02-08-2023
Josè Rallo
Se Donnafugata non fosse stata fondata dalle menti illuminati di Giacomo Rallo e la moglie Gabriella oggi la Sicilia sarebbe priva di vini iconici che hanno permesso a Josè e il fratello Antonio di portare avanti questo prestigioso progetto di famiglia. Un brand oggi conosciuto in tutto il mondo, per l’innovazione e per lo stile. Antonio, agronomo e winemaker, presta il suo talento al servizio di vini che siano espressione del territorio; José cura il controllo di gestione e la comunicazione aziendale.
Contessa Entellina, tenuta di Donnafugata
Proprio l’ultimo Sicilia En Primeur 2023 ci ha permesso di dialogare con la vulcanica Josè e immaginare insieme un mondo del vino sempre più allietato da quote rosa. In effetti, proprio qualche settimana fa, il nuovo direttivo di Assovini Sicilia è stato rinnovato e, per la prima volta nella storia di questa associazione, vanta un parterre tutto al femminile. Il neopresidente è Mariangela Cambria, co-proprietaria dell’azienda Cottanera donna di marketing e comunicazione, il vice presidente è Lilly Ferro della Fazio wines, e, proprio Josè Rallo è neo consigliere delegato al coordinamento delle attività di finanza agevolata.
Josè, Gabriella e Antonio Rallo
«Una bella responsabilità che mi riporta indietro nel tempo quando verso il 2008, mio padre allora amministratore unico di Donnafugata decise di nominare me e mio fratello Antonio, amministratori delegati per accompagnarci verso un ruolo che poi è diventato nostro a tutti gli effetti. Un grande incarico e responsabilità. Oggi, con il senno di poi, apprezzo ancora di più il gesto di un genitore che ha deciso di darci fiducia facendoci governare in tre da pari a pari. Gioco di squadra fatto per inter pares».
Le riflessioni durante la pandemia la portarono a volere, ancor di più, la creazione di vasi comunicanti all’ interno della vostra realtà, è successo?
«Abbiamo posto le basi per una gestione di questo progetto in vista della multicanalità che si è amplificata lato vendite, lato comunicazione e soprattutto ci siamo resi conto che la facilità di convocare una riunione attraverso internet ci ha portato a stare insieme on line. Infatti, abbiamo compreso che la produzione poteva dialogare meglio con chi deve vendere vino, lo deve comunicare e soprattutto allinea una trasversalità che oggi è la quotidianità».
La confezione dedicata alla collaborazione tra Dolce&Gabbana e Donnafugata
La moda e la creatività di una joint venture con Dolce Gabbana riserva nuove progetti in arrivo?
«Certo dopo il Rosa, nostro primo vino rosato che è andato sold out in una sola settimana abbiamo creato altri vini in collaborazione con gli stilisti. Due collezioni dell’Etna, un bianco e un rosso, Isolano e Cuordilava, il primo un Carricante e il secondo un Nerello Mascalese, e, in seguito abbiamo voluto donare anche il Tancredi, etichetta storica della nostra cantina con una veste diversa, Per noi lavorare con Dolce&Gabbana è un arricchimento giornaliero, un momento di crescita culturale all’ interno dell’ azienda».
Come vede lei il futuro del Marsala nel mondo?
«Ho il piacere di rilevare un movimento e ci sono delle tendenze interessanti che potrei definire Pre-British ossia il vino che producono piccoli produttori a sedici gradi, un vino non filtrato, interessantissimo. Tra i Marsala da persona che è nata in una famiglia che lo ha prodotto per molto tempo il mio preferito è sempre il Vergine: secco e identitario con una grande versatilità di abbinamento».
Quali progetti state sviluppando?
«Continuare a lavorare sul web perché il nostro winelover per eccellenza è l’enoturista, il visitatore che viene in Sicilia, ricerca un itinerario che lo porta da noi, nelle nostre cantine per vivere un’esperienza immersiva nel nostro mondo, scoprire i segreti delle nostre produzioni. Vorrei trovare un metodo di farli sentire a casa nostra anche quando torneranno nelle loro residenze creando un filo diretto attraverso notizie in anteprima che ci riguardano e facendogli sentire il nostro senso di ospitalità 365 l’anno. Premiandoli, com’è giusto che sia, perché hanno trovato il tempo per farci visita».
I Millennials sono i nuovi winelovers su cui puntare?
«Certamente. La fascia 24-35 anni appartiene ad un pubblico che intercettiamo, sempre di più, con un approccio simpatico, edonistico e desideroso di conoscenza di questo settore. Uomini e donne che si avvicinano al vino con serietà e desiderosi di sapere. Proprio il convegno 2023 della XIX Edizione di Sicilia En Primeur, a Radicepura, Assovini Sicilia ha fatto emergere al meglio le grandi potenzialità di una Sicilia che è una destinazione del futuro anche per questi nuovi millennials. L’associazione Donne del Vino della Sicilia è un fiore all’occhiello e dopo aver visto la mia amica Roberta Urso, delegata regionale che ha portato l’associazione da 7 a 80 socie mi riempie il cuore. Siamo tante donne del vino motivate e con una grande voglia di riscatto. Io posso fare tante cose al meglio e sono felice di ribadire quanto la vita è il tempo e il tempo è qualità. Dobbiamo coltivare le relazioni e fare tesoro di quanto la cultura di questo settore ci può arricchire l’anima. Le nostre idee essere generatore di nuove iniziative che possano portare un po’ di Sicilia in giro per il mondo».
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di
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