22-03-2021
Una fetta di pizza "all'antica", o sardenaria, o "all'Andrea", o piscialandrea che dir si voglia: è una delle sfiziose proposte delle Officine del Cibo di Sarzana. Le foto sono di Stefano Caffarri
Entusiasta, appassionato, solare. Scambiare qualche parola con Giacomo Devoto in un momento così complicato è quasi terapeutico; sembra di avvertire una ventata di aria fresca in un afoso pomeriggio d’estate.
Si sente subito la sua energia positiva, contagiosa. Quella che l’ha portato, dopo un’intensa gavetta, a dare vita a un progetto molto ambizioso, a 360 gradi, che mira a valorizzare la sua terra di confine, la Lunigiana (antica regione che storicamente si estendeva da Piacenza fino in Versilia), attraverso l’eccellenza nelle materie prime, il rispetto delle tecniche di cottura e felici intuizioni personali. «Il mio percorso inizia a Sarzana con un tirocinio abbastanza lungo alla Locanda dell’Angelo tra il ‘98 e il ‘99. Ho proseguito la mia esperienza in Valle d’Aosta, dove a poco più di 20 anni sono riuscito ad acquistare a Champoluc, una baita sulle piste da sci, Baita Belvedere. La svolta che aspettavo, perché ho acquisito molte più responsabilità, imparando tutto sul campo. Un percorso durato tredici anni dove sono diventato un piccolo chef patron, portando l’alta cucina in alta quota. Ho poi lasciato le redini alle persone che ho formato per dare un senso a quello che avevo imparato e trasmetterlo alla mia terra, la Lunigiana, cui sono molto legato».
Giacomo Devoto
Pizza con carciofi di Albenga e pancetta. La tecnica è quella della verace napoletana, «panetto da 260 g, impasto diretto, lunga maturazione... Il gioco qui era incrociare la tradizione partenopea e i prodotti della Liguria, il territorio»
Pizza al padellino con pomodorini gialli, prosciutto cotto selezione Branchi, provola affumicata e cipolla caramellata
La Pizza sardenaria, anche detta "Pizza all'Andrea" perché dedicata ad Andrea Doria. Si tratta di «un impasto moderno con una ricetta antica. Lo realizziamo con Petra 9, quindi una super integrale per sfruttare al meglio la qualità degli zuccheri e abbassare il tenore di lievito. Sfruttiamo piuttosto le maturazioni». È un "padellino ligure", («A Nizza la chiamano pissaladière»), particolare perché nella realizzazione del disco viene utilizzato anche il latte. Sopra, una salsa data dalla precottura del pomodoro San Marzano con cipolla, poi olive taggiasche, alici levantine (o di Cetara), cappero di Salina e origano di montagna
Pizza al vapore con pomodoro Paolo Petrilli, salsa di clorofilla, crema di burrata e olio affumicato. «È una piccola innovazione sulla Margherita» con impasto alternativo e, in questa foto, senza pomodoro
La parte più buona della pizza
Il calzone fritto Napoli-Modena
Le mini-pizze napoletane, assaggio finale con topping che cambia di volta in volta
Per assaggiare con calma tutte le prelibatezze delle Officine del Cibo vengono anche organizzati veri e propri itinerari gastronomici, vista anche la possibilità di soggiornare alla Locanda de Banchieri, storica dimora di charme a Fosdinovo, immersa negli uliveti della Toscana, terza struttura che fa parte del progetto Devoto con intimo e accogliente ristorante annesso, dove si declina in pieno il concetto di ospitalità, intesa come forma di devozione. O forse, come riporta lo chef, vera e propria “anticamera della felicità”.
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
a cura di
figlia dei mitici anni '80, una passione per la scrittura nata in ufficio stampa e una per l'enogastronomia che c'è sempre stata. Esploratrice instancabile di ristoranti, piatti, abbinamenti e sapori, scrive di cibo come giornalista free-lance per il suo sito multiautore ilpelonelluovo.it e per alcune testate online, tra le quali iodonna.it
Raffaele Boccia, chef pizzaiolo del Nanninella di Poggiomarino, in provincia di Napoli
Ciccio Filippelli, Duodecim Pizze, via Louis Braille 1, Rende (Cosenza)
Claudio Abbate, chef pizzaiolo e patron della sua Abbate Pizzeria a Giugliano in Campania (Napoli)