06-10-2022

I segreti del Lugana: eleganza e modernità. Da far conoscere

L'incontro di Vini e Chef della Lombardia all'Hub di Identità Golose Milano, con quattro vini che hanno rappresentato le sfaccettature di un territorio unico

Da sinistra, Gilberto Castoldi, Giovanni Avanzi, A

Da sinistra, Gilberto Castoldi, Giovanni Avanzi, Alessandro Marcoli e Paolo Pasini, che hanno presentato i loro Lugana, stilisticamente diversi, ma con il filo conduttore dell'eleganza e della bevibilità

Eleganza e modernità. Sono queste le due parole chiave che devono contraddistinguere il Lugana, vino troppo spesso considerato da “pronta beve” e che invece si dimostra come un prodotto dall’inattesa longevità e persistenza.

Il Lugana, tramite il suo Consorzio di Tutela, è stato protagonista della serata Vini e Chef della Lombardia, progetto realizzato tramite la sinergia di Ascovilo (l’associazione che raduna i consorzi di tutela della Lombardia), Regione Lombardia e Identità Golose.

Il vicepresidente del Consorzio, Paolo Pasini, ha quindi cercato di delineare alcuni aspetti legati al Lugana: «Il territorio di produzione si estende sia in Lombardia che in Veneto. Ci sono tre fattori importanti che caratterizzano i nostri vini. Prima di tutto c’è il lago di Garda, che ci offre un elemento microclimatico importantissimo. In secondo luogo, la tessitura del suolo: ci troviamo in un’area nata dal ritiro dei ghiacciai e per questo i terreni sono ricchissimi di argilla, che dà struttura, forza e mineralità. Il terzo fattore è il nostro vitigno autoctono, la Turbiana: un’uva che porta grande acidità, freschezza, e che, unità alla complessità del territorio, conferisce ai vini una grande armonia».

Montagne, lago e vigneti di Turbiana: sono i fattori che caratterizzano il Lugana

Montagne, lago e vigneti di Turbiana: sono i fattori che caratterizzano il Lugana

«Il Lugana – sottolinea Pasini – sia giovane, sia con qualche anno in più, ha una grande facilità di beva. Siamo una denominazione piccola, ma in crescita da tanti anni». Al momento la produzione media annua della Denominazione si attesta attorno ai 27milioni di bottiglie. «Ma anche solo vent’anni fa – precisa Pasini – erano molte meno, all’incirca 4 o 5 milioni».

Un’analisi di cosa sia il Lugana è arrivata dal giornalista Fabio Piccoli: «La sfida di ogni produttore, oggi, è di rendere il proprio vino riconoscibile. Da qui il ragionamento: esiste un paradigma per far comprendere il Lugana? Forse sì. Il Lugana è estremamente simile al proprio territorio. Ci troviamo sul lago di Garda, uno dei luoghi più belli d’Italia, caratterizzato da un clima particolarissimo, con le montagne vicine, come il Monte Baldo, e venti che mitigano il clima, tanto da essere apprezzato dai turisti anche ora, in questi primi giorni di autunno».

Fabio Piccoli durante l'incontro di presentazione

Fabio Piccoli durante l'incontro di presentazione

«Tutti questi elementi ci portano a pensare che il Lugana possa essere un vino elegante e contemporaneo. Il paesaggio del Lugana è elegante, le cantine del Lugana sono eleganti. E contemporaneo, perché “facile” da capire a chi si approccia a questo prodotto. Per questo è un testimonial perfetto del Made in Italy. Vero, ora la popolarità è maggiore all’estero, ma non è un caso, perché è rappresentativo del Made in Italy e di un territorio fantastico».

Al momento, infatti, il 70% del mercato del Lugana è indirizzato all’estero, mentre per quanto riguarda l’Italia, si concentra molto nel Nord, utilizzando anche il volano del turismo. Ma il Lugana vuole uscire da questo schema, e raggiungere più tavole possibili, partendo da Milano, dove si vorrebbe aumentare la presenza nelle carte dei ristoranti della città.

La bellezza del paesaggio

La bellezza del paesaggio

C’è poi da considerare un altro grande fattore: «Non dimentichiamo – conclude Piccoli - la grande capacità dei produttori, che hanno potuto dimostrare come questo vino bianco sia estremamente longevo. Anche oltre 10, 15 e 20 anni. La longevità è il fattore che caratterizza i grandi vini».

A dimostrare la veridicità di questi elementi, il Consorzio ha portato all’Hub di Identità Golose Milano quattro bottiglie, con stili diversi, ma che riescono tutte a esaltare gli aspetti del Lugana.

Il primo vino è di un’azienda giovane, Marida Benedetti, come spiega il figlio Alessandro Marcoli: «Abbiamo cercato di fare un Lugana più identitario possibile. Ne produciamo solo tremila bottiglie, anche se come azienda avremmo un potenziale per arrivare fino a 70mila. Ma per ora ci concentriamo su questo. Il nostro sogno, in futuro, è di creare la nostra cantina». Il vino, annata 2021, è molto intenso al naso, con note di frutta bianca prevalenti, e in bocca ha una spiccata sapidità.

Alessandro Marcoli presenta il suo Lugana

Alessandro Marcoli presenta il suo Lugana

Gilberto Castoldi di Cobue, presentando il suo Camp8 2019, ha dato una sua interpretazione del Lugana. «Noi lo realizziamo fresco – spiega – e poi lo lasciamo per due anni in bottiglia, con tappo a vite. Riteniamo questa chiusura come l’ideale. All’inizio il vino ha un po’ di riduzione, ma poi piano piano esce. Siamo sulle colline moreniche, nell’unico comune che non ha un affaccio sul lago, ma con terreni che hanno una percentuale maggiore di calcare. La nostra produzione è di circa centomila bottiglia, metà sono Lugana». Questo Lugana, mantenendo quell’eleganza comune a tutti i vini assaggiati, ha anche una nota leggermente agrumata, con un sorso lungo, piacevole, e persistente.

Paolo Pasini, togliendosi virtualmente le vesti di vicepresidente del Consorzio e indossando quelle del produttore dell’azienda agricola Pasini San Giovanni, ha presentato invece il suo Busocaldo 2019, Lugana Riserva. «Sono sempre stato un promotore della longevità dei vini del nostro territorio – ha spiegato – Molti vini d’Oltralpe all’inizio sono solo molto acidi, e successivamente con gli anni acquisiscono equilibrio. Noi, invece, abbiamo l’armonia fin da subito. Nel caso del mio vino, lavoro con le fecce fini per un anno e mezzo in vasche d’acciaio, in assenza di ossigeno». Un vino fortemente caratterizzato, dove oltre alla frutta, escono le note di lieviti, di spezie dolci, zafferano, erbe aromatiche e frutta secca, con un sorso avvolgente ma sostenuto – ancora una volta – da acidità e sapidità.

I quattro vini in degustazione

I quattro vini in degustazione

L’ultima bottiglia è quella presentanta da Giovanni Avanzi – azienda Avanzi – con il Lugana Riserva Borghetta 2018. «Come azienda ci troviamo a Sirmione, con 23 ettari – spiega – Qui la percentuale di argilla è molto alta. Questo vino fermenta in barriques nuove di Allier per 7 mesi, per poi passare due anni in acciaio e sei mesi in bottiglia». In questo caso c’è un’evoluzione aromatica maggiore, con una nota di vaniglia conferita dal legno, che si integra però con frutta matura, frutta esotica, e note balsamiche. In bocca non è stucchevole, bensì mantiene un’ottima bevibilità.

Vini che hanno superato la prova sul campo, nella cena a Identità Golose Milano con lo chef Simone Breda del ristorante Sedicesimo Secolo di Pudiano, a Orzinuovi, in provincia di Brescia (qui il racconto della cena)

Quattro vini diversi che, comunque, sono un ottimo biglietto da visita per il Lugana: eleganti e contemporanei. E da far conoscere.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

Consulta tutti gli articoli dell'autore