06-04-2024

Bollicine del mondo: undici consigli dei nostri esperti

Il nostro viaggio alla scoperta delle migliori bollicine non finisce mai. Ecco le ultime novità, segnalate dalla redazione

«Un nuovo numero della newsletter Bollicine del Mondo in cui abbiamo inserito undici schede. Abbiamo Piemonte, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Spagna, California, Slovacchia e Portogallo, più tre Champagne. Ecco i consigli dei nostri collaboratori, che sono sempre di spessore» dice Paolo Marchi per presentare la nuova "nata" dalla competenza dei nostri esperti. Ecco qui le proposte da non perdere. Buona lettura.

“Golem” - Cantina Alchemica, Lombardia

Cantina Alchemica è un progetto di Giorgio Mercandelli che nasce dal desiderio di evolvere la propria visione del mondo (compreso quello del vino) assieme all'esperienza di altri artefici: Oreste Sorgente, Luigi Cagnoni, Sonia e Igor Pasquale, Marco Paolo Merighi. Dopo un paio di prove su vini fermi, l’arrivo in forma altisonante di Golem, il primo spumante metodo classico alchemico ottenuto attraverso la pratica della “fermentazione diretta”. Un brut nature, che nasce dall'unione di vini purissimi, senza che nessuna sostanza o trattamento abbia interferito sul destino del loro naturale percorso, dal vigneto fino alla bottiglia. Dopo un certo periodo di decantazione e di affinamento le bottiglie vengono remuate (girate e gradualmente portate in punta) per essere successivamente sboccate à la volée (a temperatura ambiente e senza ghiacciare il collo della bottiglia per mantenere la coerenza dei vortici fluidodinamici che la caratterizzano) e ritappate manualmente. Il risultato è uno spumante dal perlage finissimo ma energizzante, frutto di una potenza davvero esondante ma controllata. I registri aromatici intrecciano i mondi della terra (salinità, mineralità, pietrosità) che si congiungono con il mondo sottoboschivo e sopraboschivo in un vortice che avviluppa mente e palato. Andrea Grignaffini

Sparkling Brut Blanc de Blancs Doc Alentejo "Évora" - Cartuxa, Portogallo

L’azienda vinicola Cartuxa è di proprietà e gestita dalla Fondazione Eugenio de Almeida, un’istituzione privata di beneficenza fondata nel 1963 con sede a Evora, nell’Alentejo portoghese, Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Tra il XVI e il XVII secolo era una casa di riposo dei Gesuiti che insegnavano all’Università cittadina, con una fattoria circondata da orto, uliveti e vigneti. Con l’espulsione degli ordini religiosi, nel XVIII secolo, la proprietà passò allo Stato portoghese e, alla fine del secolo seguente, acquisita dalla famiglia Eugénio de Almeida. In quel periodo l’azienda vinicola era già nota nella regione. Il nome Cartuxa fu ispirato dalla vicinanza dell’omonimo monastero. Seicento ettari vitati con approccio etico per la tutela dell’ambiente e una cura maniacale dei vigneti secondo protocolli agricoli privi di chimica. Un Metodo Classico Blanc de Blancs di uve Arinto è prodotto dal 2007. I vigneti sono distesi su un tipo di terreno granitico. Una fermentazione parziale in botti di rovere francese e vasche in acciaio con affinamento sui lieviti per sei mesi, travasi periodici, riposo ulteriore in bottiglia per la seconda fermentazione. Una sosta totale di 48 mesi per poi essere sboccato e commercializzato. Un vino fresco, elegante, dall’alto tasso di convivialità. Cinzia Benzi

Champagne Les Gastronomes, Champagne | Francia

Les Gastronomes è un progetto che nasce in Italia nel 2022 (e concretizzato a inizio 2023) grazie alla grande passione di due amici ed ex colleghi di Scienze Gastronomiche a Pollenzo come Vittorio Cenci Matteo Micotti. Il loro obiettivo è, fin dall’inizio, quello di scoprire vini provenienti da piccole realtà artigianali e il tutto parte con la selezione di questa etichetta, uno Champagne Blanc de Noirs 100% Meunier prodotto nel cuore della Valle della Marna a La Chapelle-Monthodon, un’edizione limitata di 960 bottiglie numerate. Ma hanno fatto di più, hanno lavorato fianco a fianco con l’azienda per definire la liqueur d’expedition scegliendo alcuni vin de reserve riuscendo a dare allo Champagne la loro firma. Les Gastronomes è un assemblaggio di Meunier al 50% dell’annata 2019, al 30% del 2018 e al 20% del 2017. Sono 48 i mesi sui lieviti, nessuna fermentazione malolattica e 5g/l di zucchero residuo. Lo Champagne si distingue per la freschezza degli aromi, che virano decisamente verso profumi voluttuosi di frutta tropicale, spezie e tabacco biondo. Le note ossidative rendono una sensazione di grande raffinatezza. Al palato c’è struttura, mineralità e perfetto bilanciamento dell’acidità. Bruno Petronilli

Spumante Metodo Classico Kaskal - Rivetto, Piemonte

«Sono un agricoltore, un appassionato di pallacanestro, uno spirito libero». Si presenta così Enrico Rivetto, produttore biodinamico delle Langhe, che punta ad avere un’azienda perfettamente integrata tra viti, alberi da frutto, erbe, cereali e animali da cortile. «Credo che il vino sia magico perché mi permette di farmi ascoltare dalla gente. E alla gente racconto un nuovo modo di pensare la terra e il lavoro. Un modo di celebrare con genuinità la bellezza e l’armonia della natura». La sua filosofia è chiara, con la biodinamica che non è una moda da cavalcare, ma un principio in cui credere affinché la terra sia sempre più viva. È un concetto che poi viene trasferito direttamente ai vini: la sua interpretazione spumantistica delle Langhe è legata al vitigno Nebbiolo. Nasce così il Kaskal, Metodo Classico, che viene affinato 60 mesi sui lieviti. La tecnica di produzione è particolare: Rivetto, infatti, utilizza solo le punte dei grappoli di Nebbiolo, prendendoli quando l’acidità è giusta per realizzare una bollicina di livello, mentre il resto dell’uva rimane in pianta a maturare, per gli altri vini. Il risultato è di un vino molto verticale, dalla spiccata acidità, che però sa anche essere un ottimo accompagnamento a tutto pasto. Raffaele Foglia

Greco di Subur Blanc de Blancs Brut Nature 2017 - Clos Lentiscus, Spagna

Un racconto di agricoltura lungo 500 anni, una famiglia che da sempre, a pochi chilometri da Barcellona, ha lavorato a stretto contatto con la natura, rispettandone i delicati equilibri. Clos Lentiscus sorge all’interno del parco naturale del Garraf, luogo in cui è l’uomo a doversi integrare tra i boschi e la loro maestosa biodiversità, senza altra via che quella di un approccio il più naturale possibile. Se a questo aggiungiamo i terreni sabbiosi e calcarei, la convinzione di non voler scendere a patti col mercato, puntando anzi sugli antichi vitigni autoctoni (la Malvasia di Sitges è, grazie a loro, presidio Slow Food), riusciamo a comprendere quanto possa essere importante il lavoro dei fratelli Aviño. Il Greco di Subur Brut Nature 2017, come gli altri vini, è frutto di un approccio poco o nulla interventista in cantina ed è certamente una bollicina che non lascia indifferenti: l’olfatto richiama la terra, le sue sensazioni più umide ed erbacee; poi il chinotto, i cereali che arricchiscono i toni ossidativi donando complessità, la frutta gialla e una classicissima crosta di pane. Il sorso è scalpitante, energico, saporito, in via di definizione e di ottima prospettiva ma già ora con un equilibrio tale da rendere il calice un elemento del tutto transitorio. Naturalmente natureAlessio Pietrobattista

Ravenna Trebbiano Frizzante Indigeno - Ancarani, Emilia Romagna

l Trebbiano Frizzante Indigeno è il miglior vino possibile per il pane e salame, meglio se di mora romagnola e se condiviso insieme a Rita Babini e Claudio Ancarani sulla loro terrazza con vista sui vigneti di Oriolo dei Fichi a Faenza. Visita consigliatissima a chi ama le espressioni di forte radicamento romagnolo cui si può arrivare con Sangiovese, Albana, Centesimino, famoso e, appunto, con lo stesso Trebbiano. L’Indigeno è un bianco intriso di sincera ruralità in cui il brio della carbonica è il solo elemento di decisa durezza in un contesto rustico e vernacolare: è il Trebbiano della tradizione romagnola, sapido, vivace e buccioso che rivendica con fierezza la sua origine contadina. Il suo habitat: cereali, sementi, paglia e saggina, affiancati da una tonalità floreale di flebile intensità, anch’essa campestre, spontanea, estiva. Questa schiettezza di aromi, cerealicoli, floreali e fruttati e il dinamismo gustativo che si scopre secco e salino sono creati grazie a una rifermentazione in bottiglia fatta partire spontaneamente dopo due mesi di illimpidimento del vino base in vasche di cemento con un tiraggio fatto con mosto fresco prelevato al tempo della vendemmia. Tappo a corona: non viene effettuata sboccatura e la presenza dei lieviti è parte integrante dell’assaggio. Monica Coluccia

Spumante Astro Rosé Brut - Cantine Astroni, Campania

Testimonianza unica della viticultura “metropolitana” di Napoli, le vigne di Cantine Astroni sono delimitate dall’Oasi del WWF e si inerpicano fino al cratere degli Astroni, affondando le proprie radici nei suoli vulcanici dei Campi Flegrei. L’azienda vede oggi al timone la quarta generazione della famiglia Varchetta, che da 25 anni custodisce e accudisce quest’oasi verde a ridosso di uno dei quartieri più antropizzati della città. Ottenuto da uve Piedirosso e Aglianico, Astro Rosé è l’ultimo nato di casa Astroni e va ad affiancare la versione in bianco ottenuta da uve Falanghina. Prodotto nella tipologia Brut, Astro Rosé è vinificato con il Metodo Charmat e fatto affinare sulle fecce fini per almeno 6 mesi. La sua luminosa veste carminio lascia emergere profumi di rosa canina, melograno e lampone, che anticipano un sorso brioso e vivace, invitante e saporito, con un finale fresco e dissetante che richiama la beva calice dopo calice. Un vino che trova nella grande succosità il punto di maggiore forza, grazie alle beva disimpegnata, ma di carattere. Adele Granieri

Champagne Perle Noir Extra Brut - Christophe Dechannes, Champagne | Francia

Il Christophe Dechannes Perle Noir accoglie con un colore giallo paglierino scarico, un approccio leggero; al naso però sprigiona con forza note vegetali e un ricco bouquet di fiori bianchi. Un’aria estiva che scaldandosi un po’ riporta alla memoria la noce e una leggera percezione di ossidazione. Elegante e suadente al palato, stuzzica l’assaggio con bollicine finissime e costanti. La persistenza del sorso porta con sé acidità, freschezza e leggerezza. Un Pinot Nero in purezza selezionato su diverse annate che si esprime, nonostante i 36 mesi sui lieviti e grazie al solo passaggio in acciaio, con grande delicatezza e note erbacee inusuali; inaspettato, attraente, divertente e di estrema finezza. La Maison Dechannes ha visto susseguirsi tre generazioni che hanno portato avanti il savoir-faire nella creazione dello Champagne mantenendo sempre un approccio familiare, sostenibile e strettamente connesso alla terra, ai suoi ritmi e ai suoi doni. Stefania Oggioni

Champagne Blanc de Meunier Extra brut - Mathilde Savoye, Champagne | Francia

Nuova maison di Champagne nata nel 2020 a La Neuville aux Larris: 3,40 ettari nel cuore della Vallée della Marne, che si estendono su cinque villaggi, intorno a Chatillon sur Marne. Mathilde Pierson-Savoye coltiva essenzialmente il Meunier, vitigno principe della zona su suoli argillo-limosi e calcarei, cercando di essere meno interventista possibile. Osserva, ascolta la vigna, gusta i suoi frutti al fine di elaborare dei vini espressione del terroir. Blanc de Meunier Extra Brut, Meunier in purezza, è un assemblaggio di una parcella di 55 anni di età, del lieu-dit: Les Chapelleries, situato nel villaggio di Cuchery, e di un’altra parcella di 15 anni, del lieu-ditLa Loge des vignes, situata nel villaggio di Baslieux-sous-Chatillon. Le parcelle furono vendemmiate a metà settembre 2019. La vinificazione avviene in cuve inox, passaggio a freddo naturale, senza svolgimento della malolattica. Dopo un affinamento sui lieviti di 15 mesi il dégorgement è avvenuto nel luglio 2021 con un dosaggio di 3 g/l. All’olfatto è fresco, con un profilo aromatico che esprime un bouquet di fiori gialli, profumi di frutta fresca, sentori di erbe aromatiche, salvia e tiglio, con una nota speziata. Al palato è complesso, con una bella tensione e un’acidità agrumata che portano a un finale lungo e salino. Manlio Giustiniani

California Sparkling Wine Méthode Champenoise Brut - Paula Kornell, Stati Uniti

Sebbene sia pressoché una debuttante, enologicamente parlando, Paula Kornell è l’erede di una tradizione vitivinicola che risale quanto meno agli inizi del Novecento col padre Hanns, nativo di Lubinitz e già lui espressione familiare della terza generazione di viticoltori. Emigrato negli Stati Uniti, nel 1952 prende in affitto la sua prima azienda vinicola a Sonoma, prima di fondarne una propria pochi anni dopo e contribuire così, forte dei suoi studi in enologia e delle esperienze maturate tra tini e filari in Francia e Italia, alla diffusione del Metodo Champenoise in terra statunitense fino alla cessazione delle attività avvenuta nel 1992. Tempo al tempo ed ecco Paula esordire nel 2017 con la sua prima vendemmia e i suoi primi spumanti da uve provenienti dalla regione vitivinicola Los Carneros. Un esordio convincente che si può ben apprezzare degustando il Brut, un Metodo tradizionale assemblaggio di Chardonnay e Pinot Noir. Giallo dorato brillante, con effervescenza fine e persistente; abbastanza intenso e con profumi di qualità fine, inizialmente floreali e agrumati, che poi cedono il passo a note tostate, di frutta matura e pasticceria; assaggio coerente e armonico, con una piacevole cremosità a veicolare gli aromi al palato; finale equilibrato e abbastanza persistente. Luca Torretta

Spumante Chardonnay 2018 - Hacaj, Slovacchia

Venti chilometri circa a Nord Est di Bratislava. Sì, siamo in Repubblica Slovacca, un territorio di tradizione prevalentemente agricola, che privilegia le zone vicino il Danubio, con cereali, patate e barbabietole da zucchero, e quelle in cui troviamo la catena montuosa (collinare per noi) dei piccoli Carpazi dove vivono fiorenti coltivazioni di vigneti e frutteti. Non ci addentriamo qui in un excursus storico tra pre e post-comunismo, ci basti sapere che l’azienda vitivinicola Hacaj è stata fondata dai fratelli omonimi nel 1994 nonostante la coltura e la commercializzazione della vite e del suo frutto abbia radici, tutte in famiglia, molto più antiche. La produzione gira attorno al Metodo Classico in diverse declinazioni: una concentrazione e attenzione verso le bollicine senza dubbio e incertezza. Qui abbiamo assaggiato lo Chardonnay millesimo 2018, 10 mesi sui lieviti, dopo pressatura molto soffice dei grappoli. Un vino apparentemente semplice ma che ha il suo perché e racconta di un terroir vocato e con grandi potenzialità magari ancora completamente da tradurre in atto. Non un vino prettamente gastronomico, ma a un aperitivo diverte e appaga. Luca Turner

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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

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