14-02-2024

Hotel Locarno, un viaggio lungo un secolo

Storia, simboli e attualità del celebre albergo di via Della Penna a Roma. Che oggi propone anche una rassicurante Cucina all day long e cocktail ben fatti

Una delle affascinante sale dell'Hotel Locarno

Una delle affascinante sale dell'Hotel Locarno, a Roma dal Giubileo del 1925 (le foto sono di Adriana Forconi)

L’Hotel Locarno è come un libro da sfogliare, un album dei ricordi di una Roma artistica e creativa che ancora oggi si respira e si vive. Tra le stanze, il bar e le varie salette comuni c’è sempre stato un via vai di musicisti, attori, registi, scrittori che hanno regalato a questo posto, aneddoti che arricchiscono ancora di più la sua storia.

Un viaggio nel tempo. L’Hotel Locarno nasce nel 1925 in occasione del Giubileo per volere di una famiglia svizzera (da qui il nome, in ricordo della propria città natale). Inizialmente è un solo edificio su via della Penna - siamo a pochi passi da piazza del Popolo, nel cuore della Capitale - per poi nel tempo mutarsi, ampliarsi, rinnovarsi ma senza perdere mai lo stile dell’epoca, che è diventato la sua unicità.

Occupato prima dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale e poi rimesso in attività alla fine del conflitto, la storia odierna del Locarno inizia negli anni Sessanta con Maria Teresa Celli, la madre dell’attuale proprietaria Caterina Valente, che acquista una parte del secondo piano come sua abitazione (all’epoca nello stesso palazzo c’era sia l’albergo che degli appartamenti privati), per poi acquisire la licenza e iniziare da qui un lavoro di imponente ristrutturazione e ampliamento, che si è perpetuato nel tempo.

«Quella di mia madre fu una grande storia d’amore con questo Hotel», ci racconta Caterina Valente, seduti nella caratteristica sala da tè a piano terra, «che la portò a girare l’Italia, e non solo, tra antiquari e mercatini alla ricerca dei pezzi originali dell’epoca: lampade, tessuti, mobili, marmi, rubinetterie, tutto è e deve essere anni Venti. Amava quegli anni e li ha fatti rivivere in ogni stanza, con originalità, freschezza e senza mai farli passare di moda».

In effetti, entrando al Locarno, si ha l’impressione di fare un viaggio nel tempo o sentirsi come in un set cinematografico, e comunque mai fuori luogo. La sensazione è quella di essere assorbiti dall’atmosfera vivida e sognante che emanano le stanze, il bar luminoso che si affaccia sulla strada interamente in stile liberty, la sala del camino, il giardino coperto: tutto ci parla di un’altra epoca e noi ne siamo parte.

«Un lavoro, di restauro, più che di ristrutturazione, non semplice – continua Caterina Valente – durato circa un ventennio e che si è imposto di non stravolgere nulla, ma rispettare la struttura e il design originale e di far sì che le stanze, i muri siano, prima ancora delle persone, narratori di un’epoca lontana, che emana sempre il suo fascino. Pensate che abbiamo un bagno del 1905 all’interno del secondo stabile acquisito nel 1998 e aperto nel 2000, che è stato ristrutturato ma mantenendolo integro in ogni parte, comprese le meravigliose pareti giallo Siena e questo vale per ogni attività di ristrutturazione passata e futura. È questa la nostra filosofia, che ci ha portato a creare stanze differenti l’una dall’altra, accomunate dallo stile, ma differenti per colori e forme, e questo perché mia madre non voleva standardizzare, ma far sentire i suoi ospiti come a casa, dove ogni stanza è diversa dall’altra».

L'ingresso di via della Penna 22

L'ingresso di via della Penna 22

Caterina Valente

Caterina Valente

La terrazza con vista su Roma

La terrazza con vista su Roma

«Del resto, come dico sempre, il nostro core business è raccontare la storia, e il piacere di preservarla è ciò che anima il mio lavoro quotidiano». La titolare conclude: «Ho domotizzato tutto lalbergo, ma volutamente nel piano nobile ci sono le chiavi antiche, perché voglio offrire una experience: il peso della chiave riporta il cliente a venire al desk, posso salutarlo con un sorriso, preservare quel rapporto umano del servizio che altrimenti andrebbe perso».

Un vero museo che conserva oggetti, foto, quadri, mobili e storie di vario genere a partire dal famoso poster locandina, diventato logo dellHotel, che venne realizzato dall’illustratore del cinema muto Anselmo Ballester, ed è questo anche il primo elemento di connessione con il mondo dellarte, un legame che si svilupperà nel tempo e diventerà una componente identitaria della struttura.

Ma oltre a essere la casa a tutti gli effetti delle due donne, questo hotel è stato amato e ha accolto molti nomi del mondo artistico, che qui hanno trovato il loro rifugio privato, il momento di ispirazione, il confronto e le collaborazioni. Fellini era ospite fisso, qui si rifugiava per lavoro o per amore quando aveva bisogno di privacy e il Locarno era diventato il punto di incontro romantico con Giulietta Masina, che spesso e volentieri portava con sé la governante dell’hotel per fare shopping tra le vie del centro.

C’è per esempio la suite 603  che prenotava sempre Lucio Dalla e proprio sul pianoforte dell’hotel, quando tutti gli ospiti andavano a dormire, lui componeva e cercava nuove canzoni. C’è poi la suite “rossa” che chiedeva sempre Ezio Bosso, mentre nella camera 605, Wes Anderson ispirato dalle tappezzerie veneziane verde e oro, dai motivi floreali della tappezzeria, dai tavoli e i portoni in stile Liberty, dalle lampade retrò ha scritto qui al Locarno il suo film Gran Budapest Hotel. Bill Murrey gioca a fare il barman e si mette a preparare cocktail. Qui Stefano Benni chiacchierando al bancone del bar ha trovato la protagonista per una sua pièce teatrale. Da Borges a tutti gli scrittori del Premio Strega hanno alloggiato e festeggiato tra queste sale, quasi a voler ripetere un loro momento scaramantico.

«Di scrittori ne incontriamo tanti – sottolinea Caterina Valente nel flusso dei ricordi - e li riconosci facilmente perché sono sempre lì a scrivere, un’immagine che conservo da quando era bambina. Ognuno trovava il suo angolo di lavoro e non si interrompeva nemmeno per pranzare. E anche oggi succede così: ecco perché da noi si può mangiare sempre, ad ogni ora e in ogni posto, senza nessuno schema imposto». E continua: «Molti erano anche i pittori nostri ospiti, venivano qui a dipingere, mia madre permetteva loro di dipingere nelle stanze e alcuni hanno ritratto l’hotel o le sue stanze nelle loro opere».

«Insomma, se dovessi definire questo luogo direi che è l’albergo bohémien degli artisti folli. Come mi raccontava ma madre, e come tanti di loro mi ricordano, c’era un andirivieni di artisti folli, a volte giovani, squattrinati e alla ricerca dell’idea geniale, che venivano accolti da mia madre con entusiasmo e premura, ma allo stesso tempo sapeva gestirli. Era lei che comandava…».

In questo contesto raffinato e familiare allo stesso tempo la cosa che si intuisce dalle parole di Caterina e che si respira quotidianamente per chi passa da questo hotel di charme è la sinergia culturale e creativa che si crea tra chi passa per queste stanze, artisti che si incontrano casualmente e partoriscono idee che poi diventano grandi film, libri o chissà cosa.

Alcune specialità di chef Domenico Smargiassi: Maritozzo salato con scrambled eggs

Alcune specialità di chef Domenico Smargiassi: Maritozzo salato con scrambled eggs

Il bartender Nicholas Pinna

Il bartender Nicholas Pinna

Cucina all day long. Altro elemento unico che continua a costituire uno dei capisaldi dellalbergo è la sua formula all day long, da sempre molto apprezzata. Nessun vincolo di orario per la cucina secondo la filosofia dell’accoglienza del Locarno, gli ospiti possono gustare in ogni momento della giornata le specialità firmate dallo chef Domenico Smargiassi.

«Da noi puoi mangiare ovunque, non esiste un luogo dedicato al food, tutte le stanze sono a disposizione: dal giardino al terrazzo, dalla sala del camino ad una saletta riservata, è possibile anche mangiare da soli, mentre si lavora o a porta chiusa con i propri ospiti. Il menu è a disposizione di tutti a qualsiasi ora e nel fine settimana diventa ancora più ricco con la formula Bloody Brunch firmata dal nostro chef e dal nostro bartender Nicholas Pinna. Due capisaldi del nostro hotel, che collaborano insieme da oltre dieci anni e che riescono a creare dei pairing perfetti, di grande equilibrio e sinergia di gusto», conferma Caterina Valente.

Al Locarno i piatti alla carta rispondono alla parola chiave di comfort food, che sia originale o di tradizione lo chef Smargiassi ha scelto la strada del piacere e del gusto rassicurante, senza dare nulla per scontato. E in questo filone di commistione tra l’estero e la cucina del Bel Paese è stata disegnata la formula del Bloody Brunch.

Un ricco brunch dal sapore sia internazionale che italiano, con i classici della tradizione, di cui godere magari sul rooftop. Si parte dalle classiche Eggs Benedict per arrivare alle Uova alla Fiorentina e al Tegamino, o al gustoso Maritozzo ripieno di scrambled eggs con pancetta e funghi, c’è poi la proposta Hamburger, anche veg, Fish and Chips, il Cordon Bleu preparato come vuole la tradizione francese, e unoriginale rivisitazione del Biryani, con uovo cotto a bassa temperatura, crocchette, salsa yogurt e accompagnato da riso al ragù. E per chi ha voglia di sapori italiani Smargiassi si diletta con i piatti della domenica come il Carciofo fritto, Pappardelle al ragù "come una volta" (cotto con vino e brodo, e un pezzo di parmigiano), o ancora l'Amatriciana, l’Arrabbiata 2.0 o l'Agnello panato.

Tra i piatti simbolo della sua cucina abbiamo poi il Club Sandwich Masterpiece, che Caterina Valente ci raccomanda di assaggiare, unico per la sua insalata di pollo con wasabi e zenzero, adagiata su un letto di basilico e pomodoro e guarnita con senape e tacchino, per chiudere con pancetta e zucchine croccanti. Ad accompagnare questa ricca offerta, i cocktail firmati da Nicholas Pinna e in particolare i diversi Bloody Mary studiati dal bartender per creare degli abbinamenti ad hoc con i diversi ingredienti. La sua è una selezione da assaporare senza limiti, e che comprende il classico Bloody Mary, il Red snapper (preparato con il gin), e "One Bloody at time", una terza proposta che varia ogni settimana.

Negli anni Nicholas Pinna ha modellato il bar secondo le sue esperienze e il suo estro, mantenendo una linea pulita e semplice, non banale, con sapori netti e immediati. La sua carta da sperimentare anche in questo caso a qualsiasi ora del giorno, si suddivide tra signature, drink divenuti iconici e novità. Si va da "Innocenti evasioni", la parte italiana, con tre cocktail tipicamente amaricanti per l'aperitivo, come Roma-Bracciano (a base di Campari, Vermouth Carpano antica formula e Rabarbaro Zucca), o 1925 (il drink preferito dalla signora Celli). Si prosegue con Champagne Supernova, tre cocktail a base di bollicine; Martini Remastered, tre drink caldi, buoni, dal sapore deciso; Life's A Beach, cocktail freschi ed estivi in cui si gioca con i sapori del rum, del mezcal, del pisco, frutta e spezie. E infine Rock 'n' Roll Star, a base di gin, whiskey, vodka e cognac.

E poi bere un cocktail di Nicholas al meraviglioso bancone del bar mentre vi prepara un cocktail e vi racconta qualche aneddoto dei vari personaggi passati di là non ha prezzo.

Hotel Locarno
via della Penna 22
Roma
+39063610841


Hôtellerie

Radiografia, notizie e curiosità sugli hotel e le locande più importanti in Italia e nel mondo.

a cura di

Giusy Ferraina

Calabrese di origine e romana di adozione. Laurea in Scienze della Comunicazione. Dopo alcuni anni passati nell’editoria, si avvicina al mondo dell’enogastronomia, muovendo i primi passi tra redazionali, ricette da editare, social network e fiere di settore. Giornalista pubblicista, collabora con La Madia e Pizza e Pasta Italiana, è autrice del podcast Misticanza per Radio Food, di cui dirige il magazine. La sua passione è raccontare le storie di aziende e produttori. Amante del buon cibo, della pizza abbinata con il vino e dei libri. Fanatica di sport

Consulta tutti gli articoli dell'autore