13-06-2023

Il Palmizio, l'Adriatico nel piatto

Valerio Di Mattia guida con la moglie Yelena un ristorante di Alba Adriatica aperto nel 1980 da suo padre. Lui in sala e lei in cucina, davvero bravi a esaltare il pesce delle coste abruzzesi e marchigiane Un consiglio? Fatevi prendere per mano e fidatevi

Yelena Kovalyova e Valerio Di Mattia, lei guida la

Yelena Kovalyova e Valerio Di Mattia, lei guida la cucina, lui governa la spesa e cura la sala del Palmizio, ristorante di pesce sul lungomare di Alba Adriatica in provincia di Teramo

Se in Italia contrapponiamo la tradizione all’innovazione, in Spagna il raffronto è con el producto, con il prodotto nella sua fiera purezza. E’ il caso, da noi, del Palmizio sul lungomare di Alba Adriatica, secondo comune abruzzese arrivando da San Benedetto del Tronto. Tutto ebbe inizio nel 1972 con Claudio Di Mattia che aprì lo chalet La Risacca lì sulla spiaggia, all’altezza del civico 160 di viale Guglielmo Marconi, stesso indirizzo per il ristorante che avrebbe visto la luce nel 1980 e subito dato in gestione. Scaduto il contratto, i Di Mattia lo avrebbero ripreso, ristrutturato e riaperto nell’88 quando

Canocchie secondo la sapienza del Palmizio

Canocchie secondo la sapienza del Palmizio

cedettero lo stabilimento. Una famiglia, un’insegna, con mamma Liliana in cucina. Il figlio Valerio, classe 1972, sarebbe arrivato in sala nel ’94 e la nuora Yelena Kovalyova, siberiana, nel 2002 ma in cucina. Tre lustri una accanto all’altra, poi solo Yelena perché per tutti e tutte arriva il momento di tirare il fiato.

Il Palmizio viene presentato come “Cucina di mare, specializzati nella lavorazione del pescato locale, solo pesce fresco dell’Adriatico”. Lo dicono in pratica tutti, ben pochi però lo scrivono perché non è per tutti vero al 100 per cento. E non è solo una questione di origine, di dove quello che ti viene servito è stato issato a bordo. La politica dell’Unione

Novellame di totanetti e scampetti rosa

Novellame di totanetti e scampetti rosa

Europea è di arrivare ad abolire la pesca a strascico entro il 2030 nel nome della biodiversità marina, della salute degli ecosistemi marini e il contrasto dei mutamenti climatici. Giustissimo sia chiaro, però la riconversione dei pescherecci, rottamati a peso d’oro, sembra pensata anche per avvantaggiare le esportazioni di Paesi diversi dal nostro. Senza dimenticarci che, per ogni naviglio fermato, si inaridisce l’intera filiera a terra, compresa la possibilità per la ristorazione di lavorare direttamente il pescato del suo mare di riferimento. Pesce libero versus pesce di allevamento, che sovente fa gridare allo scandalo tanto grasso e scadente è.

Totani ripieni ovvero il Cotechino di mare

Totani ripieni ovvero il Cotechino di mare

Questo Valerio lo ha bene in mente. Il suo porto pescatori è quello di San Benedetto del Tronto, che la cui flotta è già dimezzata rispetto al periodo d’oro, poi può contare su tre barchini di base a Giulianova. E chi lo sceglie è proprio per la viva varietà di proposte che arrivano in tavola, compresa un’eccellenza vinicola come lo sfuso di Valentini, Trebbiano o Cerasuolo, a voi la scelta.

I miei assaggi, sabato 10 giugno a pranzo: Gazpacho e gamberi rossi; Cips di polenta e gallinella di mare battuta a coltello; Carpaccio di orata, senape in grani e portulaca; Canocchie sgusciate e leggermente marinate; Spada marinato e chimichurri; Scampi

Il Palmizio: Spaghetti al ragù di scorfano

Il Palmizio: Spaghetti al ragù di scorfano

sgusciati e germogli di erba medica; Merluzzo affumicato; Tonno condito; Novellame di totanetti e scampetti rosa, un sincero trionfo di mare a chiudere la carrellata di crudi. Quindi i cotti: Cotechino di mare, alias totano ripieno; Scamponi fatti andare coperti in una pentola in terracotta; Pepata di cozze; Spaghetti al ragù di scorfano e Spaghettone con alici e pecorino; Filetto di sampietro al forno, purè e asparagi.

Un vero, unico appunto: troppo marcato in chiave formaggio il connubio alici e pecorino che, sinceramente, non ho capito anche se non ho pregiudizi in merito. Il patron mi ha spiegato che è un piatto della memoria, legato alle due principali transumanze abruzzesi, una verso la Puglia e l’altro verso il Lazio, da qui il connubio tra mare e terra.

Uno scorcio del lungomare di Alba Adriatica dall'interno del Palmizio

Uno scorcio del lungomare di Alba Adriatica dall'interno del Palmizio

IL PALMIZIO
Lungomare Marconi, 160
64011 Alba Adriatica (Teramo)
Telefono: +39.0861.751339.
E-mail: ilpalmizio@yahoo.it
Chiusura: domenica sera e tutto lunedi
Prezzi medi: primi piatti 17 euro; secondi 25.
Degustazioni: crudi 45 euro dieci preparazioni; nove preparazioni calde 45; Brodetto sambenedettese deliscato 28.


Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

Paolo Marchi

di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

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