30-12-2017
A Milano si pensa che tutto quello che di buono arriva dalla provincia di Pavia, venga dall'Oltrepò. In questa circostanza scordatevelo. Rognano, l’accento sulla seconda vocale, è il primo comune in provincia di Pavia lungo la statale dei Giovi, solo una ventina di chilometri dal centro di Milano. Anime ben poche, poco più di 600 (ma erano ancora meno, 107, nel 1991), in pratica una sola via di accesso, tanta campagna e tante risaie tutt’attorno.
Non me ne vogliano gli altri 609 abitanti ma, se non fosse per la decina che anima Cascina Vittoria, non vi sarebbe ragione per recarsi fin lì. Ai milanesi piace sentir parlare di cascine, a volta capita anche che qualcuno vi si trasferisca. E’ stato così con i Ricciardella, papà Giuseppe, classe 1960, ex agente di commercio, e sua moglie Vittoria: nel 2003 misero gli occhi su quel poco che rimaneva di una struttura agricola eretta nel 1870. Sette anni di lavori e quando tutto era pronto, c'era il problema di dargli un nome. Zero indicazioni nei registri e sulle mappe: quindi liberi tutti loro, i due genitori e i quattro figli, di sceglierne uno senza remore. Come si chiama mamma? Vittoria. Perfetto: Cascina Vittoria.
Risotto riserva San Massimo mantecato alla zucca dell'orto, polvere di liquirizia e salsa al gorgonzola stagionate. Sotto il Plin alla milanese, due primi piatti di Giovanni Ricciardella a Cascina Vittoria
Cascina Vittoria mi ha impressionato per una cucina molto personale. Sono stufo di chi, anche stellato, scopiazza: serve solo a impressionare chi ha ben poca conoscenza della cucina. I mediocri sguazzano nell’ignoranza di blogger, clienti, giornalisti: in questi giorni si sono lette tante inesattezze persino su Gualtiero Marchesi, figuriamoci nel tran tran quotidiano.
Quanto al mio pranzo, tanti applausi per tutto eccetto che per una Tartare di fassona piemontese con accompagnamento di un gelato alla senape che io ripenserei, riducendolo o sostituendolo del tutto con un altro ingrediente, perché azzera il gusto della carne senza aggiungere acuti e spessore. Troppo tendente al dolce.
Il Bollito misto ma 2 volte di Cascina Vittoria a Rognano nel Pavese più prossimo a Milano
Filetto di manzo alla Wellington
Pronto per il dessert, ecco a sorpresa un suntuoso, perfetto Filetto di manzo alla Wellington. Sorprese così fanno solo bene al morale. Lo stesso dicasi di una brillante interpretazione della panna cotta che in pratica in comune con quella classica ha giusto la panna. Giovanni l’ha chiamata “Finta” panna cotta, salsa mou e lamponi. Come dessert classico è davvero molto falso, differente, ma il piacere è reale. Cascina Vittoria vince.
Finta panna cotta, salsa mou e lamponi
I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi