08-08-2023
Dopo quasi trent’anni di lavoro, Montevetrano resta uno dei più autorevoli vini d’Italia e senza dubbio uno dei grandi blasoni del Sud
Se pensiamo a Montevetrano immediatamente si associa il nome di Silvia Imparato. Donna colta, elegante, energica, un’artista che ha lasciato la professione di fotoreporter di successo per dedicarsi completamente al vino anzi ha creato il Montevetrano. Una vita vissuta, prevalentemente, nella capitale oltre ai molteplici viaggi intorno al mondo non le hanno fatto scordare di fare tappa, con regolarità, alla sua terra d’origine, San Cipriano Picentino, in provincia di Salerno. La genesi di questo progetto ha fondamenta antiche che, apparentemente, non sembravano destinate a creare un progetto enoico. Prima del periodo bellico i nonni di Silvia avevano acquistato una casa in campagna nei pressi del castello di Montevetrano.
«Il mio destino è sempre stato qui, in questo luogo, dovevo solo comprendere come amplificarlo e renderlo mio- dichiara Silvia. Quando fui costretta a gestire 26 ettari di terreno di cui un quarto circa vitati, condivisi con le mie sorelle e poi con mia figlia Gaia, che Montevetrano era senza dubbio il mio futuro. Il mio avvicinamento al vino non sarebbe stato possibile se non avessi incontrato i fratelli Cotarella e con Riccardo, in particolare, ho poi deciso di investire sui miei vigneti per fare, grazie al suo talento in campo enologico, uno dei più grandi vini rossi del Sud».
Montevetrano è un vino dal carattere importante, la mappatura dei vigneti, le scelte delle uve e soprattutto la volontà di riscatto di un territorio meno pettinato di altri ha dimostrato nel tempo di avere una potenzialità incredibile. Oggi, dopo quasi trent’anni di lavoro, Montevetrano resta uno dei più autorevoli vini d’ Italia e senza dubbio uno dei grandi blasoni del Sud.
Silvia e Gaia
«Ogni bottiglia di Montevetrano rappresenta un pezzo della mia vita- chiosa Silvia- un taglio bordolese che trova un protagonista assoluto nel nostro Aglianico. Un’ eleganza che si affina nel tempo, un’espressione di quello che i francesi chiamano terroir e, dopo tante degustazioni, anno dopo anno, ho capito che la nostra diversità di suoli, pendenze e orientamenti delle vigne fanno di Montevetrano un vino davvero espressivo e riconoscibile. La più grande soddisfazione è proprio avere la certezza di aver creato uno stile che mi rispecchia perfettamente». Da qualche anno in azienda è arrivata Gaia, figlia di Silvia, affermata graphic designer con esperienze italiane ed estere in prestigiosi gruppi, da Benetton a Dolce Gabbana. Per Montevetrano aveva supportato i progetti delle etichette oltre ad essere una winelover conclamata. Un percorso che ha portato Gaia in giro con la mamma per parlare di Montevetrano ma da figlia e non da parte attiva dell’azienda, un momento quasi ludico che ad un certo punto ha virato in un pensiero più strutturato.
«Nel 2011 nasce Core – dichiara Gaia - un progetto enoico creato da mia madre, ancora con Riccardo Cotarella. Io realizzo l’etichetta con il pensiero di disegnare appunto un cuore intingendo un pennello nel vino, un inchiostro simbolico che in qualche modo potesse vestire una bottiglia per vini più semplici rispetto a Montevetrano e anche più immediati» . Nel 2018 qualcosa cambia nel cuore di Gaia e decide di terminare la sua collaborazione con Dolce e Gabbana per dedicarsi in particolare a Core. Siamo di fronte ad una collezione di due vini: un bianco creato con un blend di Fiano e Greco, un vino del Sannio, vinificato nel Salernitano; un rosso di Aglianico in purezza. Core Bianco è agrume, pera, sapidità avvolgente mentre Core rosso esprime più speziature pur mantenendo un buon equilibrio tra frutto e note floreali.
«Quando ho iniziato a tempo pieno in Montevetrano mi sono iscritta ai corsi Ais diplomandomi sommelier nel 2019 e ho cercato in ogni momento di colmare tutte le mie lacune enoiche perché era giusto nei confronti di mamma supportarla con la massima attenzione. Oggi ho la certezza di aver fatto la giusta scelta anche se è un percorso in continua evoluzione che mi gratifica e permette di vivere appieno la vita di Montevetrano».
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione
La foto di gruppo degli ospiti a Montevetrano
Enzo Coccia, Maestro della Pizza per la nuova Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail bar d'autore al timone della pizzeria VICO-Pizza&Wine a Roma. Foto a cura di Simone Nardoni
Silvia Imparato e la figlia Gaia Marano
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.