15-11-2024
Foto di gruppo per gli chef impegnati per il talk (e poi la cena) di Identità Olimpiche, l'altro giorno al Kosmo di Livigno (Sondrio)
Paolo Marchi l’ha chiamato “Identità Olimpiche”: ossia, l’idea di un primo evento – altri ne seguiranno – che metta in luce i territori, le persone e le culture gastronomiche che s’annidano, spesso poco propagandate, nei luoghi che saranno sede delle Olimpiadi Milano-Cortina, dal 6 al 22 febbraio 2026, mancano poco meno di 450 giorni. Identità Olimpiche, appunto. Dice Marchi: «Molto spesso chi vive lontano dalle Alpi pensa sempre a una cucina di montagna limitata, poco varia, sempre le stesse cose. Ma soprattutto negli ultimi venti anni abbiamo scoperto che non è così: grandi chef hanno intrapreso una incredibile ricerca sui prodotti del bosco, del pascolo e della malga, sui pesci d’acqua dolce e sulle erbe spontanee. Vogliamo mettere a fuoco questa realtà sfruttando il gancio dei Giochi», quindi raccontare dal punto di vista goloso i posti in cui si terranno le gare, perché oltre a Milano (con contorno di Rho e Assago) in Lombardia e Cortina in Veneto, le competizioni si svolgeranno pure a Bormio (Sondrio), Livigno (Sondrio), in Trentino a Predazzo e Tesero, in Sud Tirolo a Rasun-Anterselva.
Per far tutto questo, Identità ha chiamato a raccolta tanti chef “di montagna”: come Alessandro Gilmozzi di El Molin a Cavalese; Gianni Tarabini di La Preséf di Mantello in Valtellina; Nicolò Quarteroni dell’agriturismo Ferdy Wild in Val Brembana; Riccardo Gaspari del SanBrite a Cortina d’Ampezzo; Andrea Galli della pasticceria Dolce Passione di Livigno; Norbert Niederkofler dell’Atelier Moessmer di Brunico (Bolzano), in collegamento video; e Michele Talarico, in qualche modo padrone di casa perché lui, pugliese purosangue di Corato (Bari), è però chef del ristorante Kosmo Taste the Mountain e della Téa del Kosmo, le insegne incastonate nel mitico Mottolino Fun Mountain che ha ospitato prima il talk, nel pomeriggio, e poi una gran cena con protagonisti, la sera, i prodotti della montagna lavorati dai grandi chef che vi abbiamo appena elencato.
Paolo Marchi e Siria Fedrigucci
Così, in attesa delle gare di freestyle e snowboard che si terranno proprio qui, anche sulle piste del Mottolino, e assegneranno 27 medaglie (più di tutte le altre sedi olimpiche), Livigno attraverso Identità Olimpiche ha ospitato un confronto serrato sul passato e futuro della cucina di montagna. Al talk ha partecipato anche Fausto Silvestri, imprenditore di lungo corso nella ristorazione locale, che ha ricordato come, quando rilevò il suo primo ristorante in paese, la scelta del menu fosse tra due primi (pizzoccheri o spaghetti al pomodoro) e altrettanti secondi (brasato o bistecca), stop. «Non c’era turismo, la gente veniva qui solo per far acquisti senza pagare l’Iva: zucchero, alcol, sigarette. Ed erano necessarie 7 ore per arrivare da Milano». Una distanza che però ha preservato la vallata: «Non abbiamo subito la speculazione edilizia di quel periodo, con pochissime seconde case. Abbiamo messo in salvo la nostra identità e il paesaggio».
Il simbolo di Milano-Cortina 2026
Se Livigno è stata a lungo marginale nei circuiti turistici, non così si può certo dire di Cortina d’Ampezzo, che però in questi ultimi anni si è conquistata una triste fama di “Bella Addormentata”. «Finalmente qualcosa ora si sta muovendo, merito anche delle Olimpiadi in arrivo» ha spiegato però Riccardo Gaspari, che guarda con ottimismo soprattutto al periodo post-olimpico, vedendo in questo evento un’occasione unica per rafforzare l’attrattività di Cortina, dove l'offerta ricettiva è in evoluzione, molti alberghi erano da ristrutturare, ora questo sta avvenendo per almeno otto di essi, tutti d’alta fascia. Cortina ha le carte in regole anche sul fronte enogastronomico, «abbiamo sempre potuto vantare un ristorante stellato, fin dal 1956, anno della prima edizione della Michelin in Italia».
Alessandro Gilmozzi e, alla sua destra, Riccardo Gaspari
Meno rosee le notizie che sono giunte dalla Bassa Valtellina per bocca di Gianni Tarabini, preoccupato soprattutto per un rischio caos nella viabilità, che ritiene insufficiente. Quanto all’enogastronomia, problemi ce ne sono molti di meno: d’altra parte lui è l’alfiere di quello che è stato primo agriturismo d’Europa a ottenere la stella rossa e, dal 2022, anche la verde, grazie a un circuito virtuoso in base al quale le mucche di Bruna Alpina pascolano liberamente, s’ottiene così un latte di qualità superiore, quindi grandi formaggi i cui scarti di lavorazione nutrono i suini che assicurano deliziosi insaccati: «In tal modo siamo in grado di offrire una proposta gastronomica su più livelli, ma sempre eccellente». Parole sante per Giacomo Mojoli, consulente e giornalista, lecchese ma amico storico della Valtellina e di Slow Food, il quale ha sottolineato: «La grande sfida è alzare tutti l’asticella e creare progetti pop-top, ossia da una parte trattorie di qualità, dall’altro ristoranti di fine dining che cucinino anche straordinari pizzoccheri». A questo proposito Marchi ha ricordato un episodio di una ventina d’anni prima: «Vengo invitato a un convegno a Sondrio. Spiego semplicemente: ma perché un milanese dovrebbe salire a mangiare e a soggiornare da voi, quando spesso la carne della bresaola è sudamericana, il formaggio viene dal discount e il grano della pasta è cinese?». Serve autenticità.
Si sviluppa ulteriormente il Mottolino Fun Mountain di Livigno, ora che le Olimpiadi s'avvicinano. L'investimento della famiglia Rocca è stato importante: tra le novità più rilevanti c’è la nuova sede, che include un ampio spazio phygital, con servizi innovativi come biglietterie digitali, noleggio attrezzature, scuole di sci, deposito, e un’area coworking. Inoltre, il nuovo outlet di ristorazione d’eccellenza offre una selezione gastronomica di alta qualità, arricchendo l’esperienza turistica, il Kosmo. Per la stagione sciistica 2024/25, Livigno potrà contare anche su due nuovi impianti di risalita, progettati con le tecnologie più moderne per offrire un’esperienza ancora più veloce e sicura agli appassionati di sci e snowboard
Michele Talarico
Prima ancora della cena di Identità Olimpiche, quindi a pranzo, abbiamo mangiato qualche piatto al Kosmo Taste the Mountain, l'insegna più easy del Kosmo di Livigno, quella invece gourmet è Téa del Kosmo, l'uno e l'altro indirizzo sotto la guida del bravo Michele Talarico. Assolutamente spettacolare questa rilettura (alleggerita ma gustosissima) dei classici pizzoccheri, con olio di aglio orsino
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Colazione in malga organizzata nell'antica malga di Carlo Pellegrin, il casaro-fondatore: è una delle proposte dell'Olympic Spa Hotel a Moena (Trento), un luogo in cui riconnettersi con la natura
Uno scorcio della sala ristorante
A sinistra, Paolo Griffa, chef del ristorante Paolo Griffa al Caffè Nazionale, ad Aosta e a destra, Alessandro Gilmozzi, chef del ristorante El Molin, a Cavalese (Trento): sono stati loro i protagonisti che ci hanno accompagnato in un'intensa giornata di foraging in Val Ferret, Valle d'Aosta. Foto a cura di Marialuisa Iannuzzi
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.