17-03-2017
I tre Cru di Conte Vistarino portati in degustazione
Ottavia Giorgi di Vistarino è una donna che va dritta per la sua strada, senza paura di commettere errori, ma nella consapevolezza di voler fare qualcosa di diverso, di positivo. Con un obiettivo chiaro: emergere.
D’altronde siamo in quell’Oltrepò pavese che, per il semplice appassionato, fa tornare in mente il vino sfuso, di qualità medio bassa, che veniva utilizzato come “serbatoio” per i consumatori milanesi. Un preconcetto che, in alcuni casi, vale ancora. Ma non per la Conte Vistarino e soprattutto per Ottavia Giorgi di Vistarino: «Credo di essere arrivata nel momento giusto» racconta con un sorriso. Lei è alla guida dell’azienda da una decina d’anni e ha puntato tutto sulla qualità, sul far capire che c’è anche un altro Oltrepò, che ha un grande potenziale e che può giocarsi le proprie carte.
Ottavia Giorgi di Vistarino con una bottiglia di Metodo Classico 1865
E il suo Pinot Nero, nelle varie declinazioni, rispecchia l’anima di chi lo ha pensato: elegante e deciso. Proprio come Ottavia Giorgi di Vistarino. Lo si nota subito dal Cruasé, dove il colore rosato nel Metodo Classico «arriva dalla naturale vinificazione del Pinot Nero. Il Cruasé è la più autentica espressione di questo vitigno quando viene spumantizzato». Un vino molto piacevole, con una permanenza sui lieviti di 36 mesi.
Il Pinot Nero Pernice e, sullo sfondo, Villa Fornace
Il Saint Valier 2015 è un Pinot Nero, vinificato in bianco: vino che rispecchia le caratteristiche del vitigno e le conferisce in un prodotto dalla grande bevibilità, piacevole anche senza troppe pretese.
Ottavia Giorgi di Vistarino alla presentazione dei suoi vini al ristorante di Enrico Bartolini al Mudec
Il Pernice, infine, è il vino sul quale punto di più Ottavia Giorgi di Vistarino: circa tre ettari di vigneto, 6.600 bottiglie prodotte. È un prodotto molto equilibrato, che in questo momento ha il solo difetto di essere un po’ troppo giovane. Dei tre è quello che ha il potenziale maggiore, pronto a esprimersi negli anni a venire. D’altronde la classe non è acqua. In questo caso, è Pinot Nero.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose