17-11-2021

Chef in Quota: anche Gennaro Esposito coi cuochi del Verbano-Cusio-Ossola

Grande festa, piatti buonissimi e fondi importanti ottenuti all'evento benefico di Domobianca, nei pressi di Domodossola

I cuochi dell'edizione 2021 di Chef in Quoatya

I cuochi dell'edizione 2021 di Chef in Quoatya a Domobianca (Domodossola). Si riconoscono, di spalle, Giorgio Bartolucci (Atelier, Domodossola) e Gennaro Esposito (Torre del Saracino, Vico Equense, Napoli)

Questa volta Gennaro Esposito di chilometri ne ha fatti parecchi. Sono più di 900 dalla sua Torre del Saracino a Vico Equense, Penisola Sorrentina, per salire fino alla punta settentrionale del Piemonte a Domobianca per partecipare a “Chef in Quota”: 6 chef, tanti appassionati e gourmet, una località da far scoprire e apprezzare e una giusta causa per cui raccogliere fondi.

Il cuoco campano è stato la guest star di un evento voluto e promosso dal Gruppo Altair, nuova proprietà con volontà di rilanciando la stazione turistica a 15 minuti da Domodossola e dallo chef Giorgio Bartolucci, prima stella Michelin dell’Ossola nel suo Atelier. Chiamati a raccolta altri 4 cuochi del luogo: Matteo Sormani dellla Walser Schtuba di Riale in Val Formazza, Andrea Ianni Trattoria Vigezzina a Masera, Gianni Bona de Le Colonne a Santa Maria Maggiore in Val Vigezzo e Stefano Allegranza del vicino La Stella di Domodossola. A fare da cornice all’evento la stazione di Domobianca365, con il nuovo ristorante Baita Motti, le sue sale in legno, il camino e la grande terrazza panoramica affacciata a strapiombo sulla città domese dall’alto dei suoi 1200 metri di altezza a metà del primo tronco della seggiovia degli impianti dell’Alpe Lusentino.

Gennaro Esposito si intrattiene con gli ospiti

Gennaro Esposito si intrattiene con gli ospiti

Gli ospiti di Baita Motti

Gli ospiti di Baita Motti

Moltissimi gli ospiti, oltre 130, appassionati, curiosi, divertiti e veri protagonisti di una serata di grande cucina pensata anche per fare del bene. “Chef in Quota” ha permesso infatti di raccogliere 7mila euro devoluti in beneficenza al progetto: Tredicesime dell’Amicizia - promosso dalla Fondazione Specchio del Tempi del quotidiano torinese La Stampa - che ogni anno, a Natale, regala assegni di sussidio a nonni bisognosi in tutta Italia. Un’occasione per avvicinare il grande pubblico alla cucina d’autore, per parlare di prodotti locali – formaggi, ottimi salumi, ortaggi, erbe e carni – che stanno contribuendo ad affermare questa zona di confine fra le nuove mete gourmet del nord Italia.

E per farlo si è puntato, giustamente, su un grande cuoco del sud. Gennaro Esposito, entrato da tempo nelle case degli italiani grazie alla sua maestria, alle ormai frequenti apparizioni televisive e alla sua innata e immediata simpatia, ha polarizzato l’attenzione degli ospiti. Con lui si è parlato anche di cucina, futuro e di post pandemia: “Stiamo riprendendoci spazi, tempi e possibilità – racconta lo chef campano – dopo un lungo periodo di silenzio, chiusure e riflessioni. E’ stato utile per certi aspetti rallentare. Ora, dopo un’estate ricca di incontri, cene e soddisfazioni, non vogliamo più fermarci”.

Tataki di vitello, Gianni Bona

Tataki di vitello, Gianni Bona

Tartare di branzino, Stefano Allegranza

Tartare di branzinoStefano Allegranza

Risotto al peperone, Gennaro Esposito

Risotto al peperone, Gennaro Esposito

Per farlo servono certezze sulle aperture e sulla disponibilità di personale, uno dei maggiori problemi del momento: “Abbiamo difficoltà, inutile negarlo. Non troviamo ragazzi e ragazze da inserire nelle nostre brigate e in sala. Le motivazioni sono tante, ne discutiamo quotidianamente ad ogni livello. Le soluzioni? Si tratta di creare condizioni più favorevoli per il personale e contemporaneamente agevolare i datori di lavoro, cioè noi chef che facciamo impresa, per poter alleggerire alcuni costi e poterli riversare, in maniera virtuosa, sui nostri collaboratori. Penso che questa situazione non si risolverà a breve e facilmente. Serve l’impegno di tutto il settore e anche dei decisori per continuare a permetterci di svolgere quel ruolo di ambasciatori dei nostri territori, in Italia e all’estero, che ormai da anni interpretiamo”.

E proprio come un ambasciatore ha fatto gli onori di casa Giorgio Bartolucci: “Con Gennarino siamo amici da anni – ha ricordato davanti alla platea lo chef dell’Atelier di Domodossola – per le belle esperienze insieme e per le partecipazioni al suo evento la Festa a Vico. Ricordo ancora, durante la cerimonia in cui mi è stata assegnata la stella Michelin, la sua sincera soddisfazione e condivisione per quel importante riconoscimento che mi era appena stato consegnato. In fondo mi posso considerare un po’ un suo allievo e sono davvero felice di averlo potuto ospitare per questa serata di festa, allegria e buon cibo”. E allora via alla cena con i piatti che escono a ritmi serrati, impresa non semplice anzi titanica vista la grandissima partecipazione, e gli chef che si danno il cambio ai fornelli e al pass con grande spirito di squadra.

Tortelli di polenta concia, Matteo Sormani

Tortelli di polenta concia, Matteo Sormani

Guancetta ai frutti rossi, Andrea Ianni

Guancetta ai frutti rossi, Andrea Ianni

Si parte con il Tataki di vitello crema di nocciole e tartufo nero di Gianni Bona che passa la palla a Stefano Allegranza che stupisce – a queste latitudini - e si fa apprezzare per la Tartare di branzino, fichi nostrani, cialda croccanti e sorbetto al mosto prima di gustare il Risotto ai peperoni gialli con guazzetto di merluzzo e capperi con il quale Gennaro Esposito ha esaltato la sala e raccolto applausi. Prosegue la cena ed ecco gli interessanti Tortelli alla polenta concia con brodo di Larice e funghi firmarti da Matteo Sormani prima del secondo: Guancetta di maiale ai frutti rossi con purea di sedano rapa di Andrea Ianni.

Il dolce “D come Domodossola” è uno dei classici di Giorgio Bartolucci e omaggia una città che, anche grazie al flusso di turisti dalla vicinanza Svizzera, sta risalendo a passi veloci la classifica della zone enogastronomiche più promettenti di Italia. Con ancora molti margini per migliorare ma con esperienze e potenzialità che l’evento di Domobianca non hanno fatto altro che confermare.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Maurizio Trezzi

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Maurizio Trezzi

Giornalista professionista, classe 1966 con una laurea in Fisica e, oggi, docente in IULM e comunicatore. Cultore del bello e del buono, attento osservatore della società e dei suoi cambiamenti, appassionato e commentatore televisivo di golf. Amo e racconto il cibo, quello schietto, vero e senza fronzoli. Scrivo di luoghi, persone, vino, rum e distillati e, quando capita, di politica

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