10-01-2017
That chilly Karelia forest (“Quella gelida foresta di Karelia”) di Anton Abrezov, classe 1991, chef di Gras Madbaren e interessante talento della cucina di San Pietroburgo, una città la cui cucina d'autore sta crescendo paradossalmente grazie all'embargo nei confronti della Russia
San Pietroburgo affascina per la sua impareggiabile bellezza architettonica e l'atmosfera unica, certo, ma anche anche per la vivace e dinamica scena gastronomica. Negli ultimi anni la città è cresciuta molto da questo punto di vista e oggi dispone di un'offerta in grado di soddisfare i palati più esigenti, con una prominente influenza scandinava. Fatto curioso, l'embargo imposto alla Russia dalle nazioni europee ha avuto un effetto molto positivo sulla cultura gastronomica del Paese, dando spinta a un vero e proprio rinascimento gastronomico. Sono stati riscoperti i valori e i sapori dei prodotti locali, che fino a quel momento erano ritenuti troppo semplici e quindi inadeguati all'alta cucina, anche giustamente, in quanto non trasformati e preparati con criteri di qualità. Sono tornati alla ribalta i prodotti tipici, le produzioni artigianali delle piccole fattorie, il concetto di naturalità e genuinità degli alimenti. “Non tutti i mali vengono per nuocere” dice il vecchio detto, e in questo caso è particolarmente vero. Oggi gli chef creativi di San Pietroburgo seguono decisamente questa tendenza: predilezione per prodotti locali, sapori puri e genuini, leggerezza, suggestioni nordiche, creatività. L'influenza della vicina Scandinavia si sente nell'aria, ricordiamoci che San Pietroburgo è molto vicina all’area della New Nordic Cusine, sia geograficamente, sia culturalmente. Troviamo vari ingredienti in comune come l'ampio uso di pesce dai mari del Nord ad esempio, o quello delle bacche dell’hawtorn (olivello spinoso), pianta medicinale diffusa nelle zone fredde europee e asiatiche, molto usata sia nella cucina scandinava, sia in quella del Nord della Russia. Molti dei giovani chef protagonisti oggi arrivano inoltre da esperienze e stage all'estero, Scandinavia in primis.
Anton Abrezov
Evgeny Vikentiev, classe 1988, chef di Vinnoj Skaf e Hamlet&Jacks
Un altro punto a vantaggio della città sono i prezzi nei ristoranti, decisamente abbordabili: provate anche altre insegne come Cococo e Beefzavod. Un motivo in più per scoprire l'affascinante città imperiale russa anche attraverso la sinfonia dei suoi sapori e profumi, dove i direttori oggi sono giovani chef dalle braccia tatuate e sguardi accesi e ispirati.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
bulgara di nascita e italiana d'adozione, scrive di vino naturale e di arte culinaria, sua grande passione e meta di esplorazioni che non smettono mai di stupirla e affascinarla. Vino e cibo intesi come espressione tangibile dell'intangibile, ovvero la cultura e la civiltà