C'è un posto vicino alla Costa Verde della Sardegna, a pochi chilometri da spiagge ancora incontaminate e per questo meno blasonate, completamente isolato da tutto, immerso tra pianure e distese di campagna: l'Agriturismo Casa Marmida.
Siamo a due passi dalla laguna di Marceddì, tra canneti, fenicotteri e quella che è anche riserva naturale di alcuni prodotti ittici unici, come le arselle bianche (cocciula pintada) e nere (cocciula niedda) e tra i migliori muggini per l'oro Sardo: la bottarga. Un piccolo cartello sulla strada segnala l'ingresso, si percorre un vialetto che attraversa l'azienda agricola di famiglia, si intravedono conigli, maiali, asini, galline, e poco più in là un orto ordinato. La struttura ricettiva nasce da un vecchio fienile ristrutturato con attenzione ai dettagli, otto camere semplici e curate, circondate da un ampio giardino con piscina, perfetta per chi cerca relax lontano dal mare.
Ma il vero cuore pulsante del luogo è la cucina di
Andrea Pani, chef autodidatta che interpreta il territorio con uno stile personale, una cucina libera ma rispettosa degli ingredienti. Ogni sera propone un menu sempre diverso per gli ospiti della struttura, e per i più curiosi ci sono tre percorsi di degustazione: uno completamente vegetale, gli altri due si differenziano per il numero di portate. Tutto quello che si mangia da
Casa Marmida è autoprodotto o raccolto, o quasi tutto, perché alcuni ingredienti ittici arrivano direttamente dalla laguna di Marceddì, forniti da pescatori locali.
Tanto studio, tanti corsi, ma soprattutto tante esperienze culinarie in giro per il mondo, che hanno letteralmente aperto la mente di Andrea e che gli hanno permesso di applicare certi trattamenti con i prodotti locali.
Come ci racconta parlando di uno dei piatti che abbiamo assaggiato, dopo un viaggio in Perù in cui ha assistito alla stagionatura della carne con la cera d'api, ha deciso di sperimentare la stessa tecnica con la carne di pecora dei loro allevamenti e tutto assume un nuovo significato, evoca ricordi, sensazioni, e quindi la carne viene poi servita tagliata a fette come un prosciutto, condita con una salsa di miele fermentato e lentischio, piatto con l'unico protagonista: la carne di pecora.

La pecora nella cera d'api
Altro piatto evocativo,
Marceddì, un brodo di erbe marine con tartar di muggine e arselle bianche, che al primo assaggio mi ha catapultato in una radura costiera prima di arrivare in spiaggia, con quei profumi di macchia mediterranea con sentori salmastri. Un piatto divisivo, sia per la potenza salmastra che per le note amare davvero spiccate, che poi vanno in contrasto con la dolcezza del pesce crudo e dei molluschi.
Il percorso farebbe storcere un po' il naso a chi si aspetta un classico menu da agriturismo, con maialetto e malloreddus, ma l'idea del menu è quella di giocare con la vicinanza alla costa e quindi portare il commensale dal mare alla spiaggia, alla pineta fino ad arrivare alla campagna e in alcuni piatti abbinare terra e mare.
Dalla campagna al mare ne è un esempio, tortelli ripieni di galletto, gambero crudo, casu axedu (un formaggio fresco dalla spiccata acidità) e il fondo del galletto, davvero interessante. Devo ammettere che più di un piatto mi ha colpito, il mio preferito? Il
Coniglio. Non sono un grande fan di questa carne, eppure la versione ripiena di fegatini e uvetta, con portulaca e carota, mi ha fatto ricredere.
Casa Marmida è una gemma in mezzo al nulla, ma anche questo è, un po', il suo fascino. Perfetta per un weekend di relax tra piscina e spiagge, ma anche per una cena che può sorprenderti.
Andrea è un vero factotum dell'azienda: in cucina lo affiancano solo due persone, e grazie a una buona organizzazione riesce a soddisfare le richieste sia degli ospiti della struttura, sia degli avventori esterni.
Attenzione però: per godere dei menu degustazione è necessaria la prenotazione anticipata.