11-04-2024

Trenta vendemmie di Montevetrano, un bel convivio a San Cipriano Picentino

Vicino a Salerno, l'evento per celebrare uno dei più grandi vini rossi del Sud Italia. Traguardo di rilievo per una realtà enologica che si associa al nome di Silvia Imparato.

La foto di gruppo degli ospiti a Montevetrano

La foto di gruppo degli ospiti a Montevetrano

Trenta vendemmie sono un grande traguardo per  Montevetrano, una realtà enologica che si associa al nome di Silvia Imparato che proprio il 24 marzo scorso ha festeggiato un traguardo importante. Donna elegante, energica, colta: lascia la professione di fotoreporter per realizzare un grande sogno: creare il più prestigioso vino rosso del Sud.

Se le colline spettinate alle porte di Salerno, a San Cipriano Picentino, ancora oggi rappresentano un’area agricola più selvaggia, immaginate quando Silvia fu costretta a gestire 26 ettari di terreno, di cui un quarto vitati, con il supporto tecnico dell’amico enologo Riccardo Cotarella. «Tutto questo è la sintesi del lavoro della mia resistenza per raggiungere il mio sogno di Montevetrano.

Nessuno di noi, da parte mia e di Riccardo senza il quale non potrebbe esistere Montevetrano, avevamo voglia di protagonismo. Nel 1983 il mio entusiasmo si trasformava concretamente in un vino nella terra dei Borbone. Nel 1985, su circa due ettari di terreno, si reinnesta Aglianico, Cabernet Sauvignon e Merlot su piante di 45-50 anni, di Barbera, Piedirosso e uva di Troia. Poi nel 1991 decidiamo di produrre alcuni esemplari di Montevetrano, in verità, da condividere solo con gli amici. C’era una prevalenza di Cabernet Sauvignon e un 10% di Aglianico. L’idea di creare uno stile era tra gli obiettivi primari». Montevetrano è un vino dal carattere importante ed è chiaro che ogni annata di questo progetto scandisce un pezzo di vita di Silvia Imparato.

Silvia Imparato e Riccardo Cotarella

Silvia Imparato e Riccardo Cotarella

Come afferma colui che lo ha ideato in vigna e in cantina, Riccardo Cotarella: «Quando Silvia mi chiese di iniziare a Montevetrano avevo davvero molti dubbi. Portai io i campioni a Robert Parker a Baltimora. Fu davvero complesso poterli degustare, perché Parker rimandava sempre questo assaggio. Finalmente accade e la sua affermazione fu inequivocabile: wow, aveva scoperto uno dei più grandi vini rossi  italiani. Ora sono passati molti anni e altrettanti successi. Quando ho dovuto selezionare una porzione delle annate di Montevetrano ho compreso millesimi meravigliosi con conferme e sorprese. Ne dovevo scegliere dieci partendo dalla prima del 1991. Una freschezza incredibile e grande potenzialità di un terroir». Cercando di sintetizzare un percorso enoico con il tempo si evidenzia il millesimo 1993, si arricchisce di una nota speziata, un vino più austero, grande compattezza del tannino.

Marchese Antinori e Isao Miyajima

Marchese Antinori e Isao Miyajima

Il 1997 si caratterizza da note di tabacco e cuoio con un tocco di acidità che lo contraddistingue. Il 1999 ha grande analogia al 1993. Passando agli anni Duemila abbiamo il 2004 che si eleva al millesimo più edonistico della batteria. Seguono al pranzo campestre 2007, 2011, 2016, 2018 e 2021 e un assaggio inedito del 2015.  Un grande fil rouge che dimostra, millesimo dopo millesimo, uno stile inconfondibile tessuto di eleganza, compattezza, dalla timbrica identitaria e un grande frutto soprattutto nel 1991. 

Silvia e Gaia

Silvia e Gaia

Silvia chiosa: «Dal 2011 nasce Core, un progetto enoico più semplice dove mia figlia Gaia realizza un’etichetta che raffigura un cuore intingendo un pennello nel vino, un inchiostro simbolico che in qualche modo potesse vestire una bottiglia più giovane. Dal 2018 con mia grande gioia decide di affiancarmi a tempo pieno lasciando il suo prestigioso lavoro di graphic designer e oggi devo a lei, e al nostro gruppo di lavoro, la realizzazione di questo incontro a Montevetrano». 

Gaia Marano è una grande amante del vino e grazie alla mamma e i suoi amici ha bevuto blasoni e studiato, in autonomia, il pianeta enoico. «Sono davvero emozionata - afferma Gaia - di essere qui con mia madre, Riccardo Cotarella e tutti coloro che hanno saputo narrare in Italia e nel Mondo il percorso di Montevetrano. Quando abbiamo riassaggiato tutti i trenta millesimi ho capito il grande percorso di Montevetrano. Farei davvero fatica a compararli ma la freschezza dei vecchi millesimi è davvero un gran risultato».

da sinistra Renzo Cotarella, Cinzia Benzi, Daniele Cernilli, Isao Miyajima

da sinistra Renzo Cotarella, Cinzia Benzi, Daniele Cernilli, Isao Miyajima

Per quando riguarda Core si declina in una versione rossa di Aglianico in purezza e un blend di Fiano e Greco, materia prima proveniente dal Sannio, e rappresenta l’unica etichetta di bianco della tenuta.

Per chi volesse visitare lo spazio di Montevetrano al prossimo Vinitaly le coordinate sono Padiglione B stand 114.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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