19-11-2018
Tredicesima edizione a inizio mese, nella Scuola del Molino Quaglia a Vighizzolo d’Este in provincia di Padova, per Pizzaup, il simposio tecnico sulla pizza italiana contemporanea promosso e curato dallo stesso molino veneto nelle persone di Chiara Quaglia, amministratore delegato, e Piero Gabrieli, direttore marketing. Tre giorni pieni di lezioni e di dibattiti, con una formula nuova rispetto al passato.
Un tempo i pizzaioli venivano suddivisi in squadre e ognuna doveva presentare a fine convegno una pizza speciale, figlia del lavoro svolto ascoltando e confrontandosi con i vari esperti coinvolti, su tutti e da tempo Corrado Assenza, maestro a 360 gradi al Caffè Sicilia a Noto. E le preparazioni venivano presentate alla stampa presente, cosa che ha sempre condizionato i lavori dei più perché tutti vanno a Pizzaup per imparare e non per fare un gara.
Conseguenza pratica: difficilmente gustavi pizze indimenticabili, anzi in genere erano dimenticabilissime perché non si partiva alla ricerca di equilibrio e golosità perfette. Si sono sempre esplorate nuove strade per capire quali
Questo ripensare la formula ha tolto quel nervosismo sottotraccia del passato e conferito nuovi impulsi seguendo le tre parole chiave: terra, fermentazioni e cucina. Sì, cucina perché la pizza non vive per conto proprio conto, non è – non dovrebbe essere – il cugino sfortunato della cucina di qualità, è uno dei mondi che concorrono a formare l’universo della nostra ristorazione.
Tanti i temi, le interazioni tra condizioni climatiche e tecniche di coltivazione dei cereali - sono intervenuti il professore Salvatore Ceccarelli e l’agricoltore Giuseppe Li Rosi sui grani evolutivi -, la tecnica di molitura, l’uso del lievito madre, le trasformazioni indotte dalla fermentazione degli impasti fino
La seconda delle due pizze preparate da Eugenio Boer: padre olandese, lo chef ha ripreso alcuni ingredienti tipici del Paese
Purtroppo quando si affronta la pizza, l’Italia si spezza in due. Generalizzo, ma da una parte Napoli, nemmeno l’intero Meridione, e dall’altra tutte le altre realtà. Manca un confronto sincero e aperto. Ancora troppi dogmi, troppe verità a prescindere, paure. Non esiste un’unica verità, non esistono certezze uguali nel tempo, se si usa il cervello nulla rimane immutato. Tutto può essere messo in discussione se si ritiene che ci siano i giusti motivi per farlo, certo non per dei capricci o per le pressioni di uno sponsor o di un produttore.
Foto ricordo dell'edizione 2018 di PizzaUp nella scuola del Molino Quaglia
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi