04-12-2020
Marzia Buzzanca con, da sinistra, Alessandro Trevisiol e Mattia Puglia, i suoi due collaboratori tra pizza & cucina all'Hofstätter Garten a Termeno, provincia di Bolzano. È il ristorante di casa Hofstätter, e riapre oggi
Marzia Buzzanca non sta più nella pelle: «Finalmente oggi si riapre!». C'è da capirla. È stato un innesto complicato tre volte, quello di questa spumeggiante chef abruzzese approdata in Sud Tirolo da poco più di un anno, 14 novembre 2019, all'Hofstätter Garten della celebre casa vinicola, siamo a Termeno, provincia (autonoma) di Bolzano.
Innesto complicato certo per il Covid-19, tra stop and go in successione e lockdown parziali o totali le settimane durante le quali la Buzzanca ha potuto lavorare con continuità sono stato davvero poche. Poi, complicato perché Termeno è un borgo delizioso, affacciato sul lago omonimo, ma ben altra realtà sociale rispetto a L'Aquila dalla quale proviene la chef. E poi perché Martin Foradori Hofstätter l'aveva chiamata all'Hofstätter Garten perché portasse con sé la sua arte nello sfornare meravigliose pizze, non proprio un simbolo gastronomico sudtirolese e men che meno appannaggio del mondo germanico.
La tenuta Hofstätter
Noi eravamo stati dalla Buzzanca poco prima dell'ultimo stop. Si era sul finire dell'estate, c'era ancora il ricordo di un agosto dai grandi numeri da anche del primo doloroso lockdown primaverile, che la chef aveva sfruttato per studiare un nuovo impasto, fantastico, ma ne riparliamo sotto.
La sala dell'Hofstätter Garten
Poco più di un anno e tante traversie dopo, com'è stata l'accoglienza a Termeno? «Che dire: qui la gente mi ferma per strada e mi ringrazia. Ho tanta clientela locale, ma altrettanti vengono da Bolzano, Merano o Innsbruck apposta per mangiare la mia pizza. Sono molto attenti: leggono, seguono, imparano. Come dico sempre: una pizzaiola terrona desta curiosità».
L'attività all'Hofstätter Garten riparte - ovviamente fino alle 18, «ma qui la gente spesso ha orari strani» - con un menu breve, Marzia vi propone oltre che le pizze anche una piccola carta di piatti dalla cucina. Rimangono i capisaldi: «Non posso togliere mai la Pizza Amatriciana, mi faccio arrivare tutto da L'Aquila, pecorino, guanciale, mentre il pomodoro è campano, poi le farine bio... Qui c'è molta curiosità gastronomica ed entusiasmo, che è un motore importante, vi si innescano tante altre cose, la ricerca, lo studio. La clientela aspetta la tua nuova proposta e la accoglie con interesse, è stimolante, mi regala energia».
La Pizza Amatriciana, golosissima: con pecorino, guanciale, pomodoro e pepe. da mangiarne ancora e ancora
L'esemplare Margherita con burrata
La Pizza con carpaccio di manzo marinato con spezie di montagna. Ci sono anche germogli di insalata, maionese alla senape, lamponi, olio evo delle Colline Teramane, pepe affumicato
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Consistenze di Margherita, una delle tante variazioni sulla pizza Margherita ideate da Francesco Pompetti al suo Impastatori Pompetti di Roseto degli Abruzzi (Teramo). In questo caso l'impasto fritto a fermentazione spontanea di pomodoro viene condito con polvere di pomodoro del piennolo, stracciata di burrata e basilico disidratato
Una delle creazioni golose di Massimo Palumbo al suo Balik, due indirizzi a Torino, in via Mazzini 37/F e in via San Dalmazzo 26/A
Una splendida Margherita de La Sorgente a Guardiagrele (Chieti)