13-06-2022

Il Grand Hotel Rimini: mito senza fine

In occasione del ritorno di Al Mèni i prossimi 18 e 19 giugno, vi offriamo un assaggio della storia fascinosa di uno dei luoghi più iconici dell’ospitalità italiana, che tante volte ha accolto il grande maestro del cinema, Federico Fellini

Il Grand Hotel Rimini è stato inaugurato nel 190

Il Grand Hotel Rimini è stato inaugurato nel 1908. Dal 1994 è stato eletto monumento nazionale

Nulla si sa, tutto si immagina: è la eco di Federico Fellini a risuonare dentro di noi mentre si avvicina uno degli appuntamenti più attesi della Riviera Romagnola. I prossimi 18 e 19 giugno torna, a Rimini (città natale del grande maestro del cinema), il circo mercato di sapori e cose fatte con le mani e col cuore: bentornato Al Mèni, uno spettacolo di gusto ed eccellenze artigianali locali, una gran festa vista mare, in Piazzale Fellini mentre, poco lontano, su piazza del Risorgimento, scorgiamo uno dei luoghi più iconici della vibrante cittadina, nonchè dell’ospitalità italiana tout court.

Possente, sontuoso, un gioiello della Bella Époque, manifesto architettonico dell’Art Nouveau: alziamo lo sgaurdo in alto e lasciamolo brillare davanti al Gran Hotel Rimini

È questo il luogo che, per Fellini, figurava un po' come «la favola della ricchezza, del lusso, dello sfarzo orientale», la sua casa adottiva nel corso di tutti i suoi soggiorni a ogni rientro in città.

Il maestro Federico Fellini presso il Grand Hotel Rimini in uno scatto di Davide Minghini

Il maestro Federico Fellini presso il Grand Hotel Rimini in uno scatto di Davide Minghini

Un albergo che nasce con il tardo consolidarsi del turismo balneare europeo che, prima della fine del secolo diciottesimo, era pressoché inesistente. Le spiagge, il mare, infatti, erano “mete per pirati”; la tintarella, una forma di volgarità e di mal grado la nobiltà accarezzava l’idea di bagnarsi in acque iodate; piuttosto, preferiva esibire con sfarzo questo o quell’abito, il volto incipriato. Sia quel che sia: anche senza mare l’estate comunque esisteva.

Finché, convinto dalle teorie rivoluzionarie del dottor Richard Russel, il re d’Inghilterra Giorgio III, con un bagno a mare nella Manica, ne asserisce tutta la salubrità. Dalle coste d’Oltralpe di Montecarlo, Brighton, Cannes e Biarritz, presto la scoperta approda anche in Italia ed attecchisce proprio sulle coste della Riviera Romagnola, a Rimini. Niente di ciò che conosciamo oggi, naturalmente; lo scenario, un tempo, era ben diverso. Perché i servizi turistici disponibili, agli albori, erano niente più, niente meno che una palazzina in legno con sei cabine: lo Stabilimento Bagni. Eppure, a poco a poco, al nucleo originario cominciano ad aggiungersi pezzi qua e là: da un centro di “moderne cure terapeutico-salutistiche”, alla Piattaforma con i camerini, fino al delizioso salotto Kursaal, teatro di opulenza, balli, magnifici spettacoli e cene succulente prima ancora del sorgere di un ristorante vero e proprio. Cosa mancava ancora? Un albergo, anzi, un Grande Albergo in grado di sublimare il quadro complessivo di Piazza Risorgimento, agorà del piacere per l’élite in villeggiatura, un luogo di prestigio per la clientela a venire.

Detto fatto: nel luglio del 1908 nacque una volta e per sempre il Gran Hotel Rimini e da allora la sua storia trattiene, dentro e fuori le sue mura, il pregio e l’unicità di un’atmosfera senza tempo.

Qui iniziano a mescolarsi, in un’unica danza, la borghesia in ascesa e un’affermata aristocrazia che, meno impettita, curiosa, abbandona le vecchie ville della Marina, per immergersi in quello stile di viaggio à la mode, più leggero e dinamico: la nuova classe al comando sfila così accanto ai piùà influenti personaggi del tempo: il Principe Corsini, il Duca degli Abruzzi, la Principessa ColonnaEleonora Duse, oltre che il tenore Caruso e Tommaso Marinetti – padre del Futurismo - per godere tutti insieme della spiaggia più bella del mondo. E muterà il turismo, cambieranno i suoi connotati, ma sempre questo luogo resterà una via di fuga sicura dal clima frastornante e festoso delle strade e delle spiagge affollate.

Ora, a dire Grand Hotel Rimini, scivoliamo volentieri in quel mondo sognante e immaginifico disegnato e custodito dalla maestosa produzione felliniana: Federico, che nasce a Rimini, da piccolo fa incetta di scene e personaggi, allora ancora inaccessibili, spiando oltre una siepe che separava la sua realtà, comune e fanciullesca, da un mondo diverso che pure esisteva. Era la magica vita dei ricchi, di sfarzo e godimento, di dame in abiti da capogiro, macchine scintillanti e camerieri in smoking filtrate attraverso lo sguardo del personaggio Titti (alter ego del maestro) nel capolavoro Amarcord: ed è così che Federico Fellini presenta all’intero pianeta il Grand Hotel. E presenta, allo stesso modo, anche Rimini (seppure qualsiasi ripresa della città avvenne sempre negli studi di Cinecittà): tutto si immagina - lo dicevamo all’inizio - e partendo dalla sostanza reale dei suoi più teneri ricordi d’infanzia, dell’intimità che lega il maestro alla destinazione in questione, Fellini impasta anche per Rimini una visione di bellezza che offre all’universo intero.

Col passare del tempo, poi, da mondo proibito e fascinoso qual era percepito da bambino, il Grand Hotel diventa il luogo del ritorno, anzi dei ritorni di Fellini: la suite 316 è la sua casa riminese, il punto di partenza del suo personale Amarcord, tra il lungomare, il ponte Tiberio, il molo della Palata, e – un luogo dell’anima - il cinema Fulgor.

Gerardo Filiberto Dasi e Lady Diana. Dasi è ispiratore e fondatore del Centro Pio Manzù nato per promovere il dialogo tra figure del panorama internazionale su temi di cultura, oltre che di natura finanziaria, commerciale e politica. Gli incontri si svolgevano proprio presso il Grand Hotel Rimini (foto dal sito chiamamicitta.it)

Gerardo Filiberto Dasi e Lady Diana. Dasi è ispiratore e fondatore del Centro Pio Manzù nato per promovere il dialogo tra figure del panorama internazionale su temi di cultura, oltre che di natura finanziaria, commerciale e politica. Gli incontri si svolgevano proprio presso il Grand Hotel Rimini (foto dal sito chiamamicitta.it)

Fellini, ma non solo Fellini: perché l’insegna d’eccellenza del gruppo alberghiero ascrivibile al Batani Select Hotels registra il passaggio, oltre che del regista, di un parterre internazionale davvero straordinario. Il Re Faruk, Bush, Gorbaciov, Lady Diana e il Dalai Lama:  anche loro giungono sulla Riviera…d’Europa, merito del Centro Pio Manzù e del suo ispiratore e fondatore, Gerardo Filiberto Dasi, che rende il Grand Hotel la sede naturale delle Giornate Internazionali di Studio da lui organizzate.

Ma oggi cos'è che persiste? Tutto questo, la Storia, il mito felliniano che sopravvive allo scorrere rapido del tempo, tra interni luminosi, marmi, i grandi lampadari di Murano, preziosi tappeti e arredi pregiati. E, seppure, ancora mutano le forme di turismo – da quello di massa arriviamo a quello esperienziale – il Grand Hotel Rimini, con il fine di valorizzarlo e proteggerlo, continua a puntare su un modello di accoglienza tradizionale, che non rinuncia alla centralità dell’ospite e al suo piacere, che sublima il luogo e offre ai visitatori sempre quel qualcosa in più, tutto ciò che non si aspetta.

I sontuosi interni del Grand Hotel (foto dal sito del Grand Hotel Rimini)

I sontuosi interni del Grand Hotel (foto dal sito del Grand Hotel Rimini)

Lo attraverseremo ad Al Mèni, per il consueto Déjeneur sur l’herbe, un pic nic nel giardino del Grand Hotel a cura dell'Executive Chef Claudio di Bernardo in collaborazione con il maestro di pasticceria Roberto Rinaldini. Si comincia alle ore 12.30. Lo osserveremo spiando, proprio come il giovane Fellini, oltre le siepi e così, lasciarci incantare, immaginando.

Foto di una passata edizione del Déjeneur sur l’herbe nel giardino del Grand Hotel Rimini. L'appuntamento sarà riproposto domenica 19 giugno a partire dalle 12.30 – per info e prenotazioni scrivere a info@grandhotelrimini.com

Foto di una passata edizione del Déjeneur sur l’herbe nel giardino del Grand Hotel Rimini. L'appuntamento sarà riproposto domenica 19 giugno a partire dalle 12.30 – per info e prenotazioni scrivere a info@grandhotelrimini.com

La Dolce Vita è un modo di essere, la Dolce Vita è un mito. La Dolce Vita è il Grand Hotel Rimini.

 

 

LEGGI ANCHE 

Tutto ciò che perdere non si può ad Al Mèni 2022 a cura di Marialuisa Iannuzzi
Rimini da mangiare: 15 indirizzi dove trovare la migliore cucina della città
«Fiera della sua storia e proiettata verso il futuro»: il sindaco di Rimini racconta la città che ospiterà la nona edizione di Al Mèni a cura di Niccolò Vecchia


Hôtellerie

Radiografia, notizie e curiosità sugli hotel e le locande più importanti in Italia e nel mondo.

a cura di

Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre.  Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

Consulta tutti gli articoli dell'autore