23-04-2020
Alfonso Iaccarino: perplessità e preoccupazioni scrutando il futuro
Fu lo scrittore e sceneggiatore statunitense Gore Vidal a portare Ancel e Margaret Keys a pranzo al Don Alfonso 1890, la prima volta. Livia e Alfonso Iaccarino se lo ricordano bene. Fu un giorno d’estate del 1980. Per i due coniugi americani, teorici del mangiar sano per vivere sano, fu un’epifania. Mentre il loro anfitrione si lanciava in verbose dissertazioni, assaggiavano tutto in silenzio e prendevano appunti. A quella tavola la teoria assunse la concretezza della prassi. L’epidemiologo e consorte fecero esperienza delle proprietà medicamentose di un piatto di Spaghetti pomodorino e basilico. E a quel primo, molti ne succedettero, dal momento che Ancel e Margaret al Don Alfonso diventarono di casa: della Dieta Mediterranea che avevano tenuto a battesimo, avevano trovato la patria e i santi protettori.
È un ricordo che ad Alfonso Iaccarino - in questi giorni di epidemie ed epidemiologi, di clausure forzate, di silenzi rappresi in stanze cariche di preoccupazione e conversazioni nell’etere - si rimesta nella mente come latte nella zangola. E s’infuria. Anzi s’incazza. «Sono passati quarant’anni, ancora non abbiamo imparato niente, niente!», sbotta. «Io ero e resto convinto che la Dieta Mediterranea rafforzi le nostre difese immunitarie, e invece siamo diventati bandierine al vento. Smascherati nella nostra fragilità da un virus con la corona».
Alfonso Iaccarino
Il Don Alfonso 1890
Livia Iaccarino
L'ingresso dell'azienda agricola biologica Le Peracciole, che gli Iaccarino hanno creato a Punta Campanella
Mario, Livia e Alfonso Iaccarino
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa
Ernesto Iaccarino, chef del mitico Don Alfonso 1890 a Sant’Agata sui Due Golfi (Napoli)
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