11-04-2024
Ammonta a 54 miliardi di euro a prezzi correnti il valore aggiunto della ristorazione nel 2023. Un contributo che è cresciuto significativamente dal 2022 e che indica come la voragine generata dall’emergenza pandemica sia definitivamente dietro le spalle, con un recupero del +3,9% rispetto al periodo pre-Covid. Numeri, questi, accompagnati da una forte spinta agli investimenti come dimostra il fatto che nel 2023 circa un imprenditore su due ha investito nel rinnovo del parco attrezzature e nel potenziamento degli strumenti digitali. E per il 2024 le imprese annunciano un piano di investimenti che sfiora i 4 miliardi di euro. Sostenibilità e innovazione, infatti, sono i trend che caratterizzano il settore. Da un lato, circa 9 ristoranti e bar su 10 hanno adottato misure concrete per il controllo dei consumi energetici e il rispetto dell’ambiente. Dall’altro, oltre l’80% delle imprese ha introdotto uno o più strumenti digitali all’interno dei propri locali.
Sono questi alcuni dei dati più significativi che emergono dal Rapporto Ristorazione 2024 curato da Fipe-Confcommercio e presentato oggi a Roma. Lo studio scatta una fotografia sullo stato di salute di un settore importante per l’economia nazionale e individua i trend e le sfide che attendono il comparto nei prossimi mesi. All’evento di presentazione hanno partecipato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio, il direttore generale Roberto Calugi e Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi.
A dicembre 2023 erano 331.888 le imprese della ristorazione, in leggera contrazione rispetto all’anno precedente (-1,2%). Di queste, 132.004 sono bar, 195.471 ristoranti, take away, gelaterie e pasticcerie e 3.703 aziende che offrono servizi di banqueting e catering. A dimostrazione della dinamicità del settore, oltre diecimila imprese hanno avviato l’attività nel 2023 (+6,5% sul 2022). Su questo fenomeno si allunga, tuttavia, l’ipoteca dei troppi insuccessi che segnano l’iniziativa di tanti aspiranti imprenditori: il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese supera, a cinque anni, appena il 50%.
«Il 2023 sarà ricordato come un anno positivo per la ristorazione italiana, considerando che 9 imprese su 10 hanno migliorato o confermato il fatturato dell’anno precedente e si aspettano un 2024 in crescita o, quantomeno, stabile. Nonostante l’inflazione e l’incertezza del contesto internazionale, i consumi alimentari fuori casa sono infatti rimasti tonici attestandosi a 92 miliardi di euro e, esprimendo oltre 1 milione di lavoratori dipendenti, l’occupazione del settore è tornata abbondantemente al di sopra dei livelli pre-pandemici. Un bilancio positivo, insomma, ma la storia che il nostro Rapporto Ristorazione traduce in dati è ben lontana da finire qui»
Il 28,9% delle imprese è gestito da donne, con una più alta incidenza nel canale bar (33,1% del totale). Le imprese guidate da giovani under 35 sono il 12,9% del totale, concentrate principalmente nel segmento ristoranti (60,3%), mentre le attività sotto il controllo di imprenditori stranieri sono oltre 50mila (circa il 14% del totale).
Secondo il Centro Studi di Fipe, infine, il 2023 può essere considerato un anno positivo anche dal punto di vista dell’occupazione, con 1,4 milioni di addetti, in crescita del 6,4% rispetto al 2022 e del 2,3% rispetto al 2019. Focalizzando l’attenzione sul solo lavoro dipendente, le oltre 165mila aziende con almeno un dipendente hanno impiegato, nella media dell’anno, 1.070.839 lavoratori (6,4 unità per impresa), superando dell’8,1% il livello pre-pandemia (circa 80mila unità in valore assoluto). Si è totalmente riassorbita l’emorragia dei contratti a tempo indeterminato, cresciuti di oltre 11mila unità rispetto al 2019, che oggi costituiscono la forma prevalente dei rapporti di lavoro nel settore della ristorazione (58,5%).
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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A cura della redazione di Identità Golose
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