21-03-2023

Parmigiano Reggiano record, «così diventiamo brand globale». L'appello: «Più protezione al made in Italy»

Il Consorzio ha presentato i dati economici 2022, mai così bene (e l'inizio 2023 è anche meglio). Obiettivo: una sempre maggiore internazionalizzazione. Ma serve che le istituzioni difendano la nostra eccellenza agroalimentare nel mondo

1,8 miliardi di euro giro d’affari alla produzione (+5,3%)
2,9 miliardi di euro giro d’affari al consumo (+6,9%)
64.202 tonnellate esportate (+3%)
47% quota export (contro il 45% del 2021)

Partiamo per una volta dalle fredde cifre, perché per una volta delineano meglio di mille parole il quadro di riferimento. Altri dati:

2.356 allevatori / conferenti latte ai caseifici attivi a dicembre 2022
267.000 bovine di oltre 24 mesi di età per la produzione di latte
2,03 milioni di tonnellate di latte prodotto nel 2022
16,1% della produzione nazionale di latte vaccino del 2022
309 caseifici produttori 
4.002.270 forme prodotte pari a circa 160.097 tonnellate
50.000 persone coinvolte nella filiera produttiva

Sono i numeri che ha potuto vantare il Consorzio Parmigiano Reggiano nel suo consueto incontro-bilancio, questa volta si è tenuto - poche ore fa - a Palazzo Giureconsulti, a Milano. Nessuna enfasi inutile da parte di Nicola Bertinelli, che del Consorzio stesso è presidente; ma una legittima soddisfazione, brillanti sorrisi per un terzo anno consecutivo di record, anzi in questo caso proprio «un anno senza precedenti, tanto per i risultati conseguiti, con un +2,6% di vendite e un +3% di esportazioni, quanto per le sfide che ha posto per il nostro futuro».

L'onda lunga prosegue, persino i primi riscontri del 2023 sono positivi, anzi di più, con ulteriori impennate che lasciano ben sperare, nei due mesi di gennaio-febbraio le vendite nel canale GDA in Italia hanno segnato un +15,1% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Ci si potrebbe accontentare, bearsi del successo senza null'altro chiedere. Invece no: se questa scalata deriva anche e soprattutto dalle politiche messe in campo dal Consorzio, queste vanno ulteriormente rafforzate. Così, ecco i 33 milioni di euro messi a bilancio 2023 per il marketing e la comunicazione, perché all'origine di questa crescita continua sta lo sforzo di far capire a sempre più consumatori, specie all'estero, che il Parmigiano non è come gli altri, non è solo un formaggio da grattugiare tra tanti. «Abbiamo reso chiari i nostri valori distintivi». Ne consegue che «il Consorzio deve assumersi sempre più la responsabilità di diventare la cabina di regia dell’intera filiera, lavorando con gli operatori e le catene distributive per sostenere i consumi nel corso di un anno in cui viene commercializzato il picco di produzione più alto nella storia della Dop, quello del 2021». Postulato: «Dobbiamo continuare a mantenere il Parmigiano Reggiano a un prezzo concorrenziale, in modo che sia accessibile alle famiglie, e a difendere la redditività delle aziende, che hanno già subito l’aumento dei costi di produzione. Questa incertezza economica va governata insieme, passando dalla logica del singolo caseificio a quella del “noi” del Consorzio, per creare nuovi sbocchi di mercato e garantire il futuro della Dop».

Ecco, i prezzi. L'aumento è stato minimo, +4% allo scaffale, a fronte dell'impennata dei costi di produzione. Eppure questa è una dinamica che va controllata, se è vero che - in un quadro come detto, stra-positivo anche se non soprattutto all'estero - uno dei pochi dati in controtendenza viene da quella Germania in cui i consumatori dimostrano di essere molto price sensitive, hanno cioè reagito alla paura dell'inflazione riducendo i consumi di qualità, ecco allora il -13,8% del 2022. Un dato isolato, lo ripetiamo: ma che non viene preso sotto gamba, lo sottolinea lo stesso Carlo Mangini, che del Consorzio è direttore Marketing, Trade Marketing e Sviluppo Commerciale.

Il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, e il direttore Marketing, Trade Marketing e Sviluppo Commerciale, Carlo Mangini, con Tarsia Trevisan, che ha moderato l'incontro

Il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli, e il direttore Marketing, Trade Marketing e Sviluppo Commerciale, Carlo Mangini, con Tarsia Trevisan, che ha moderato l'incontro

Per prevenire problemi come questi, la strada per il futuro è stata ben tracciata: si cerca una sempre maggiore internazionalizzazione del prodotto, che già oggi ha sbocchi di mercato all'estero per il 47%, presto l'export sopravanzerà le vendite in Italia (prima nello sviluppo, la Spagna, +11,3% con 1.602 tonnellate vs 1.439 nel 2021; bene anche Stati Uniti, primo mercato estero per la Dop, +8,7% con 13.981 tonnellate vs 12.867, e Francia, +7,2% con 12.944 tonnellate vs 12.077 tonnellate. Buoni i risultati anche in Giappone, che cresce del +38,8%, Australia, che segna un +22,7%, e Canada, con un +6,3%.

Ad assecondare questa tendenza è un investimento totale di 18,6 milioni di euro stanziato per lo sviluppo dei mercati nel 2023: Parmigiano Reggiano si avvia a diventare sempre più un vero brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Proprio per questo, come già accennato, il Consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti. Un caso esemplare è quello del Regno Unito, il quarto mercato export con 6.570 tonnellate, caratterizzato da forti contraddizioni originate dalla Brexit, con un calo del -1% sul 2021. In quest’ottica, si collocano sia il bando di gara per attività di promozione lanciato nel gennaio 2022, con l’obiettivo di posizionare il Parmigiano Reggiano come prodotto testimonial della qualità e del valore di tutta la produzione agricola europea (valore totale stimato del progetto: oltre 3 milioni di euro in tre anni), sia la prima campagna pubblicitaria televisiva in UK, con uno spot il cui protagonista è Gennaro Contaldo, chef italiano amatissimo dal pubblico inglese e maestro di Jamie Oliver, nonché brand ambassador del Consorzio, andato in onda sui canali ITV, Channel 4 e Sky. 

Per conseguire l'obiettivo, dal Consorzio giunge infine un appello alle istituzioni affinché si faccia di tutto per proteggere le eccellenze italiane nel mondo. Da Bertinelli anche un'apertura di credito: «Crediamo che Francesco Lollobrigida, nuovo ministro dell'Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, sia partito col piede giusto, col riconoscimento del valore del comparto agroalimentare in Italia», da solo fa il 25% del Pil, se aggiungiamo il 15% del turismo, spessissimo e sempre più legato all'offerta enogastronomica, si arriva al 40%. L'Italia che piace.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Carlo Passera

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Carlo Passera

classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera

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