29-07-2023

Coravin, un’altra (piccola) rivoluzione è servita

Il brand che ha rivoluzionato il modo di conservare e degustare il vino ha superato la diffusione in 60 Paesi guarda alle bottiglie monodose

Coravin Vinitas

Coravin Vinitas

Un’altra piccola rivoluzione è servita: piccola, solo perché Coravin lanciando Vinitas guarda alle bottiglie monodose. Ma dietro la presentazione di questo nuovo device pensato per campionare e conservare il prodotto, c’è anche la volontà di celebrare i dieci anni di una grande impresa e di farlo con chi ha creduto fin dall’inizio in questa straordinaria avventura. Ecco perché l’America approda ad Alba e dall’azienda Ceretto. Già prima di entrare al ristorante Piazza Duomo di chef Enrico Crippa ricordi e abbracci si rincorrono tra Greg Lambrecht, l’ideatore di Coravin, e Federico Ceretto. Accanto a loro Marcello Magaldi, senior regional sales manager di Coravin in Italia e Mauro Mattei, fine wine specialist di Ceretto.  

Greg Lambrecht e Federico Ceretto davanti all'entrata del ristorante Piazza Duomo - Alba

Greg Lambrecht e Federico Ceretto davanti all'entrata del ristorante Piazza Duomo - Alba

In Italia i prodotti Coravin sono distribuiti in esclusiva proprio dalla Ceretto nel settore Horeca e dalla Schoenhuber nel settore Retail.

Oggi il brand che ha rivoluzionato il modo di conservare e degustare il vino ha superato la diffusione in 60 Paesi – con le differenti sfumature, dalla Francia dove viene prediletto a casa, all’Italia dove sono in pole position i ristoranti -  e 200 milioni di calici versati. Del resto, l’azienda americana leader nella tecnologia vitivinicola è decisa a proseguire questa ascesa. Intenzione manifestata anche attraverso i nuovi strumenti: recentemente Sparkling per le bollicine, quindi appunto Vinitas.

Ceretto

Ceretto

In quest’ultimo caso, l’obiettivo dichiarato è fare presa sui giovani e rafforzare un interesse nel mondo del vino in  ottica consapevole e responsabile. Il che passa anche dalla logica di «provare prima di acquistare». Tuttavia, esiste un filo che si unisce alle precedenti esperienze, individuabile fin dai primi passi di questo ingegnere che mostra ancora l’entusiasmo delle sue prime scoperte testate sul campo, anzi in casa, con una narrazione irresistibile. Quel filo è permettere di godersi un calice di vino senza sprecare una bottiglia intera. O di potersi deliziare con un pranzo come questo ideato da chef Crippa, abbinando a ogni portata l’etichetta ritenuta più opportuna e sempre senza il dispiacere di dover lasciare aperte diverse bottiglie, con uno spreco economico e non solo. Perché in una bottiglia di vino scorre la storia di aziende come la Ceretto ed è giusto preservarla, ovvero farla vivere fino in fondo a chi si avvicina.

I vigneti di Ceretto

I vigneti di Ceretto

Del resto, Coravin è un nome che nasce dall’unione di “cœur” e “vin”. La tecnologia arriva al cuore del vino senza alterarlo e ciò avviene con l’ausilio di un ago che perfora il tappo in sughero e inietta argon. Quest’ultimo è un gas inerte che serve a evitare l’ossidazione del prodotto. Sfruttando l’elasticità del sughero, ecco che questo  si richiude dopo l’uso e la bottiglia è intatta, con la possibilità di degustare il resto nel prossimo, opportuno momento. Dal primo all’ultimo bicchiere, nessuna differenza: l’avvincente sfida è questa, degna di un simile compleanno.

«Dieci anni da un lato possono sembrare “sempre”, dall’altro appaiono “ieri” – sorride Greg Lambrecht - In un mondo in cui il consumatore è sempre più esigente Coravin diventa un compagno ideale per selezionare, servire e degustare qualsiasi vino fermo o spumante, in qualsiasi momento e quantità. Generazioni di consumatori hanno aperto una bottiglia alla volta, assicurandosi di berla entro un periodo di tempo limitato per evitare ossidazioni e sprechi. Coravin è stato sviluppato per sfidare questo modo unilaterale di interfacciarsi con un mondo, quello del vino, che offre molteplici occasioni di consumo».

Coravin Vinitas

Coravin Vinitas

È lui stesso a muoversi con disinvoltura al Piazza Duomo nel condividere con il personale di sala la delizia di poter offrire un bicchiere impeccabile. Nella sede della Ceretto – al cospetto dell’Acino, l’apparente bolla d’aria sopra una piattaforma in legno di rovere sospesa sui vigneti -  ha voluto preparare personalmente le monodosi per ogni giornalista, come a dare a ciascuno l’appuntamento nel futuro: Barbaresco Bernadot Docg 2020, pregasi degustarlo a debite distanze di tempo per scoprire come il tempo abbia rispettato le caratteristiche di questo vino.

È un meccanismo affascinante, quello che viene cantato, interpretato e incarnato a tavola: la tecnologia, non algida, bensì capace di inchinarsi alla qualità e diventarne difensore attraversando negli anni.

Greg Lambrecht

Greg Lambrecht

Intanto scorrono i minuti e incorniciamo di chef Crippa l’aperitivo di Torino, anche in versione vegetariana, e il risotto all’aglio orsino, che è un invito appassionato alla primavera. O il fungo cardoncello con crema di patate e sua emulsione, a lato da bere il brodo di fungo ancora accompagnato da olio bruciato e in abbinamento la sezione di pane.   

Del Barbaresco Bernadot Docg qui si degusta l’annata 2016: una solida struttura, che si riveste di note di frutti rossi e sfumature di tabacco. Lo aspetta un “match” con il Barolo Docg 2016: la microterritorialità “contro” – nel senso di confronto e stimolo – la macroterritorialità, l’apporto di più vigne.

Ma soprattutto in questo contesto compare il primo Barolo Dogc Brunate “coravinato”, il 2013.  «Uno dei nostri cru iconici – rimarca Mattei – Comune di La Morra, una vigna dai terreni completamente diversi rispetto a Bernadot. Siamo sulle classiche marne, tanta sabbia, che significa profumi più eterei, florealità, ma è  un’annata tardiva, alla vecchia maniera… Eravamo in vacanza tutti insieme in Sicilia, siamo tornati e  ai primi di settembre ancora doveva iniziare l’invaiatura.  Una cosa rara, negli ultimi trent’anni. Si sono raccolte tardivamente Questo vino comincia adesso a distendersi  con una finezza notevole. Nel 2013 è avvenuto l’inizio della nostra collaborazione… Ecco Brunate per celebrare non solo una relazione commerciale, ma un modo di lavorare, un’amicizia».


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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