05-12-2021

Torino e Lavazza, caffè e comunicazione del marchio. Dalla drogheria del 1895 alle Atp Finals di tennis

Racconto dell'evento che durante le Nitto ATP Finals ha visto protagonisti tazzine, racchette e grandi chef (Tesse, Garola, Perdomo, i Costardi, Trentini e Racca)

I protagonisti del menu a dieci mani della Lavazza

I protagonisti del menu a dieci mani della Lavazza Experience a Torino. Da sinistra Fabrizio Tesse, Marco Lombardo, Matias Perdomo, Manuel e Christian Costardi, Fabrizio Racca, Marcello Trentini

Torino e Lavazza hanno un rapporto simbiotico e di lungo corso, dura precisamente da 126 anni, cioè da quando Luigi Lavazza aprì la sua drogheria, in via San Tommaso.

La storia di Lavazza è una storia che parte dai sacchi di caffè stipati in quel piccolo negozio, selezionati dopo i viaggi in Sudamerica e miscelati per ottenere aromi, che hanno scandito le tappe dell’azienda e della città sabauda che da sempre la accoglie.

Da via San Tommaso nel 2018, si è arrivati alla Nuvola, il nuovo centro direzionale, progettata da Cino Zucchi: ricopre una porzione importante di un quartiere popolare in via di riqualificazione, a poca distanza dalla fiume Dora e da Porta Palazzo.

Tre anni dopo l'inaugurazione, e siamo al presente (più precisamente orami alcuni giorni fa), Torino ha ospitato un grande evento sportivo, le Nitto ATP Finals, cioè uno dei più importanti tornei di tennis internazionali, che vede sfidarsi i migliori otto tennisti del mondo. Di questo evento Lavazza ha scelto di essere main sponsor, per consolidare il legame con la città e per proseguire il suo connubio con lo sport e in particolare con le racchette. Cui il suo marchio è storicamente legato, tanto da essere unico sponsor food dei quattro più importanti tornei del circuito professionistico mondiale, Wimbledon compreso.

Per celebrare a Torino un grande evento spesso si deve parlare anche di cibo. Per cui (e per fortuna) Lavazza ha scelto di festeggiare adeguatamente la kermesse organizzando proprio all’interno della Nuvola, e precisamente nella sala convegni ospitata all’interno della ex centrale Elettrica ottocentesca, la Lavazza Experience, in collaborazione con To Be Events: un appuntmento in cui incontrare la ristorazione e le eccellenze gastronomiche piemontesi.

Tavolo Djokovic...

Tavolo Djokovic...

Il programma è stato ricco di spunti, dalle colazioni del mattino alle cene, calato il sole. Poi merende sinoire, aperitivi e cocktail, il tutto per dare agli appassionati di tennis la possibilità di guardare il programma degli incontri e nel frattempo assaggiare le grandi artigianalità locali.

Le colazioni sono state organizzate anche con l'idea di presentare il primo pasto degli italiani nelle sue dimensioni regionali; certamente il caffè ne è componente essenziale. Così ecco Lavazza duettare co alcune specialità territoriali, nella loro forma migliore perché proposte, ad esempio, da "campione" (non di tennis) quali Massimiliano Prete, coi suoi lievitati, e Gian Piero Vivalda, attraverso il suo AtelieReale di Cervere, Cuneo.

La sera si è dato vita invece a iniziative all'interno delle quali si sono alternati anche molti grandi chef, che hanno presentato i loro piatti ai turisti e agli appassionati di tennis. Ci sono stati concerti, cene di gala e iniziative di street food, senza dimenticare le sfide di cocktail e le speciali degustazioni di caffè.

I fratelli Costardi sul palco

I fratelli Costardi sul palco

Marcello Trentini con Pier Luigi Rosito, di To-be Events

Marcello Trentini con Pier Luigi Rosito, di To-be Events

Matias Perdomo

Matias Perdomo

Modo migliore per cominciare la settimana di Lavazza Experience non poteva esserci, che non organizzare una cena a dieci mani che ha visto come protagonisti i piatti di ben cinque chef stellati. Si trattava di Fabrizio Tesse del Carignano torinese, Maurilio Garola (attraverso Marco Lombardo) della Ciau del Tornavento di Treiso (Cuneo), Matias Perdomo del Contraste milanese, Christian e Manuel Costardi di Cinzia -Christian e Manuel a Vercelli, per finire con Marcello Trentini del Magorabin, e qui siam tornati nel capoluogo sabaudo. A loro il compito di proporre le portate salate; per il finale dolce, spazio invece alle sapienti mani di Fabrizio Racca.

Trota marinata, seirass al bergamotto, nocciola Igp Piemonte di Fabrizio Tesse

Trota marinata, seirass al bergamotto, nocciola Igp Piemonte di Fabrizio Tesse

Tartare di ricciola e avocado di Maurilio Garola e Marco Lombardo

Tartare di ricciola e avocado di Maurilio Garola e Marco Lombardo

Donut alla bolognese di Matias Perdomo

Donut alla bolognese di Matias Perdomo

Carnaroli, grana padano, polvere di kafa e riduzione di birra di Christian e Manuel Costardi

Carnaroli, grana padano, polvere di kafa e riduzione di birra di Christian e Manuel Costardi

Guancia, ras el hanut, nocciole di Marcello Trentini

Guancia, ras el hanut, nocciole di Marcello Trentini

Crema al limone, yuzu e zafferano di Fabrizio Racca

Crema al limone, yuzu e zafferano di Fabrizio Racca

Caffè Lavazza finale

Caffè Lavazza finale

Il menu ha così potuto sciorinare piatti di gran livello: dalla Trota marinata di Tesse al fantastico Donut alla bolognese di Perdomo; dal Risotto in scatola con polvere di caffè dei Costardi Bros alla Guancia con miscele di spezie marocchine e nocciole di Trentini; per chiudere con Racca, che ha ideato per l'occasione un dolce di crema al limone, yuzu e zafferano, con una ottima pallina da tennis al maracuja.

In sala anche il gran gastronomo Giorgio Grigliatti, padre di Gil

In sala anche il gran gastronomo Giorgio Grigliatti, padre di Gil

La cena è stata organizzata con la regia di uno dei più importanti gourmet ed esperti di ristorazione piemontese, Giorgio Grigliatti, che è sempre un piacere ascoltare nel racconto delle sue visioni sulla gastronomia contemporanea.

Le Atp Finals sono state una grande occasione di crescita e una nuova vetrina per Torino, che ha scelto spesso negli ultimi decenni di legare la sua ripresa agli eventi sportivi.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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