17-04-2017
Un'immagine delle tantissime piccole e grandi portate che vengono servite nel corso di un pasto da Balwoo Gongyang, a Seoul
Le vie di Budda sono infinite. Che il concetto di fine dining sia cambiato o, ancor meglio, che non ne esista più un unico modello, lo dimostrano a Seoul i monaci buddisti dell’ordine dei Jogye. Infatti nel quartiere tradizionale di Insadong, all’ultimo piano dell’edificio dedicato alla cultura buddista, si trova Balwoo, il primo ristorante di templefood ad aver ricevuto nella sua prima edizione coreana, l’agognata stella della famosa guida rossa. Da Balwoo non solo cambia il concetto di fine dining. Scompaiono tanti luoghi comuni tipicamente occidentali. Buono è sano, semplice è sofisticato, apparenza è sostanza, spirituale è materiale. Gli opposti riconciliano: Yin e Yan sono in armonia. Straordinariamente contemporanea, la cucina di Balwoo è in realtà il frutto della tradizione gastronomica millenaria dei templi buddisti coreani. Qui non c’è nessun famoso chef ai fornelli. Come vuole l’etichetta, i menu variano di stagione in stagione ed ogni menu è concepito come una sequenza di vassoi.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Umbra di nascita, spagnola di adozione e giramondo per vocazione. Laureata in economia, dal 2003 si occupa di turismo, vino e gastronomia per Alacarta. Instagram: carlottacasciola