08-03-2019

Le Pupille rivela il suo Syrah: nuova perla enologica in Toscana

«È un vitigno che ci ha incuriosito ed entusiasmato. Il nostro riferimento era quello della Côte du Rhône»

«Il mio segreto? L’emozione non mi ha mai abbandonato nella mia vita da produttrice». Così Elisabetta Geppetti, con il sorriso che la contraddistingue, e che guardando anche la figlia Clara Gentili sembra proprio essere un marchio di fabbrica della famiglia, racconta la storia della Fattoria Le Pupille, un’azienda che ha saputo portare a livelli di altissima qualità il Morellino di Scansano. Ma i progetti, le idee, non si fermano mai, anzi.

Ma partiamo dal principio: «La nostra – spiega Elisabetta Geppetti – è un’azienda che ha fatto da apripista per il Morellino di Scansano. Siamo stati i primi a portare avanti questa denominazione con forza».

Elisabetta Geppetti e la figlia Clara Gentili

Elisabetta Geppetti e la figlia Clara Gentili

Da qui nasce il Poggio Valente, il vino più rappresentativo della Fattoria Le Pupille: «Inizialmente avevamo iniziato a realizzarlo con percentuali di Merlot, ora è solo Sangiovese. Abbiamo intrapreso un percorso molto bello, con il Poggio Valente, per cercare di estremizzare il vitigno. Così, se prima utilizzavamo botti da dieci ettolitri e tonneaux, dal 2014 siamo passati a un affinamento di 18 mesi esclusivamente in tonneaux da 500 litri».

Il Poggio Valente, come dimostrato, risulta essere un vino di grande personalità, che, forse, rispecchia proprio l’animo di chi lo ha voluto fortemente.

Il Poggio Valente, Morellino di Scansano, vino di punta dell'azienda (foto Ginevra Gentili - Elsworthy)

Il Poggio Valente, Morellino di Scansano, vino di punta dell'azienda (foto Ginevra Gentili - Elsworthy)

Ma, come detto, Fattoria Le Pupille non si è fermata e ha guardato oltre al Morellino di Scansano. Così nasce il progetto Le Pupille, cioè il Syrah. «È un vitigno che mi ha incuriosito ed entusiasmato. E in tal senso il mio riferimento era quello della Côte du Rhône, che mi ha molto influenzato». Il Syrah era già presente in azienda e tra il 2004 e il 2011 ha fatto parte della cuvée del Saffredi, altro vino simbolo dell’azienda, prodotto attualmente da Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. «C’era una grande voglia di misurarsi con questo vitigno – spiega Elisabetta Geppetti – che avevamo impiantato nel 2000. È nato prima un rosato, solo da Syrah, e poi, insieme a Luca D’Attoma, siamo partiti con questo progetto».

Una delle vigne di Syrah dell'azienda

Una delle vigne di Syrah dell'azienda

Un progetto sposato fin da subito, con grande entusiasmo, dalla figlia di Elisabetta, Clara. «Le uve – spiega proprio Clara Gentili – provengono da due vigneti distinti, la Vigna del Palo e la Vigna di Pian di Fiora». E con un piccolo “segreto”. Perché per le uve che provengono dalla Vigna del Palo, circa un ettaro e mezzo, la vinificazione viene effettuata in tonneaux aperti da 500 litri, mentre per il Pian di Fiora, un campo di mezz’ettaro, le uve vengono lavorate negli orci.

«Abbiamo scelto gli orci – spiega Clara Gentili – e non le anfore, non solo per la forma, ma anche per la terra rossa, con ferro, utilizzata per produrli, con una grana molto grossa che permette una maggiore ossigenazione. Questi orci da 500 litri sono fatti a mano da due artigiani e ci vuole parecchio tempo per realizzarli. Oltretutto è un contenitore più toscano, legato alla nostra terra. In ogni caso, l’importante è evitare ogni ossidazione».

Il vino fa una macerazione per ben 8 mesi anche con grappoli interi con tanto di raspo, fino alla svinatura. L’unione delle due masse viene infine fatto maturare in botti da 300 litri per almeno 10 mesi.

Così nasce Le Pupille 2015, un Syrah in purezza con l’anima e le radici toscane, ma un’eleganza francese. Solo 3.000 bottiglie per un vino dalla grande personalità e con un’enorme possibilità di affinamento, con profumi intensi ma non invasivi di frutti di bosco, di spezie, di tabacco, un leggero cuoio. E in bocca ha una acidità precisa, non fastidiosa, con una grande verticalità ma anche un piacevole finale con retrolfattivo di pepe nero e mora. Insomma, complessità ed eleganza che si sposano in questo piccolo gioiello.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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