-2020
Marco Parusso al centro, con Giulia e Tiziana
Scelte controcorrente, per vini che vogliono comunque essere sempre riconoscibili. Quello di Marco Parusso è praticamente un “marchio di fabbrica”, alla ricerca di vini, in particolare di Barolo, che siano contraddistinti da ampiezza di profumi e di colori, sentori netti di frutta e tannini presenti ma fini e morbidi.
«Mio nonno vendeva uva – racconta Marco Parusso – il primo a volere fare del vino è stato mio papà, e nel 1971 è uscita la prima annata di Barolo. Ma allora ancora molto prodotto era venduto sfuso. Io, invece, mi sono diplomato nel 1986 alla scuola enologica di Alba: siamo negli anni, per intenderci, dove l’uva Dolcetto valeva più del doppio del Nebbiolo. Il 1986 è stato anche l’anno del metanolo, e si era verificata anche una violenta grandinata: un inizio complicato».
I vigneti dell'azienda
Da qui la crescita dell’azienda, che ora può contare su 28 ettari di vigneto, la maggior parte tra Castiglione Falletto e Monforte, con 9 ettari ad Alba, acquisiti nel 2015 per sviluppare un nuovo progetto. «Ho lavorato sempre molto sulla parte agronomica – sottolinea Marco Parusso – Credo che la vigna sia il nostro capitale. Il Nebbiolo è un vitigno purosangue, da domare. E se lo riesci a far adattare, allora lui si esprime al 100%».
Dagli anni ’80 a oggi le cose sono cambiate di molto, soprattutto per quanto riguarda la cantina, dove i Parusso sono riusciti a fare investimenti importanti per aggiornare gli impianti tecnologici. «Da 35 vendemmie a oggi, il mio obiettivo è sempre stato chiaro – spiega Marco Parusso – fare vini buoni e riconoscibili. E per questo ho cercato sempre il massimo equilibrio, la riduzione al minimo dei possibili difetti, la maggiore ampiezza possibile sia per il colore che per i profumi. E per i tannini cerchiamo di arrivare a una polimerizzazione tale che mantengano le peculiarità antiossidanti, ma che risultino dolci in bocca».
La grande famiglia Parusso
E poi il procedimento diventa complesso, con sbalzi di temperature: «Facciamo una macerazione a freddo per 4 giorni, poi scaldiamo nel giro di 7 ore a 35° centigradi per avere una forte estrazione del colore e creando le condizioni ideali per i lieviti. Infine, sempre in poche ore, riportiamo tutto a 22° per una fermentazione a bassa temperature. Inoltre, a fine fermentazione, proseguiamo con macerazioni di 40 giorni». Il vino viene quindi portato in legno, barrique, molte delle quali nuove.
L'esterno della cantina
Per quanto riguarda i Barolo, l’azienda possiede alcuni Cru: il Mariondino sono circa 2 ettari al confine con Castiglione, che offre vini più speziati; il Mosconi, a Monforte, che con terreni più ricchi, offre spesso note più agrumate; e infine il Bussia a Monforte, con la vigna Rocche, con esposizione sud-sud este, e la vigna Mugne, esposta a sud ovest, che regala note più balsamiche e offre dei vini all’inizio più chiusi ma che escono alla distanza. «Noi facciamo una selezione per poi realizzare i vini delle singole vigne. Il rimanente va a realizzare il nostro Barolo Docg, con 50% delle uve da Bussia, il 30% da Mosconi e il 20% da Mariondino. Diciamo che questo è un concerto, mentre gli altri sono dei solisti».
Un momento della vendemmia
Il Bussia è sicuramente il vino da attendere: mostra i caratteri del grande vino, ma al momento, soprattutto al naso, non riesce a “uscire”, è un po’ introverso e chiuso. Come detto, il tempo è galantuomo: già lasciando la bottiglia aperta per qualche ora, la situazione è piacevolmente evoluta. Il pensiero è che possa essere un vino da lunghi affinamenti.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Una visione dall'alto delle Cantine Damilano a La Morra
Alcuni dei vini che abbiamo degustato presso la cantina G.D. Vajra a Barolo (Cuneo)
Luca Currado Vietti ed Elena Penna insieme ai figli Giulia e Michele