Ricetta per fare la birra: si prende un ex orafo con la passione per la musica, lo si porta in val d’Orcia e, nella patria di vini come il Nobile di Montepulciano, gli si dà acqua, malto, lievito e luppolo. Risultato? L’Olmaia. L’ex orafo riconvertito all’oro del malto si chiama Moreno Ercolani, un signore che da dieci anni – prima come homebrewer, poi con una produzione destinata alla commercializzazione – ha deciso di fare birra artigianale nel cuore della Toscana dei vini. «Siamo stati i primi in Toscana a produrre birre in bottiglia. Adesso i microbirrifici nella nostra zona sono diventati 44…».
«Ho smesso di fare l’orafo – continua Ercolani, entusiasta, schietto e un po’ burlone come tanti toscani – perché avevo bisogno di fare qualcosa di diverso. Allora mi è arrivata la proposta di mettere in piedi un birrificio. L’esempio da prendere, per me, era quello del Birrificio Italiano di Lurago Marinone. E così ho fatto. Dopo due anni da birraio casalingo, ho iniziato a produrre in Val d’Orcia». La prima prodotta è stata La 5, una birra chiara fresca e ben luppolata, che rimane una colonna del birrificio di Sant’Albino, frazione di Montepulciano.

«Montepulciano ti dà una spinta forte a lavorare bene. Questa è una terra in cui la gente è abituata a bere bene, per questo non ci potevamo permettere di fare birre non all’altezza dei vini che storicamente si producono in questa zona. Per fortuna, poi, non tutti sono ottusi nel mondo del vino da non capire anche la bontà di una birra artigianale». Senza contare che c’è anche voglia di collaborare con il mondo del vino, dato che è in atto una collaborazione con la cantina
Salcheto di Montepulciano per la realizzazione di birre affinate in barrique.
L’impianto dell’Olmaia è da mille litri, con una produzione prevalente di bottiglie. Oltre a La 5, ci sono La 9, una bitter ale da 6,5%, in cui le note caramellate vengono contrastate dall’aromatico amaro del luppolo, e la Bk, sostanzialmente una stout da 6%, secca e profumata. Troviamo anche la Pvk, birra con l’aggiunta del 35% di cereali crudi (grano tenero, grano duro, orzo, avena) della val d'Orcia, leggera e dissetante (ideale per l’estate), e Christmast Duck, aromatizzata al miele d’orzo. C’è poi la Karkadè, realizzata con l’aggiunta di 8 chili di fiori di ibisco in ammostamento.
La birreria è ora in mano a Moreno e a Massimiliano Roncolini, da tutti chiamato Cisco. Da poco tempo è aperto anche un piccolo spazio che funziona da spaccio, nei locali appena sopra all’impianto di produzione. Il birrificio è aperto da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, il sabato solo al pomeriggio. «Se passate qualcosina si stappa…» è un po’ la frase tipica di Moreno. Passare per credere.