02-12-2021
Willi Stürz, 30 vendemmie con cantina Tramin
C’è stata una rivoluzione, trent’anni fa, in Alto Adige. E il rivoluzionario si chiama Willi Stürz, enologo deciso e “testardo”, che è riuscito a dare un cambio di direzione alla produzione vitivinicola di Cantina Tramin. Una rivoluzione che, poi, ha trainato i cambiamenti in tutto il mondo del vino dell’Alto Adige.
L’incontro a Milano, alla terrazza della Triennale, non ha rappresentato solo il felice anniversario di Willi Stürz alla guida tecnica di Cantina Tramin, ma è stato un momento per raccontare come agli inizi degli anni Novanta ci sia stata una vera rivoluzione per quello che riguarda la cantina cooperativa con sede a Termeno sulla strada del vino.
Wolfgang Klotz e Willi Stürz
«Quello che vogliamo raccontare è un cambiamento enorme – racconta – Agli inizi, nel 1990, abbiamo incominciato a selezionare i primi vigneti. Ma era difficile far capire ai produttori che dovevano vendemmiare e portarci l’uva nel giorno in cui dicevamo noi. Ci sentivamo rispondere che prima dovevano raccogliere le mele. Adesso è il contrario: sono i coltivatori che aspettano la nostra chiamata per iniziare a vendemmiare».
Cantina Tramin dall'esterno
Un vino che parla di modernità è lo Stoan, un uvaggio di Pinot Bianco, Sauvignon, Gewürztraminer e Chardonnay dove, come ha spiegato il noto degustatore Luca Gardini, «tutti i vitigni hanno una loro connotazione, tutti fanno sentire le loro caratteristiche».
Willi Stürz durante l'evento alla terrazza della Triennale
Il primo Troy è dell’annata 2015, l’ultimo appena uscito è il 2018. La grande sfida era quella di confrontarsi non con il mondo enologico italiano, ma mondiale, vista la diffusione dello Chardonnay. La 2015 è un’annata che con gli anni ha acquisito una grande maturità ed equilibrio, mantenendo la verticalità e l’eleganza dettata dal microclima altoatesino. La 2018, invece, esprime una grande potenzialità.
E l’annata 2003 è la grande dimostrazione che questo vino ha l’enorme pregio di essere longevo, lasciando anzi una ricchezza e ampiezza olfattiva enorme. Al sorso mantiene la grande bevibilità che da sempre contraddistingue il Nussbaumer, con quel leggero residuo zuccherino che non disturba ma che diventa in equilibrio con l’acidità del vino. Il 2016, in compenso, nella sua relativa giovinezza, sembra intraprendere la strada del 2003: più immediato e diretto, con gli anni dovrebbe acquisire quella complessità che contraddistingue il suo “fratello maggiore”.
I vini degustati durante l'evento
Terminum è il vero “dulcis in fundo”: «Ci avevano detto che da noi questo vino sarebbe stato impossibile da fare. Le prime due annate erano state così così, poi abbiamo trovato l’appezzamento giusto, soprattutto con la giusta ventilazione, che ci ha permesso un positivo attacco della Botritys. E dal 1997 lo abbiamo sempre fatto». Un vino dolce incredibile, che in qualsiasi annata non delude mai.
Willi Stürz sorride: c'è qualche progetto per il futuro
Il futuro? Willi Stürz sorride: «Non ci fermiamo mai». Qualcosa bolle in pentola. Anzi, fermenta nei tini. Ma per scoprirlo bisogna aspettare.
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di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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