12-06-2015

Chef che aiutano gli chef

A Londra, per scoprire il progetto originale di Dan Doherty: cucinare con talenti emergenti

Dan Doherty, executive chef del Duck and Waffle di

Dan Doherty, executive chef del Duck and Waffle di Londra (secondo da sinistra), ha lanciato con successo qualche mese fa il progetto Chefs of Tomorrow: giovani cuochi emergenti sono invitati a cucinare un pranzo o una cena sotto la sua ala protettiva (foto Ming Tang-Evans)

Talento. Opportunità. Futuro. Sono le tre parole che fanno da motto al progetto chiamato Chefs of Tomorrow, gli chef del domani, che l’instancabile Dan Doherty (executive chef del Duck and Waffle di Londra) ha lanciato con successo qualche mese fa. Tre sono anche le colonne portanti del programma: i ristoranti che offrono la propria cucina e la propria sala, gli chef e il pubblico pagante. Il concetto ci pare valido: giovani cuochi emergenti sono invitati a cucinare un pranzo o una cena sotto l’ala protettiva di Dan, il cui nome da solo basta a riempire la sala di foodie e aficionados dando così la possibilità a perfetti sconosciuti (o quasi) di far conoscere la propria cucina e ricevere il credito dovuto senza rimanere nell’ombra, come spesso succede a chi è agli inizi.

Dan è spesso impegnato ad aiutare il prossimo, dal raccogliere fondi per il Nepal partecipando alla maratona di Londra, al donare una giornata in cucina con lui per un’asta di beneficenza. Era naturale dunque che alla fine si impegnasse anche ad aiutare chi fa il suo stesso mestiere: “So quanto sia importante avere un mentore; io da giovane fui molto fortunato a trovarlo in Herbert Berger. Nonostante non sia stato sempre rose e fiori, è stato un momento essenziale per la mia carriera”.

Agnello servito da Blo Deady in una delle serate di Chefs of tomorrow (foto Federica Carr)

Agnello servito da Blo Deady in una delle serate di Chefs of tomorrow (foto Federica Carr)

Dopo la cena, incontriamo Dan per saperne di più sull’iniziativa, e gli chiediamo se l’idea gli sia venuta in un momento o occasione particolare. “Per la verità, no… è un’idea che si è sviluppata in modo naturale, dopo diverse discussioni in proposito. Fin dall’inizio l’intenzione era di gestire il programma proprio come stiamo facendo. Dopo aver twittato l’idea iniziale, vedere la reazione entusiasta del pubblico mi ha fatto capire che era la cosa giusta da fare”.

Come sono scelti i partecipanti? “Ci scrivono via email mostrando interesse – risponde – con una presentazione dei loro superiori e le loro proposte per piatti e portate. Noi poi creiamo i gruppi in base alle date prescelte. Non abbiamo una lunga lista d’attesa al momento, ma speriamo che aumenti in futuro. La presentazione da parte dei superiori è importante soprattutto perché così sappiamo che hanno il loro beneplacito alla partecipazione.”

Cosa c’è nel futuro degli Chefs of Tomorrow? “Domanda da un milione di dollari! Al momento stiamo rivedendo la struttura affinché la seconda serie sia anche meglio della prima”. E su questo, vista la determinazione di Dan e Anna, non abbiamo dubbi.


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Federica Carr

Napoletana residente a Londra, vacanziera subacquea, è website manager di mestiere e foodie per passione

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