10-10-2022
Lo chef Riccardo Canella dell'Oro del Belmond Hotel Cipriani di Venezia. Foto Belmond/PA Jorgensen
Come un bambino in una stanza piena di giochi, qualcuno già spacchettato, qualcuno da aggiustare, qualcosa ancora da scartare. Con gli occhi che brillano e lo sguardo fisso verso una lista di obbiettivi da raggiungere, Riccardo Canella - diventato da pochi mesi chef del ristorante Oro del Belmond Hotel Cipriani - è entusiasta della sfida. Una nuova casa, una residenza che allo stesso tempo è scuola, palestra, motore di idee e possibilità per questo giovane ragazzo ex sous-chef al Noma di Copenaghen per otto densi anni. «Avevo voglia di tornare in Italia, di riavvicinarmi a questi territori a me cari e provare a portare qualcosa di diverso non solo per la realtà in cui mi ritrovo ma per il territorio stesso che ci ospita».
Il contesto in cui si trova ora a lavorare, quello dello storico hotel veneziano, contempla la grande eredità di chi ha preceduto Canella e nel medesimo tempo un grandissimo potenziale da scoprire e quindi valorizzare. «Sto imparando molto, ogni giorno. La squadra è costantemente in evoluzione, i lavori da portare avanti sono diversi e finalmente ho sottomano gli aspetti manageriali della mia professione, il lato economico, la comunicazione, il tutto affrontato con il punto di vista di un grande gruppo internazionale».
La sala dell'Oro. Foto Mattia Aquila
Per coloro che hanno piacere a provare un’esperienza immersiva e altra rispetto a ciò che la laguna ha tradizionalmente accolto, una cena da Oro è comunque d’obbligo. Il percorso degustazione Divenire comprende otto portate di carne, pesce e verdure mentre la seconda proposta è interamente vegetale, Vegetum. Non c’è una carta libera, i piatti sono pensati per essere legati tra loro, un flusso di sapori progressivo: ci si diverte a sfatare certe aspettative, a spezzare i ritmi tradizionali del servizio e ci si ritrova circondati da un caleidoscopio di forme e profumi. Ogni portata è presentata al tavolo vuoi dallo chef, vuoi da giovani commis (ancora un po' timidi nel mostrarsi al cliente ma con gli occhi pieni di luce e passione).
Sopra: Baccalà mantecato al koji, cialde di riso al nero di seppia, foglia d’ostrica, caviale. Sotto: Fiore di zucchina in tempura, caffè, lavanda & Tartelletta di porcini, mandorle, tartufo nero
A sinistra Vongole veraci, acqua di pasta fermentata, olio di alga e finocchietto di mare. A destra Taco di polenta, schie, salsa d’uovo al limone, olio al peperone crusco, origano messicano & Goccia d’oro, olio foglie sedano, ricci di mare, curry veneziano
Smascherato
Veniceviche
Cappesante di Chioggia in brodo di cavallo e polvere di limone bruciato
Ravioli ripieni di trippa di merluzzo, brodo di busara e olio speziato
È solo a questo punto, quando le danze sono già partite, che arriva il servizio del pane. Una pagnotta di lievito madre e farine biologiche, poi grissini che ricordano i filindeu sardi tanto sono sottili e cracker spolverati al curry. Completano l’olio, prodotto negli uliveti del Belmond Castello di Casole e il burro, che per sapore va oltre al concetto e all’esperienza del burro stesso. Si tratta in realtà di un burro montato con lievito abbrustolito sulla griglia, che in qualche modo chiude il cerchio della circolarità di fondo della cucina di Canella: ciò che ci nutre e che costituisce una fonte primaria di sostentamento è anche condimento di quella stessa materia. Il lievito assolve questa doppia funzione portando simbolicamente al compimento una sorta di ciclo di Krebs e quindi a una nuova vita.
Riso alloro e zafferano. Foto Belmond/PA Jorgensen
A conclusione del percorso non arriva una carne ma il bosco, con la Zucca “bronsa querta”, ovvero zucca marina cotta lentamente sulla brace, servita con una glassa di funghi e alghe, olio di polenta e i primi porcini tostati. Un piatto splendido, con il quale divertirsi e godere, immergendosi nella stagione autunnale e nel tunnel complesso dei sapori e profumi della montagna. Si chiude il cerchio con un soffice Gelato di asperula, ostrica, panna al blu di capra e olio al dragoncello: avvolgente, sapido e totalmente visionario. Un epilogo che non vuole essere davvero dolcezza ma punta a coccolare le papille in un passaggio soft tra il salato e il termine del percorso.
Gelato di asperula, ostrica, panna al blu di capra e olio al dragoncello. Foto Belmond/PA Jorgensen
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
piemontese di ferro, classe 1986, laurea in Economia per i beni culturali, dopo anni di militanza nei locali milanesi, è co-titolare insieme a Edoardo Nono del Rita & Cocktails - storico American bar di MIlano e del Rita’s Tiki Room, spin-off caraibico polinesiano aperto nel 2019. Viaggia per passione, lavora per passione, mangia con passione
La leggendaria Piazzetta di Portofino su cui affaccia la veranda panoramica del DaV Mare orchestrato dall’head chef Davide Galbiati
Armando Aristarco, executive chef del Caruso, A Belmond Hotel, Amalfi Coast
Tino Vettorello con George Clooney a Venezia nei giorni scorsi. Lo chef veneto da 15 anni è responsabile delle aree ristorazione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia