19-06-2022
Foto di gruppo, poco prima di dare il via alla nona edizione di Al Mèni da sotto il tendone che ospita il Circo 8 e ½ (le foto dell'articolo sono di Niccolò Vecchia)
«Nel nostro futuro c'è sempre futuro, vale anche per Al Mèni!»: i più attenti non avranno bisogno di farsi dire che queste parole provengono dallo chef Massimo Bottura, ideatore (insieme all'allora sindaco di Rimini Andrea Gnassi) di quella festa popolare che è Al Mèni, o, come si autodefinisce l'evento, "circo mercato di sapori e cose fatte con le mani e con il cuore". Parole che Bottura ha usato tagliando idealmente il nastro per la nona edizione della manifestazione.
E' uno slogan, quello di Bottura, ma come succede sempre con lo chef della Francescana, anche gli slogan non sono mai solo frasi ad effetto, buttate lì per far colpo su chi ascolta. Perché raccontano cose concrete: «Non voglio parlare del presente, perché sta già succedendo, il presente di oggi lo abbiamo costruito negli anni scorsi. Adesso dobbiamo avere un piede nel passato, per ricordarci sempre da dove veniamo, e poi pensare a costruire il futuro. Proprio oggi abbiamo avuto una bella notizia, che ci conferma che l'anno prossimo, se tutto andrà come deve, potremo portare Al Mèni negli Stati Uniti».
Massimo Bottura
«Portare il circo dall'altra parte dell'oceano avrebbe un valore simbolico fortissimo - ha sottolineato Bottura - sappiamo tutti quanto gli americani amino l'Italia, e arrivare con questo evento a New York o a Los Angeles sarebbe davvero meraviglioso. Siamo carichi come non mai e...nel nostro futuro ci sarà sempre futuro».
Il momento dell'annuncio della prossima avventura americana per Al Mèni: al fianco di Bottura, il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad e l'Assessore a turismo e commercio della regione Emilia Romagna Andrea Corsini (foto dell'organizzazione di Al Mèni)
Il Sindaco Sadegholvaad ha invece ribadito come gli stia a cuore il tema scelto da questa nona edizione dell'evento, il Mediterraneo: «E' il nostro bacino comune di vita, di storia, di cultura: è una grande gioia poter avere qui a Rimini alcuni dei migliori chef di paesi come Turchia, Malta, Grecia, Israele, Francia, oltre ovviamente all'Italia, perché non dobbiamo mai dimenticare come il Mediterraneo sia la nostra casa comune».
Jessica Rosval racconta ad Andrea Petrini il suo piatto
Cous cous per il futuro
Matteo Zonarelli con Andrea Petrini e Francesca Airaudo, che conducono i cooking show di Al Mèni
Fusilli e quinto quarto di mare
Simone Tondo con Massimo Bottura...
...e con Giorgio Clementi
Insalata di granchio blu con hummus e pomodori al forno
Giorgio Clementi spiega la sua ricetta a Francesca Airaudo e Andrea Petrini
Raviolo affumicato, estratto di verdure, capperi e mela verde
Tomer Tal
Yellow gem
Riccardo Forapani e Virginia Cattaneo rispondono alle domande di Andrea Petrini
In alto mare: micro gelatine di vitello, molluschi e cialda di riso
Jeffrey Vella, a destra, insieme a uno dei suoi collaboratori
Hot dog sostenibile: panino affumicato, hot dog di tonno dell'Adriatico, salsa piccalilli e ketchup di acciuga
Francesco Vincenzi con Andrea Petrini e Francesca Airaudo
Zucchina ripiena di Mediterraneo
Pavlos Kiriakis
Souvlaki con pane pita, pancia di maiale e yogurt greco
Matteo Salbaroli
Risotto allo zafferano di Pennabilli, mantecato al "midollo" di anguilla
Letizia Vella
Sour Dosa maltese con spigola, emulsione di gamberi, sedano e caviale di nero di seppia
Mattia Borroni intervistato da Francesca Airaudo
Gamberi rosa, minestrone di verdure, basilico e brodo di pomodoro
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
L'ambientazione "8 e mezzo" di Torno Subito Singapore di Massimo Bottura, aperto con il Gruppo Como a Dempsey Road, nel febbraio 2024
Massimo Bottura tra le botti della sua acetaia: «Il mio approccio è quello dei grandi vigneron italiani, che attraverso i loro vini hanno dato un’espressione autentica del proprio territorio con il coraggio di uscire dal disciplinare», ci racconta
Jacopo Ticchi, classe 1994, chef e titolare di Da Lucio, a Rimini