09-06-2017
Si chiama Meraviglioso il vino che Vittorio Moretti ha definito «La sintesi perfetta di 30 anni di Bellavista». È nato dalla collaborazione con l’enologo Mattia Vezzola, che ne ha dipinto i contorni così: «Sorge dalla volontà di essere unicamente se stessi. Volevamo evitare le tendenze di mercato o i virtuosismi enologici. Fare grandi vini in grandi formati significa equilibrare annate storiche per ottenere un vino unico. Volevo dimostrare, in primis a me stesso, che i vini bianchi di Franciacorta possono essere longevi quanto quelli dei cugini d’Oltralpe». Un vino diretto, proprio come l’imprenditore che l’ha concepito. Certo, il nome potrebbe sembrare presuntuoso ma il patron di Bellavista è un amante della vita. Conferma la figlia Francesca, che conduce l’azienda: «Mio padre sa di essere un uomo molto fortunato. Dalla vita ha avuto tanto. La sua allegria, la sua famiglia e la sua positività se le canta, nel vero senso della parola, tutte le mattine mentre fa la barba davanti allo specchio. Certo il testo di Modugno agevola questa ritualità e quando Mattia gliel’ha fatto assaggiare per la prima volta, l’esclamazione è stata immediata: «Meraviglioso!». Come dargli torto: l’assemblaggio è frutto di sei grandi annate - 1984, 1988, 1991, 1995, 2001 e 2002. Sono riserve che portano il nome del papà di Francesca e che generano un calice non facile da descrivere: spumanti sui lieviti dalla primavera 2003. Un vino dalla complessità olfattiva, gustativa e un perlage infinito.
Mattia Vezzola, Francesca Moretti, Vittorio Moretti
La vigna Uccellanda di Bellavista
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione