22-05-2019

Salcheto, quando il Vino Nobile rispetta l'ambiente

Uno degli obiettivi dell'azienda di Montepulciano è realizzare prodotti di alto livello rispettando l'ecosistema

Salcheto è una di quelle aziende che puntano davvero moltissimo sulla sostenibilità, sull’essere “green”, senza mai perdere di vista il fattore principale: fare vini buoni.

Ci troviamo a Montepulciano, nel cuore della Toscana dei vini rossi: qui la parola d’ordine è Vino Nobile, e ancora di più valorizzare il Sangiovese. Salcheto, nata nel 1984 con pochi terreni e tanta voglia di fare bene, è un’azienda che in questi anni è riuscita a farsi luce, con vini dove l’eleganza è uno dei fattori principali. Attualmente l’azienda agricola può contare più di 73 ettari di terreno, dei quali 58 vitati, 30 di proprietà e 20 in affitto decennale.

I lucernari che portano la luce, con un sistema di specchi, dalla superficie fino in cantina

I lucernari che portano la luce, con un sistema di specchi, dalla superficie fino in cantina

Nel 2009 sono stati avviati i lavori per la nuova cantina, che poi è stata completata nel 2011. Ed è una cantina eco friendly, dove la tecnologia è stata utilizzata per arrivare alla massima attenzione per l’ambiente. A partire dal fatto che la cantina stessa riesce a creare l’energia stessa che le serve per mantenersi: è totalmente autonoma grazie a un impianto geotermico unito ai pannelli solari. E anche per quanto riguarda l’illuminazione, ha sperimentato un sistema di canali, lenti e specchi che permette di avere luce naturale anche nelle zone più buie della cantina per tutta la durata del giorno, senza l’utilizzo di un’illuminazione artificiale elettrica. Ma non solo: la cantina stessa, grazie a un giardino verticale, ha un isolamento naturale, tanto che d’estate non ha necessità di un impianto di condizionamento.

Insomma, l’attenzione all’ambiente è totale. Ma la cantina è, ovviamente, costruita anche per poter migliorare la tecnica di produzione del vino, a partire dallo sviluppo in verticale dello stesso edificio, quasi completamente interrato, che evita l’utilizzo di pompe per il trasporto di uve, mosto e vino, sfruttando semplicemente la gravità.

I moderni vinificatori

I moderni vinificatori

In cantina, poi, non manca l’innovazione, con particolari vasche in acciaio fornite di un particolare sistema che riporta nelle stesse vasche l’anidride carbonica prodotta in fermentazione, per poter muovere la massa e il mosto gentilmente, con l’obiettivo di mantenere i profumi.

Come accennato all’inizio, l’azienda non ha mai perso di vista l’obiettivo primario: fare vini buoni, rappresentativi del territorio e rispettosi del vigneto, in particolare del Sangiovese. Nascono così dei Nobile di Montepulciano molto puliti, netti, fragranti ed eleganti. La Riserva viene vinificata con il metodo del “Governo Toscano” da uve Sangiovese Prugnolo Gentile in purezza in leggera surmaturazione da appassimento, invecchia per 24 mesi in botti grandi e piccole, per poi affinare almeno 12 mesi in vetro.

Il vino forse più rappresentativo è il Salco (prima annata 1999), che si ottiene grazie a un clone aziendale di Sangiovese Prugnolo Gentile che ad ogni vendemmia raggiunge con facilità una leggera surmaturazione. Dopo 2 anni di legno affina fino a 4 anni in bottiglia prima di essere messo in commercio.

Durante una piacevole verticale in azienda condotta da Chiara Fè, sono state degustate le annate 2000, 2002, 2008, 2010 e 2014. «La 2000 è l’annata più vecchia che abbiamo in cantina – spiega – E all’inizio c’era un utilizzo piuttosto importante delle barriques».

I vigneti dell'azienda

I vigneti dell'azienda

Si tratta di un vino molto ricco e complesso, molto fruttato, ma – rispetto agli altri – anche con una minore eleganza. La 2002 è stata una vendemmia difficile, dove le piogge arrivate proprio nel momento sbagliato hanno rischiato di compromettere il raccolto. Il vino, in realtà, non risente di queste difficoltà, anzi: grandissima freschezza, naso molto elegante e pulito, ancora note floreali che si intersecano con una frutta rossa croccante e a piacevoli note speziate e di tabacco. La 2008 è stata un’annata difficile in quanto c’era fin dall’inizio una spiccata presenza di tannini e acidità: una presenza che ritorna anche a distanza di dieci anni, con un vino piacevole ma che ha anche bisogno di affinamento. La 2008 è stata anche un’annata “spartiacque”, dove si è iniziato a utilizzare meno le barriques.

La 2010 si dimostra come una delle migliori annate dell’ultimo periodo. E tale è: un vino ricco, pieno, ancora giovane e scalpitante, ma che mantiene il “marchio di fabbrica” dell’eleganza.

La tinaia illuminata dai lucernari

La tinaia illuminata dai lucernari

Infine la 2014, anno così difficile per la pioggia e per le temperature basse che ha indotto i responsabili della Salcheto a rinunciare al Salco, ma a convergere nel Nobile “base”. Il risultato è comunque un vino piacevole, fresco e diretto, che magari non avrà una grande possibilità di affinamento. Però, nel mondo del vino, non si sa mai.

Ricordiamo infine che oltre al Salco, da qualche tempo l’azienda propone anche il Nobile Vecchie Vigne del Salco, prodotto da piante che hanno circa 30 anni di vita.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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