05-05-2021
Alois Clemens Lageder racconta le novità dell'importante azienda vitivinicola altoatesina
Un passo indietro per cercare di fare un passo avanti. Senza polemiche, ma con la sola intenzione di aprire un dialogo costruttivo.
Ci sono varie novità alla tenuta di Magrè della famiglia Lageder, sempre all’insegna della sostenibilità e della cura per l’ambiente, per produrre vini che siano buoni in tutti i sensi. È Alois Clemens Lageder ha raccontare l’evoluzione dell’azienda vitivinicola altoatesina: «Abbiamo due novità principali. Una è il passaggio dalla Doc alla Igt per alcune nostre tipologie di vino, l’altra è l’utilizzo di una nuova bottiglia più leggera che ci permetterà di risparmiare 87 tonnellate di vetro all’anno».
Per Lageder è sempre stata fondamentale la tutela dell'ambiente
La bottiglia è un cambiamento che però potrebbe non riguardare solo Lageder. Infatti, la bottiglia non è un “marchio registrato” e quindi è un prodotto “libero”. «Sarebbe ideale se anche altre aziende la volessero utilizzare – suggerisce Alois Clemens Lageder – Sappiamo che ci sono anche bottiglie più leggere, ma questa è stata studiata per i vini di alta fascia». Una bottiglia importante, ma leggera.
La famiglia Lageder al completo
Non solo grado zuccherino: «Ci sono delle problematiche, per esempio, a riguardo dei vini non filtrati. Se si filtra si perde una parte dell’anima del vino e per questo dobbiamo essere aperti a un’evoluzione nella produzione. Non dico che si debba fare tutti i vini non filtrati, ma deve essere un’opportunità concessa dal disciplinare. Così anche la macerazione, che può essere un problema per quanto riguarda anche solo i toni del colore».
Alcuni dei vigneti dell'azienda
Domande che la famiglia Lageder ha portato anche al consiglio del Consorzio Vini dell’Alto Adige, di cui Clemens Alois fa parte. «Noi abbiamo bisogno di una certa libertà di azione, ma serve un’apertura da parte della Doc. Soprattutto per i vini di fascia alta. Attenzione: non significa che i vini possano “puzzare”, questo no, ma serve maggiore flessibilità, sempre nell’ottica di puntare alla qualità. Così abbiamo deciso di portare la nostra linea alta e la nostra linea media di prodotti da Doc a Igt, per avere maggiore libertà».
Di padre in figlio: Alois e Alois Clemens Lageder
Non si tratta di una polemica, ma di una scelta aziendale, supportata dalla volontà di aprire un dialogo con il Consorzio, tanto che Alois Clemens Lageder fa tuttora parte del consiglio: «Cosa ne pensano gli altri? C’è qualcuno che vuole che me ne vada, c’è chi crede nella volontà di cambiare. La nostra volontà non è quella di “andare contro”, ma di sviluppare insieme questa idea».
Il Löwengang è uno dei vini di punta di Lageder
«Per noi lo Chardonnay è importante – rimarca Alois Clemens Lageder – La tenuta Löwengang era stata acquistata proprio per questo vitigno. La vinificazione avviene in barrique (e una piccola parte in botte grande), negli anni abbiamo ridotto la parte di legno nuovo utilizzato. Poi rimane sulle fecce fini per un anno, e per un altro anno in bottiglia. La 2018 è stata un’annata abbastanza calda, ma abbiamo cercato, come sempre avviene nei nostri vini, di preservare l’acidità».
L'ingresso della tenuta Löwengang
Il pensiero si proietta già nel futuro: è un vino che già ora è di grande spessore, ma negli anni potrebbe diventare davvero emozionante.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.