22-05-2023

Obiettivo Valtellina: l'eccellenza dell'enogastronomia tra grandi vini e una tavola con tanto potenziale

A Milano nei giorni scorsi la valle lombarda, grazie all'impegno del suo Consorzio Vini, ha presentato sé stessa e tutta la sua qualità. Che è indiscutibile in campo enologico, ora serve anche valorizzare sempre più la "cucina di montagna"

Obiettivo Valtellina: è stato questo il titolo della giornata che - presso La Casa degli Artisti di Corso Giuseppe Garibaldi 89/a, a Milano - ha visto come protagonista la valle nel Nord della Lombardia e le sue eccellenze enologiche con degustazioni e installazioni immersive aperte al mondo della ristorazione, alla stampa e agli appassionati winelover della città. Quattro momenti clou nel corso dell'appuntamento: due masterclass dedicate al mondo del vino, un talk sul rapporto tra vino e ristorazione, infine il banco d'assaggio aperto al pubblico. Ecco come è andata

Valtellina Superiore: l’autentica unicità del Nebbiolo di montagna

Giacomo Mojoli, Gabriele Gorelli e Danilo Drocco

Giacomo Mojoli, Gabriele Gorelli Danilo Drocco

I vini

I vini

Il “Nebbiolo di montagna” si è presentato a Milano in una giornata di degustazioni, conversazioni e suggestioni legate alla viticoltura della sua zona di produzione: la Valtellina. Una valle lunga e stretta, che nella sua parte più occidentale subisce l'influenza del vicino Lario mentre più su, ad Est, arriva a sfiorare le alte vette delle Alpi. Un microclima multiforme, ricco di diversità da zona a zona che sul versante retico vede, in estate, la presenza di temperature tropicali e di un numero elevatissimo di giornate di sole. Sono queste le caratteristiche, insieme a un sottosuolo povero di argilla e ricco di scisti, che determinano le caratteristiche e l’alta qualità dei vini che messi in degustazione e presentati dal direttore del Consorzio Vini Valtellina, Danilo Drocco. Si è andati dal Valtellina Superiore di Zanolari fino all'Inferno di Marco Ferrari passando per tutte le cinque sottozone valtellinesi: Valgella, Grumello, Maroggia, Sassella e, appunto, Inferno. Tutti vini che si raccontano nelle loro caratteristiche organolettiche, unici e piacevolmente distinti rispetto ai nebbioli di Langa. Qui, come ben evidenziato dalla degustazione, emergono frutto e succosità, note saline un tempo considerate un difetto ora ricercate ed esaltate dai sommelier. E ancora la croccantezza e la sassosità, termine preferito a mineralità per evocare le caratteristiche dei terrazzamenti tipici di queste colture. Note che portano grande agilità e vini sicuramente contemporanei. L’ambizione è diventare, queste le parole del direttore del Consorzio, i vini di casa nei ristoranti milanesi. Perché più prossimi e più vicini territorialmente a quella che è la dimensione vinicola del capoluogo lombardo. Fra i sette vini messi in degustazione spiccano per attualità e piacevolezza il Valtellina Superiore Grumello Riserva Vigna Dossi Salati - Dirupi, equilibrato netto e molto lungo, e il Maroggia 2019 - Agrilu, forse il più piemontese fra i Valtellina Superiore degustati, con tante spezie al naso e al palato e una nota gessosa che piace tanto in questo momento storico.
(Maurizio Trezzi)

 

Valtellina: gastronomia e futuro

I protagonisti del talk: da sinistra Roberto Nani, Gianluca Bassola, Stefano Ciabarri, Gabriele Gorelli, Paolo Marchi, Giacomo Mojoli, Alessandro Negrini e Carlo Passera

I protagonisti del talk: da sinistra Roberto Nani, Gianluca Bassola, Stefano Ciabarri, Gabriele Gorelli, Paolo Marchi, Giacomo Mojoli, Alessandro Negrini e Carlo Passera

Ma se l'enologia valtellinese è ormai un'eccellenza riconosciuta; se le bottiglie prodotte nella valle (circa 3,5 milioni all'anno) sono apprezzate ovunque, fanno parte delle wine list dei migliori ristoranti, sostanzialmente sono tutte assorbite dal mercato e pure a prezzi che compensano i sacrifici di una viticoltura per molti versi eroica... Ecco, se tutto questo è vero, ed è vero, cosa manca per far sì che anche la ristorazione e la gastronomia della Valtellina acquisicano uguale prestigio, s'impongano per la loro qualità, fungano da calamita per un turismo (necessità urgente proprio in questi anni, in cui di neve ce n'è sempre meno) che non sia più solo attirato dalle cantine, ma anche dalle delizie della tavola? Se n'è parlato a Obiettivo Valtellina, in un talk - introdotto dal direttore del Consorzio, Danilo Drocco - che ha porto il microfono a relatori di prestigio per un dibattito a più voci e altrettanti punti di vista, moderati da chi scrive, ossia quelli di Paolo Marchi, creatore e curatore di Identità Golose; Alessandro Negrini, chef (valtellinese) de Il Luogo a Milano; il master of wine Gabriele Gorelli; Giacomo Mojoli, “disegnatore di idee” e tra gli ispiratori dei pensieri fondanti di Slow Food; più tre altri valtellinesi Doc, lo chef-produttore-scrittore Stefano Ciabarri; il ristoratore Gianluca Bassola, patron del Trippi a Sondrio; e Roberto Nani, che alleva splendide trote con la sua Piscicoltura Malenca. Tanti i temi, in estrema sintesi giugniamo alle conclusioni: la Valtellina ha tutte le potenzialità per eccellere anche in campo gastronomico, a partire da una materia prima che va sempre più raccontata, spiegata, valorizzata, sia che si tratti di prodotti ben noti che di chicche poco conosciute, e ce ne sono tante. Questo sforzo di narrazione deve essere sempre più comune e dunque collettivo, così da diventare un aspetto centrale di quel fare rete, di quel creare un sistema, che è lo strumento necessario per mostrare all'esterno la qualità della cucina di montagna valtellinese. Dunque comunione di intenti, asticella alta, farsi ambasciatori dell'eccellenza del territorio: e l'ideale per suggellare questi intenti sarebbe organizzare un grande evento, una Identità di Montagna - ha suggerito Negrini - che per ora è solo un'ipotesi, nel prossimo futuro chissà...
(Carlo Passera)

 

Sforzato contemporaneo

Gabriele Gorelli durante la masterclass

Gabriele Gorelli durante la masterclass

I vini

I vini

Ultima masterclass dellla giornata, quella dedicata allo Sforzato di Valtellina, vino icona del territorio e espressione unica del Nebbiolo coltivato in queste zone. Il titolo, azzeccato, è “Lo Sforzato contemporaneo: territorio, tecnica e ricerca” perché l’obiettivo è spiegare come questo vino storico possa entrare a pieno titolo nella degustazione contemporanea. «Lo Sforzato è un vino che ben rappresenta la grande storia e la cultura valtellinese, ma anche un vino frutto di attualità e innovazione. Un vino completo, non più solo “da meditazione” da bere e da centellinare davanti al caminetto, ma per ogni occasione, soprattutto se si parla di ristorazione di qualità» ha spiegato il master of wine Gabriele Gorelli, che ha selezionato 4 Sforzati identitari. In degustazione, lo Sforzato di Valtellina Docg Fiori di Sparta 2017 La Grazia, 90 giorni di appassimento e affinamento in botti e in barrique di rovere a temperatura costante per un tempo tra i 18 e i 30 mesi, per continuare con Tenuta Scerscè Sforzato Infinito 2018 con appassimento fino al primo giorno di dicembre e un frutto più rosso e pungente. Terzo protagonista lo Sforzato di Valtellina Ventum 2018 Convento San Lorenzo, cru dell’area di produzione Sassella a 600 metri, per finire con il Nino Negri 5 stelle 2020, che vince la sfida dell’innovazione con un vino succulento e carnoso che non “si siede” e che spicca per personalità.
(Annalisa Cavaleri)

 

33 CANTINE

Obiettivo Valtellina ha infine aperto le porte al pubblico di winelover con un super banco di assaggio per degustare la varietà dei vini proposti da 33 aziende produttrici, aderenti al Consorzio, che è andato subito sold out all’apertura. Nella sala di degustazione i sommelier di Ais Lombardia hanno presentato alcune delle etichette tra la Doc Rosso di Valtellina e le due Docg Valtellina Superiore e Sforzato, un unicum anche questo avere due Docg da un unico vitigno nella stessa zona. In cattedra sono saliti i vini delle seguenti cantine: Agrilu, Alberto Marsetti, Aldo Rainoldi, Alessio Magi, Alfio Mozzi, Arpepe, Balgera, Ca’ Bianche, Caven, Contadi Gasparotti, Convento San Lorenzo, Coop. Triasso e Sassella, Dirupi, F.lli Bettini, Folini, Il Gabbiano, La Grazia, La Perla, La Spia, Le Strie, Luca Faccinelli, Mamete Prevostini, Marcel Zanolari, Marco Ferrari, Nicola Nobili, Nino Negri, Plozza, Rivetti & L’orco, Riter, Sandro Fay, Tenuta Scerscé, Triacca, Walter Menegola.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Identità Golose

di

Identità Golose